Jellyfish UFO: storia, avvistamenti e video degli “UFO medusa”

Nel panorama degli avvistamenti di oggetti volanti non identificati (UFO), un ruolo particolare è giocato dai cosiddetti “Jellyfish UFO”, così chiamati per la loro insolita somiglianza a una medusa luminescente. Di recente questo fenomeno ha catturato l’attenzione del pubblico dopo la diffusione nel 2024 di un filmato militare che mostrerebbe un UFO a forma di medusa nei cieli del Medio Oriente. Eppure, come scopriremo, la storia di questi avvistamenti non è affatto nuova: risale a diversi decenni fa ed è costellata di descrizioni dettagliate, testimonianze sorprendenti e tentativi di spiegazione sia scientifiche che speculative. In questo articolo esamineremo le origini e gli episodi chiave di tale fenomeno, ne delineeremo le caratteristiche ricorrenti, riporteremo testimonianze documentate, valuteremo le analisi scientifiche e le ipotesi alternative circa questi enigmatici “UFO-medusa”.

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Lancio su News Nation del video rilasciato da Jeremy Corbell.

Origini e storia degli avvistamenti

Sebbene il termine “UFO a forma di medusa” abbia guadagnato popolarità solo di recente, segnalazioni di oggetti volanti con aspetto medusoide risalgono a molti anni fa. Secondo Bob Spearing, direttore delle investigazioni internazionali del MUFON (Mutual UFO Network), il primo caso documentato di questo tipo risale addirittura al 1947-1948 in Perù, dove testimoni riferirono di un enorme oggetto aereo con peculiari strutture rosse “a granuli” all’interno della sua parte superiore, quasi come i semi di un melograno. Questa caratteristica interna di colore rossastro ricorre anche in diversi avvistamenti successivi in continenti e decenni differenti. Casi di “UFO-medusa” sembrano dunque manifestarsi da oltre sette decenni e in varie parti del mondo, come evidenziato dalla seguente cronologia degli episodi principali:

Data Luogo Dettagli dell’avvistamento
17 settembre 1954 Ciampino (Roma), Italia Oggetto volante avvistato da centinaia di persone e rilevato dai radar: appariva a forma di sigaro in movimento, ma mostrava una scia “a medusa” quando stazionario. Fonti militari italiane lo ritennero un “probabile pallone”, nel contesto di un’ondata di avvistamenti UFO in Europa sul finire dell’estate 1954.
20 settembre 1977 Petrozavodsk, Carelia (URSS) Massiccio avvistamento collettivo alle 4 del mattino: migliaia di testimoni (tra cui poliziotti, marinai, operatori sanitari e un giornalista TASS) videro un bagliore abbagliante levarsi dal lago Onega e trasformarsi in una “medusa scintillante” con tentacoli sottilissimi di luce. Dopo circa 12 minuti, l’oggetto assunse la forma di un semicerchio luminoso e scomparve aprendo un foro rosso tra le nubi. L’episodio allarmò anche governi vicini (temendo test militari segreti) e spinse le autorità sovietiche a un’indagine scientifica ufficiale, senza però giungere a spiegazioni definitive.
2006 Croazia (località non specificata) Diversi bambini osservarono e disegnarono in maniera indipendente un oggetto volante verde fosforescente dall’aspetto medusoide sospeso sopra gli alberi.
2009 Weehawken (New Jersey), USA Molti testimoni notarono sopra il fiume Hudson un oggetto amorfo e luminoso, con “tentacoli” giallastri pendenti verso il basso, dalla forma complessiva simile a una medusa.
Ottobre 2018 Base USA (Provincia di Anbar), Iraq Personale militare registrò un UAP (Unidentified Anomalous Phenomenon) fluttuante sopra la base. Il filmato all’infrarosso mostrava un oggetto che cambiava colore dal nero al grigio al bianco, con tre appendici simili a tentacoli pendenti. L’UFO-medusa, soprannominato anche “Spaghetti Monster”, fu avvistato più volte dal personale e diventò quasi una “storia di fantasmi” tra i Marines della base. Il video, rimasto riservato per anni, è stato reso pubblico dal ricercatore Jeremy Corbell solo nel 2024.
Aprile 2022 Torvajanica (Roma), Italia Il 10 aprile 2022, intorno alle 11:15 del mattino, una famiglia in spiaggia a Torvaianica (RM), vicino all’Aeroporto di Pratica di Mare, ha osservato un oggetto volante non identificato. Il testimone ha descritto l’oggetto come bianco, privo di luci e rumore, che si muoveva rapidamente da nord-ovest a sud-est sopra il mare. Inizialmente sembrava un aereo di linea ad alta quota, ma la sua velocità e silenziosità hanno suscitato perplessità. Sotto l’oggetto era visibile un alone bianco, che ha fatto pensare a un pallone sonda, ma l’assenza di funi e la velocità elevata hanno escluso questa ipotesi. L’avvistamento è stato documentato dal LTPA Observer Project, guidato da Daniele Cataldi.

Come si evince, già negli anni ’50 l’Italia ha registrato un avvistamento di UFO a medusa: l’episodio di Roma Ciampino (1954), inserito nei documenti del Project Blue Book dell’Aeronautica USA, in cui l’oggetto venne descritto proprio con una forma di medusa quando stazionava nel cielo. Negli anni ’70 fu la volta di uno degli eventi più clamorosi, quello di Petrozavodsk (1977), avvenuto in Unione Sovietica durante la Guerra Fredda e caratterizzato da un coinvolgimento massiccio di testimoni e dall’attenzione delle autorità scientifiche sovietiche. Dopo qualche decennio relativamente tranquillo, nuove segnalazioni di “meduse volanti” sono emerse nel XXI secolo: in Croazia e negli Stati Uniti a metà anni 2000, e in contesti militari durante le operazioni in Medio Oriente alla fine degli anni 2010. Un aspetto interessante è che alcuni resoconti contemporanei hanno ampliato il fenomeno anche fuori dai cieli aperti: nel 2016, ad esempio, sono stati riportati casi anomali in ambienti chiusi (Canada e Iran) in cui presunte entità simili a meduse luminose sarebbero comparse nelle stanze da letto di testimoni dormienti, tentando addirittura un’interazione diretta con gli stessi (circostanze molto rare e controverse che approfondiremo più avanti, fra le ipotesi paranormali). In generale, dalla cronologia sopra esposta risulta che gli avvistamenti di Jellyfish UFO, pur relativamente sporadici, coprono un arco temporale esteso (almeno 70-80 anni) e interessano sia testimoni civili sia contesti militari, in diverse parti del mondo.

Descrizioni ricorrenti dei “Jellyfish UFO”

Nonostante le differenze tra i singoli episodi, le descrizioni degli UFO a forma di medusa presentano tratti ricorrenti. In quasi tutti i resoconti, questi oggetti appaiono come forme luminose dotate di una parte superiore tondeggiante od ovale (il “corpo” della medusa) da cui pendono verso il basso strutture filamentose o raggi di luce (assimilabili ai “tentacoli”). Ad esempio, nel caso sovietico del 1977 numerosi osservatori riferirono di aver visto nel cielo una sorta di medusa splendente con tentacoli dorati emanare sottili fasci luminosi verso il suolo. Descrizioni analoghe compaiono in altri avvistamenti: il fenomeno di Roma del 1954 combinava un corpo allungato in volo con una scia a forma di medusa quando l’oggetto era fermo, mentre nel video dell’Iraq 2018 l’UAP mostrava tre “gambe” o appendici pendule chiaramente visibili nell’infrarosso.

Le dimensioni stimate variano da caso a caso, ma in alcuni eventi si parla di oggetti enormi: a Petrozavodsk l’“UFO-medusa” venne valutato approssimativamente di 90 metri di diametro, cioè grande quanto un palazzo di decine di piani, mentre in altri episodi (come l’entità osservata in una stanza a Singapore nel 1937) si trattava di una forma molto più piccola, grande come un pallone da rugby. In generale, però, i Jellyfish UFO avvistati in cielo vengono descritti come oggetti di notevole grandezza e luminosità, ben visibili anche a distanza.

I colori e la luminosità costituiscono un altro elemento chiave. Molti testimoni riportano colorazioni cangianti o multicolori: l’UFO di Petrozavodsk emanava luci variopinte con tentacoli color oro, mentre quello filmato in Iraq passava dal nero al grigio al bianco in tonalità infrarosse In Perù nel 1947, la parte superiore conteneva particolari riflessi rosso granata descritti come “corpuscoli” interni. Altri avvistamenti parlano di bagliori verdi fosforescenti (Croazia 2006) o di un alone azzurro pallido (nel caso di Singapore 1937, dove la “medusa” appariva gassosa e blu tenue). La luminosità è spesso intensa: termini come splendente, brillante, fosforescente ricorrono nei rapporti, suggerendo che questi oggetti emettano luce propria oppure riflettano fortemente quella solare.

Scatto del Jellyfish UFO apparso a Torvajanica nel 2022 (credits: https://www.castellinotizie.it/2022/04/11/avvistamento-ufo-a-torvaianica-domenica-mattina-la-testimonianza-raccolta-dalla-ltpa-observer-project/)

Un aspetto affascinante è il modo di muoversi e comportarsi attribuito a questi UFO. Spesso vengono segnalati movimenti lenti, fluttuanti, quasi “galleggiassero” in aria come farebbe una medusa nell’acqua. Ad esempio, i militari in Iraq notarono che l’oggetto sembrava librarsi lentamente sopra la base, senza manovre aggressive. All’improvviso però possono verificarsi accelerazioni o trasformazioni rapide: l’evento di Petrozavodsk vide l’UFO dapprima stazionare per diversi minuti, poi mutare forma (da medusa a semicerchio) e sfrecciare verso l’alto perforando le nuvole con un lampo rosso. In altri casi le “meduse volanti” rilasciano qualcosa: sempre a Petrozavodsk i testimoni parlarono di un piccolo oggetto luminoso a forma di sfera che venne espulso dalla medusa madre per volteggiare sopra la città, quasi in una sorta di ricognizione, prima di rientrare nell’oggetto principale. Questo comportamento, simile al distacco di una capsula o “figliastro” dall’oggetto principale, è raro ma desta molto interesse poiché suggerirebbe un meccanismo di esplorazione intenzionale.

Alcuni avvistamenti includono effetti sul contesto ambientale o sui testimoni. Durante l’incontro di Petrozavodsk, diverse persone riferirono sensazioni fisiche insolite: un formicolio di corrente elettrica che attraversava il corpo e malori diffusi dopo l’evento. Inoltre, furono trovati piccoli fori perfettamente rotondi su superfici di legno (terreni, davanzali) e vetri deformati o fusi, come possibili tracce fisiche lasciate dall’oggetto. Questi elementi conferirono al caso un’evidenza quasi “tangibile”. Un’altra testimonianza fuori dal comune riguarda i presunti “attacchi” a distanza ravvicinata: sia nell’episodio di Singapore 1937 che in due casi del 2016, i protagonisti hanno raccontato che l’entità medusoide si sarebbe avvicinata al loro corpo e avrebbe tentato di “succhiare energia vitale” attraverso un tentacolo collegato momentaneamente alla fronte o al busto (descrizione che riporta alla mente gli episodi verificatisi a Colares, Brasile). Va sottolineato che questi racconti di interazione diretta sono estremamente rari e non verificabili in modo indipendente, sconfinando nel fenomeno paranormale. Tuttavia, la somiglianza delle descrizioni (una creatura semi-trasparente, galleggiante a pochi passi dal testimone addormentato, che emette luce blu e provoca debolezza fisica finché non scompare) colpisce per l’analogia con le caratteristiche osservate nei Jellyfish UFO celesti – a suggerire, secondo alcuni, una stessa natura del fenomeno in contesti differenti.

In sintesi, il ritratto tipico di un Jellyfish UFO emerso dai casi più attendibili è quello di un oggetto volante luminoso, di forma perlopiù circolare con estensioni filamentose sottostanti, capace di sostare in aria quasi immobile per poi dileguarsi rapidamente, talvolta con cambi di forma o rilasci di piccoli oggetti luminosi. Colori vividi (rosso, arancione, giallo, verde, blu) e luce pulsante fanno spesso parte della scena, così come il silenzio (pochissime segnalazioni parlano di rumore; in un caso del 1954 si menzionarono suoni simili a tuoni intermittenti durante la sosta, ma non vi è conferma unanime di questo dettaglio nei resoconti ufficiali). Tutte queste caratteristiche contribuiscono a rendere gli UFO a medusa particolarmente affascinanti e inquietanti, perché ricordano creature vive (meduse o polipi) che sembrano nuotare nel “mare” dell’atmosfera.

Testimonianze e fonti dirette

Una delle sfide nell’investigazione di questi fenomeni è raccogliere testimonianze oculari affidabili. Nel caso dei Jellyfish UFO disponiamo di alcuni resoconti di prima mano da parte di testimoni qualificati (personale militare, piloti, ecc.) e di documenti storici che riportano descrizioni dettagliate. Di seguito presentiamo alcune citazioni chiave e sintesi di testimonianze, utili a comprendere come questi fenomeni furono vissuti da chi li osservò.

Una testimonianza autorevole recente proviene dall’ex analista dell’US Navy Michael Cincoski, di servizio presso la base in Iraq durante l’avvistamento del 2018. Dopo la diffusione pubblica del video IR nel 2024, Cincoski ha confermato in un’intervista che il “Jellyfish UAP” era ben noto ai militari di quella base, con diversi avvistamenti nel tempo: “È finito per diventare come una storia di fantasmi nella base. Non sembrava volerci minacciare in alcun modo.” ha dichiarato, aggiungendo che alcuni Marines avevano ricevuto il compito di tenerlo d’occhio, senza però che la situazione degenerasse in allarmi o azioni difensive. Cincoski ha descritto l’oggetto come una presenza che “fluttuava” sopra la base con cambi di colore dal nero al bianco e tre lunghe “gambe” penzolanti verso il suolo. In base alle osservazioni del personale, l’UFO-medusa non compì manovre ostili né attacchi, e scomparve allontanandosi gradualmente. Alcuni in base ipotizzarono spiegazioni convenzionali, ma nessuna sembrò calzare, tanto che Cincoski ammette: “Mi è passato per la testa che potesse non essere qualcosa di umano, perché le teorie che avevamo non lo spiegavano del tutto”. Interessante il fatto che il team di Corbell inizialmente riportò che l’UFO si fosse immerso in un lago vicino e poi schizzato via in velocità supersonica, ma lo stesso Cincoski ha smentito questa parte: secondo lui l’oggetto si è semplicemente allontanato dissolvendosi in lontananza, senza essere visto tuffarsi in acqua o accelerare bruscamente. Questa discrepanza evidenzia come talvolta dettagli non verificati possano aggiungersi alle storie originali, alimentando il “mito” attorno al caso.

Un’altra testimonianza storicamente importante è contenuta nei rapporti dell’Aeronautica USA (Project Blue Book) sugli avvistamenti italiani del 1954. La segnalazione di Ciampino (Roma), compilata su fonte militare italiana, riferisce di un oggetto volante avvistato “all’orizzonte e rilevato dai radar”, descritto come “un sigaro quando in movimento, ma dotato di una scia a forma di medusa quando fermo”. Questo rapporto, seppur sintetico, conferma nero su bianco l’analogia con la medusa già nella definizione data dai testimoni diretti (probabilmente personale dell’aeroporto di Ciampino e piloti). Il fatto che i radar avessero agganciato l’oggetto aggiunge credibilità all’avvistamento. Tuttavia, il documento riporta anche il giudizio scettico finale degli analisti, che classificarono il caso come “probabile pallone” e collegarono la proliferazione di avvistamenti di quel periodo a un possibile effetto suggestione dovuto ai media e a pubblicazioni sugli UFO allora diffuse. Ciò mostra come le testimonianze oculari, pur dettagliate, vennero spesso ridimensionate dalle autorità dell’epoca.

Nel caso Petrozavodsk 1977, essendo un avvistamento di massa, esistono innumerevoli testimonianze. Un rapporto dell’agenzia TASS redatto tre giorni dopo dall’inviato Nikolai Milov descriveva “uno strano fenomeno naturale sopra la Carelia”, con i cittadini testimoni di un “bagliore enorme nel cielo, simile a una medusa luccicante che scagliava fasci di luce sottili”. Un gruppo di operai portuali di prima mattina osservò l’oggetto emergere dal lago come un’esplosione di luce; alcuni temettero persino che fosse in atto un attacco nucleare, data l’epoca di tensione della Guerra Fredda. La polizia locale e il personale sanitario in servizio confermarono tutti visivamente l’evento. Un paramedico intervistato dai media locali parlò di “una creatura di luce sospesa nel cielo”, enfatizzando la forma a calice con filamenti radianti. Dopo la scomparsa dell’oggetto, si registrarono reazioni di stupore e spavento diffuse: come riportato, “nessuno ci capiva nulla, eppure in molti avevamo visto la stessa cosa” – evidenziando il carattere corale e incontestabile dell’avvistamento. La successiva indagine ufficiale raccolse testimonianze scritte di piloti, meteorologi e civili; anche se i rapporti completi rimasero in gran parte interni alle autorità sovietiche, è noto che gli accademici inviati sul posto constatarono l’assenza di spiegazioni convenzionali immediate, definendo l’UFO “un fenomeno fisico reale che richiede ulteriore studio”. Questa frase, riportata dalla stampa dell’epoca, è significativa perché attesta una rara ammissione formale dell’insufficienza delle spiegazioni note di fronte a una testimonianza collettiva così consistente.

Oltre ai casi celebri, esistono piccoli frammenti di testimonianze che aggiungono colore alla narrativa. Ad esempio, in Croazia nel 2006 furono intervistati alcuni bambini di una scuola elementare rurale dopo un misterioso avvistamento serale: i loro disegni ingenui ma molto simili tra loro raffiguravano un oggetto tondo verde con linee ondulate verso il basso (dei “tentacolini”), segno che avevano visto qualcosa di concreto, difficile da attribuire a pura invenzione infantile. In un altro curioso aneddoto, i militari americani in Iraq scherzosamente chiamarono l’UFO-medusa con il nomignolo “Spaghetti Monster” (mostro di spaghetti), come rivelato da Cincoski, quasi esorcizzando con ironia la paura verso l’ignoto. Questo dettaglio umano – dare un soprannome scherzoso a un fenomeno inspiegabile – ricorda atteggiamenti simili riscontrati in passato (ad esempio, i piloti della Seconda Guerra Mondiale che avvistavano i foo fighters, luci misteriose nei cieli, li chiamavano così in tono colloquiale). In generale, le fonti dirette delineano un quadro dove stupore, fascino e timore si mescolano nei racconti di chi si è trovato di fronte a queste “meduse celesti”. Pur con tutte le cautele del caso, tali testimonianze costituiscono la base imprescindibile da cui partire per qualsiasi analisi successiva.

Analisi scientifiche e spiegazioni plausibili

Di fronte ai resoconti di UFO dalla forma medusoide, gli scienziati e gli esperti hanno avanzato diverse spiegazioni razionali nel tentativo di demistificare il fenomeno. In molti casi, infatti, avvistamenti apparentemente straordinari hanno poi trovato spiegazioni convenzionali. Esaminiamo le principali ipotesi scientifiche e tecniche proposte, che spaziano da fenomeni naturali a oggetti artificiali, senza trascurare i limiti delle informazioni disponibili.

  1. Razzi e lanci spaziali – il fenomeno “Space Jellyfish”: Una delle spiegazioni più documentate riguarda alcuni avvistamenti di scie luminose di razzi che possono assumere un aspetto simile a una medusa nel cielo. Il fenomeno noto come “space jellyfish” (medusa spaziale) si verifica quando un razzo viene lanciato poco prima dell’alba o subito dopo il tramonto: i suoi gas di scarico in alta quota vengono ancora illuminati dal Sole, mentre l’osservatore a terra è al buio, creando una spettacolare apparizione luminosa diffusa con una forma che ricorda una medusa. Questo è accaduto più volte, ad esempio con lanci di SpaceX Falcon 9 in California e Florida, sorprendendo migliaia di persone che non erano state informate del lancio e generando inizialmente panico e segnalazioni di “UFO”. Un caso emblematico si ebbe il 22 dicembre 2017, quando un razzo Falcon 9 al tramonto disegnò nel cielo della California una grande scia brillante a forma di medusa, tanto che media e social media parlarono di “invasione aliena o medusa gigante?” prima che venisse confermato trattarsi di un razzo riutilizzato di SpaceX. Persino l’evento storico di Petrozavodsk 1977 ha una possibile correlazione con un lancio missilistico: quasi in contemporanea, l’URSS lanciò dal cosmodromo di Plesetsk il satellite Kosmos-955, e alcuni ricercatori hanno ipotizzato che la scia del razzo abbia creato l’effetto medusa osservato in Carelia. In effetti, esistono foto di quell’alba del 20 settembre 1977 che mostrano una vasta scia a forma di medusa sopra i cieli della Russia settentrionale coeva al lancio. Tuttavia, non tutti concordano: i testimoni di Petrozavodsk descrissero movimenti e comportamenti (sosta prolungata, raggi verso terra, cambi di forma) non compatibili con una semplice nube di scarico, motivo per cui la spiegazione “razzo + effetti ottici” non è universalmente accettata per quel caso. Ad ogni modo, per molti “UFO medusa” avvistati in orario serale o mattutino, specie in anni recenti, la pista del lancio missilistico o spaziale è una delle prime verificate dagli esperti. Spesso si scopre che un test o un razzo era effettivamente in volo in quell’area al momento, chiarendo l’equivoco.
  2. Fenomeni atmosferici elettrici (sprite e fulmini anomali): Un altro fenomeno naturale che può dare apparizioni a forma di medusa nel cielo è quello dei red sprites (letteralmente “folletti rossi”), ovvero gigantesche scariche elettriche che si verificano al di sopra dei temporali, nelle alte stratificazioni dell’atmosfera. Gli sprite appaiono come lampi rossastri diffusi con una cupola superiore luminosa e filamenti bluastre che pendono verso il basso, assumendo proprio l’aspetto di una medusa rossa con tentacoli blu. Si manifestano a circa 50-90 km di quota, durano pochi millisecondi e sono spesso invisibili a occhio nudo se non in condizioni particolari, ma sono stati fotografati e studiati negli ultimi decenni. Uno sprite particolarmente grande può estendersi orizzontalmente per decine di chilometri e verticalmente come una colossale medusa di luce sospesa tra nuvole e ionosfera. È concepibile che in alcuni avvistamenti in cui testimoni riferiscono di fugaci “meduse di luce rossa” all’orizzonte, si sia trattato di questo fenomeno (magari scambiato per qualcosa di più vicino e tangibile). Ad esempio, sono state pubblicate foto di sprite ripresi sopra temporali in Texas e Oklahoma che somigliano in modo impressionante a un UFO-medusa rosso. Gli scienziati oggi conoscono la natura elettrica degli sprite, per cui se ne può escludere un’origine artificiale o aliena: essi fanno parte della famiglia dei fenomeni luminosi transienti atmosferici, insieme a elve e jet blu. Tuttavia, va detto che la brevità estrema degli sprite (frazioni di secondo) rende improbabile che spieghino gli avvistamenti prolungati come Petrozavodsk o Roma, ma in qualche caso isolato di breve avvistamento notturno potrebbero aver contribuito al mito (soprattutto prima che la scienza li documentasse fotograficamente negli anni ‘90, quando un testimone di luci strane nel cielo poteva solo ricorrere all’ipotesi UFO). In definitiva, lampi atmosferici insoliti rappresentano una spiegazione naturale plausibile per avvistamenti medusoidi di brevissima durata o in condizioni temporalesche.
  3. Oggetti volanti artificiali (droni, palloni, aquiloni): Molti esperti sottolineano che alcuni avvistamenti di “jellyfish UFO” in realtà potevano essere comuni oggetti costruiti dall’uomo, interpretati erroneamente in condizioni di visibilità ridotta. Ad esempio, aquiloni acrobatici a forma di polipo o medusa esistono davvero (utilizzati in festival di aquiloni) e volando in controluce al crepuscolo possono apparire come strani esseri nel cielo. Palloni ad elio di forma irregolare o dotati di luci possono creare effetti simili: Spearing cita il caso di segnalazioni spiegate con palloni dalla forma di calamaro lanciati per eventi pubblicitari. Anche droni multirotore con LED possono disegnare figure fluttuanti nel buio; se un drone perde pezzi o trascina cavi luminosi, potrebbe sembrare avere “tentacoli”. Un’altra ipotesi considerata è che alcuni filmati IR di UFO-medusa possano in realtà aver ripreso aerostati di sorveglianza (blimp militari ancorati) fuori fuoco. Nel 2024 la rivista Popular Mechanics ha riportato l’analisi di un debunker che ipotizza che il filmato in Iraq possa essere un aerostato di tipo “Persistent Threat Detection System” usato dalle forze USA: ripreso in bassa qualità, un aerostato allungato potrebbe apparire amorfo e con cavi penzolanti come “tentacoli”. Egli ha dimostrato come un’immagine sfocata di un aerostato militare può ingannare l’occhio, ricordando la silhouette dell’astronave di Star Trek o appunto di una medusa. Finora questa rimane un’ipotesi non confermata, ma serve a mostrare che tecnologie militari esistenti (come palloni-spia, droni con paracadute, flare decoy legati a paracadute, ecc.) possano spiegare alcuni avvistamenti. Flares para-illuminanti lanciati da aerei militari, ad esempio, scendono lentamente appesi a piccoli paracadute e producono intensi bagliori: se visti da lontano, potrebbero dare l’illusione di un corpo luminoso con un’appendice pendente (il paracadute e il fumo). In almeno un rapporto del Project Blue Book negli anni ’50, un avvistamento di oggetto con scia fu attribuito a un possibile “razzo di segnalazione con paracadute” (un tipo di flare), che in aria ferma può restare quasi immobile per vari secondi. Lanterne cinesi o gruppi di droni luminosi in formazione sono un’altra spiegazione spesso addotta (sebbene usualmente producano punti luce separati, non un’unica medusa luminosa).
  4. Illusioni ottiche e psico-percettive: Oltre alle cause fisiche, il ruolo della percezione umana è cruciale. Gli psicologi ricordano che di fronte a fenomeni poco chiari il nostro cervello tende a riempire i vuoti e riconoscere schemi familiari anche dove non ce ne sono (patternicity o apofenia). Un grande alone luminoso con scie verticali può suggerire l’immagine di una medusa perché il cervello cerca un paragone noto. La novità e la sorpresa attivano la nostra mente, spesso offuscando l’analisi razionale: come nota l’investigatore Mick West, “il cervello umano premia la novità… incoraggia a vedere schemi dove forse non ce ne sono, perché identificare schemi reali aiuta a sopravvivere”. Ciò significa che un testimone genuino, nell’intento di dare senso a qualcosa di sconosciuto nel cielo, potrebbe inconsciamente esagerare o alterare alcuni dettagli (colore, dimensioni, movimenti) per farli combaciare con un’immagine mentale. Questo non implica malafede, ma è un noto limite delle testimonianze oculari. Inoltre, l’assenza di riferimenti fissi in cielo rende difficile stimare grandezza e velocità: un piccolo oggetto vicino può sembrare grande e lontano se non si ha profondità di campo. Video sgranati in visione notturna possono far apparire sagome vaghe come figure articolate. Gli scettici sottolineano che quasi tutti i video di UFO-medusa sono sfocati, di breve durata e privi di dati telemetrici, il che ne rende impossibile una triangolazione o analisi scientifica completa. Dunque, alcuni avvistamenti rimangono “non spiegati” semplicemente per mancanza di informazioni, non necessariamente perché siano veicoli extraterrestri. Ad esempio, nel recente rapporto del Pentagono su 757 casi UAP, quasi la metà sono rimasti senza spiegazione solo perché i dati raccolti erano insufficienti per un’identificazione certa. In alcuni di questi, i piloti descrivevano luci o forme anomale (persino “una medusa con luci intermittenti” riferita da un testimone), ma senza riscontri strumentali o immagini chiare, gli analisti non hanno potuto far altro che archiviare come “non identificato” in attesa di ulteriori elementi. Questa mancanza di conclusività alimenta il mistero, ma non implica di per sé un’origine straordinaria: l’onere della prova resta alto e la scienza richiede evidenze più concrete per confermare fenomeni nuovi.

In sintesi, le analisi scientifiche suggeriscono molte possibili cause ordinarie per i Jellyfish UFO: razzi e missili in quota, fenomeni atmosferici rari, dispositivi umani non riconosciuti o artefatti percettivi. Nella maggior parte dei casi noti, almeno una di queste spiegazioni risulta altamente probabile. Ad esempio, il Ministero della Difesa britannico in passato catalogò avvistamenti di luci con scie come probabili meteoriti o space debris (detriti spaziali) rientranti, mentre l’Aeronautica USA bollò molti UFO a forma di sigaro/medusa come palloni meteorologici o miraggi. Gli stessi rapporti ufficiali odierni indicano che gran parte degli UAP segnalati si rivelano palloni, droni, uccelli o fenomeni atmosferici. Tuttavia, permane una frazione di casi (inclusi alcuni Jellyfish UFO) per cui non esiste ancora una spiegazione accertata. È su questi casi anomali che prosperano le ipotesi alternative più ardite, come vedremo di seguito.

Ipotesi alternative e teorie speculative

Ricostruzione generata con AI dell’UFO filmato in Iraq nel 2018 (autore: https://www.reddit.com/user/Affectionate-Ad8643/)

Accanto alle spiegazioni scientifiche e convenzionali, i Jellyfish UFO hanno dato adito a una serie di ipotesi alternative che cercano di interpretare il fenomeno in modo meno ortodosso. Queste teorie spaziano dal campo dell’esobiologia (forme di vita aliene), al paranormale, fino al complottismo su tecnologie segrete. Di seguito esaminiamo alcune di queste idee speculative, pur ribadendo che si tratta di congetture non supportate da prove verificabili, ma interessanti da conoscere per comprendere l’immaginario che circonda gli UFO a medusa.

  1. Entità biologiche non terrestri o “animali atmosferici”: Una delle teorie più affascinanti è che i Jellyfish UFO possano non essere veicoli solidi, ma creature viventi di natura extraterrestre o ignota. In ambito ufologico esiste fin dagli anni ‘50 la cosiddetta ipotesi degli animali spaziali (space animals hypothesis), secondo cui alcuni UFO avvistati potrebbero in realtà essere forme di vita aliene, indigene dell’atmosfera terrestre o dello spazio – esseri bioluminescenti in grado di librarsi nei cieli. Diversi autori, a partire da Charles Fort nei primi del ‘900, hanno speculato che il cielo potrebbe ospitare creature non ancora classificate, analogamente a come gli abissi oceanici hanno rivelato meduse e calamari giganti un tempo ritenuti mostri leggendari. Nel caso specifico, la somiglianza di certi UFO con meduse fa pensare ad esseri forse costituiti di plasma o energia, in grado di vivere nelle alte quote. Questa idea è stata ripresa anche nella narrativa e nei media moderni: ad esempio nel film Nope (2022) di Jordan Peele, l’oggetto volante misterioso si rivela una creatura del cielo simile a una medusa aliena. Alcuni sostenitori dell’ipotesi biotica suggeriscono che gli UFO-medusa potrebbero essere forme di vita interdimensionali – creature plasmatiche capaci di transitare tra dimensioni, visibili solo in certe condizioni. Su pubblicazioni online e forum di appassionati emergono teorie audaci, come quella che li vede come “esseri di plasma senzienti che cambiano dimensione” e persino “pelli dimensionali che si sfaldano” (tesi piuttosto fantasiose apparse su blog esoterici). Per quanto queste speculazioni non abbiano riscontri tangibili, vale la pena menzionare un curioso parere scientifico fuori dal coro: la dottoressa Maggie Aderin-Pocock, stimata scienziata spaziale britannica, dichiarò nel 2012 che se esistono alieni intelligenti, è più probabile che assomiglino a meduse giganti piuttosto che a omini verdi. Basandosi su come potrebbe evolversi la vita in ambienti diversi, ipotizzò creature aliene “tipo medusa, di grandi dimensioni, con superficie metallica e parti inferiori arancioni, capaci di comunicare con impulsi luminosi lungo il corpo”. Questa visione, presentata come spunto scientifico divulgativo, colpì l’opinione pubblica e venne ripresa dai media: in pratica un’affermata scienziata dipinse un possibile alieno proprio come una medusa volante. È intrigante notare la convergenza tra tale idea e la morfologia dei Jellyfish UFO riportati: chissà che non si tratti davvero di incontri con organismi alieni che popolano i nostri cieli? Per ora, questa rimane una semplice suggestione.
  2. Manifestazioni paranormali o entità energetiche: Alcuni ricercatori nel campo del paranormale vedono nelle “meduse volanti” non tanto extraterrestri biologici, quanto forme di energia sensiente o spiriti. Ad esempio, il caso di Zelma Bramley Moore (Singapore, 1937) – la medium che narrò di una creatura eterea attaccata a lei – viene interpretato in chiave spiritica: la medusa luminosa sarebbe stata un’entità astrale o un parassita psichico che si nutre dell’energia vitale umana. Teorie esoteriche parlano di “larve astrali” che possono apparire come meduse luminose agli occhi chiaroveggenti. Anche i due casi “indoor” del 2016 (Vancouver e Iran) hanno alimentato discussioni paranormali: le entità avrebbero mostrato un comportamento vampiresco, tentando di aspirare la forza vitale delle vittime addormentate. In queste visioni, non ci sarebbero tecnologie in gioco ma creature di un piano sottile, normalmente invisibili, occasionalmente percepite come bagliori medusoidi. Alcuni le collegano ai racconti folkloristici di will-o’-the-wisp (fuochi fatui) o a manifestazioni di energie naturali sconosciute. Naturalmente queste interpretazioni sono al di fuori del metodo scientifico, ma trovano spazio tra chi ricerca una spiegazione “spirituale” agli UFO. Una teoria borderline fra scienza e paranormale è quella degli esseri plasma: lo scienziato russo Vladimir Videv nel 1994 ipotizzò che alcuni UFO fossero strutture di plasma auto-organizzato nell’atmosfera, quasi dei “proto-organismi energetici”. Se così fosse, i Jellyfish UFO potrebbero essere configurazioni di plasma atmosferico attivate da particolari condizioni elettromagnetiche, che assumono temporaneamente una forma simile a meduse e mostrano un comportamento quasi vitale (muovendosi intenzionalmente verso fonti di energia, ecc.). Queste idee rimangono speculative e non dimostrate, ma illustrano la varietà di approcci con cui si cerca di dare un senso al fenomeno.
  3. Veicoli alieni o sonde extraterrestri: L’interpretazione “classica” in ambito ufologico è comunque quella di considerare i Jellyfish UFO come mezzi guidati da intelligenze aliene, magari dal design volutamente organico. Secondo alcuni ufologi, la forma medusoide potrebbe essere ideale per un mezzo volante di civiltà avanzate: un campo di forza circolare con estensioni per raccogliere energia o campioni dall’ambiente (i “tentacoli” potrebbero essere strumenti o raggi traenti). Non mancano speculazioni su sonde aliene biotecnologiche: dispositivi che combinano tecnologia e tessuto vivente, appositamente progettati per l’esplorazione atmosferica di pianeti. Queste sonde “bio-mimetiche” potrebbero preferire forme ispirate a creature marine per sfruttare principi fluidodinamici anche nell’aria (ad esempio la forma a medusa potrebbe offrire stabilità nei flussi turbolenti). Si tratta per ora di mere congetture. Alcuni hanno collegato gli UFO-medusa ad avvistamenti di USO (Unidentified Submersible Objects) – oggetti non identificati sott’acqua – ipotizzando che siano veicoli transmedi (capaci di passare da aria ad acqua). Il racconto iniziale di Corbell sull’oggetto in Iraq che si immerge nel lago e riemerge ad altissima velocità, se fosse vero, indicherebbe proprio una tecnologia transmedium in linea con l’idea di un velivolo alieno avanzato. Anche se quella specifica immersione non è confermata, resta la possibilità teorica che alcune “meduse volanti” siano droni extraterrestri impiegati per monitoraggio discreto, dotati di capacità di metamorfosi (come suggerito dal caso del cosiddetto “Afghanistan Reaper”, in cui un UAP è stato descritto cambiare forma da sfera a medusa). Senza evidenze solide, queste rimangono ipotesi da fantascienza, ma sono prese in considerazione in settori della comunità ufologica.
  4. Tecnologie segrete o esperimenti militari terrestri: Sul fronte complottista, c’è chi vede negli UFO a medusa progetti segreti umani testati di nascosto. Ad esempio, alcuni hanno suggerito che Petrozavodsk 1977 potesse essere un esperimento sovietico di arma al plasma o scudo energetico, accidentalmente visibile alla popolazione. Altri ipotizzano che gli USA o altre potenze stiano sviluppando droni avanzati mimetici, magari basati su principi di propulsione ionica o magnetoplasma, che potrebbero spiegare oggetti silenziosi e luminosi. Il fatto che l’UFO medusa del 2018 sia comparso su una base USA in zona di guerra ha fatto pensare ad alcuni analisti che potesse trattarsi di un drone-spia straniero (ad esempio, un velivolo sperimentale di una potenza rivale). Sebbene nessuna tecnologia nota oggi produca esattamente simili manifestazioni, la storia insegna che prototipi top-secret spesso venivano scambiati per UFO: celebre il caso degli aerei stealth negli anni ’80 (F-117, B-2) inizialmente segnalati come “triangoli neri” misteriosi. Chissà che in futuro non emerga che qualche programma segreto testò velivoli a forma lenticolare dotati di filamenti (forse per raccolta di campioni atmosferici o per generare campo elettrostatico) che il pubblico ha visto senza riconoscere. In assenza di conferme, però, questa rimane speculazione. Un elemento che alimenta tali teorie è la riservatezza dei governi su molti casi UFO: il pensiero complottista tipico è che “se non ce lo spiegano, significa che nascondono qualcosa”. Nel caso delle meduse volanti, non ci sono documenti trapelati su progetti specifici, ma la sfiducia spinge alcuni a credere che possa trattarsi di esperimenti di controllo climatico o test di apparecchiature come ologrammi aerei (per ingannare radar/nemici).

In conclusione, le ipotesi alternative offrono scenari intriganti – dall’invasione di meduse dallo spazio, agli spiriti aeriformi, fino ai droni ultra-segreti – ma nessuna finora dispone di prove concrete. Esse proliferano specialmente attorno ai pochi casi ancora misteriosi, per i quali la scienza non ha (ancora) una risposta definitiva. Un approccio da “giornalismo investigativo” impone di riportarle con cautela: sono parte del dibattito e dell’immaginario UFO, ma vanno tenute distinte dai fatti accertati. La loro importanza forse risiede più nell’ispirare ulteriori ricerche (ad esempio, spingere gli scienziati a considerare possibilità non convenzionali) che non nell’offrire soluzioni già pronte al mistero.

Riferimenti ufficiali e risposte istituzionali

Riproduzione artistica di un Jellyfish UFO. Credits: Lux Aliena.

Il fenomeno degli UFO a forma di medusa, pur essendo relativamente di nicchia, compare qua e là anche in documenti e rapporti ufficiali, specie nell’ambito più ampio degli avvistamenti UAP (Unidentified Anomalous Phenomena) monitorati da enti governativi. In questa sezione vediamo come istituzioni e agenzie abbiano registrato o commentato questi eventi, includendo eventuali menzioni in rapporti declassificati e dichiarazioni di enti come la NASA, il Dipartimento della Difesa USA (DoD) e l’AARO.

Un primo riferimento storico l’abbiamo già citato: nei file del Progetto Blue Book dell’USAF (declassificati e consultabili), l’avvistamento di Roma 1954 figura con la particolare descrizione “scia a forma di medusa”. Questo indica che già negli anni ’50 i militari annotarono formalmente casi con tale morfologia, pur concludendo nel rapporto che probabilmente si trattava di un pallone. L’Aeronautica Militare Italiana stessa, negli anni successivi, stilò un Libro Bianco sugli UFO in Italia in cui l’episodio di Roma e altri dell’ondata 1954 sono elencati (come caso n.4 il 17/9/54 Roma) con i dati essenziali. Si tratta di citazioni sommarie, ma che confermano la presenza dell’evento nei registri ufficiali.

Passando all’epoca contemporanea, negli Stati Uniti il rinnovato interesse per gli UAP ha portato a rapporti annuali al Congresso a cura dell’ODNI (Direzione Nazionale Intelligence) e alle attività dell’AARO (All-domain Anomaly Resolution Office, l’ufficio del Pentagono dedicato agli UAP). Nel più recente rapporto ODNI reso pubblico (fine 2024), che riassume oltre 700 segnalazioni UAP raccolte dal 2023 in un anno, si fa riferimento alle tipologie di oggetti descritti. Vi si legge che i casi più comuni riguardano luci indistinte o oggetti sferici, ma che alcuni rapporti contengono descrizioni inusuali: in particolare, “un testimone ha riportato una medusa con luci intermittenti. Questa breve menzione conferma che tra i dati ufficiali odierni esiste almeno un avvistamento catalogato che combacia perfettamente con la definizione di Jellyfish UFO. Purtroppo il rapporto non fornisce dettagli (luogo o data di quel caso), ma il fatto che sia incluso in un documento del Pentagono significa che è stato raccolto seriamente da una struttura militare. Ciò evidenzia come i Jellyfish UFO non siano ignorati dalle istituzioni: rientrano a pieno titolo nei fenomeni anomali monitorati, anche se finora nessun rapporto ufficiale li indica esplicitamente come qualcosa di extraterrestre. Anzi, lo stesso documento ODNI sottolinea che “finora l’AARO non ha trovato prove di attività o tecnologia aliena”, rimarcando l’approccio prudente.

Un altro riferimento istituzionale recente proviene dalla NASA. Nel 2023 l’agenzia spaziale americana ha istituito un panel indipendente di studiosi per studiare gli UAP, e nel rapporto finale (settembre 2023) si invita a raccogliere più dati e ad affrontare il tema con metodo scientifico, sebbene non vengano citati casi specifici di medusa. Tuttavia, durante la presentazione del report NASA, l’amministratore Bill Nelson fece cenno ad alcuni video di UAP tuttora inspiegati, uno dei quali mostrava un oggetto di forma insolita ripreso in Medio Oriente da un aereo spia – forse riferendosi proprio al caso dell’“orb UAP” di Mosul 2016 (che era sferico) o all’UFO medusa del 2018. La NASA ha annunciato maggiore impegno nel collaborare con il DoD su questi fenomeni, quindi non è escluso che in futuro includerà eventuali Jellyfish UFO nella sua casistica, qualora dovessero fornire dati utili per la ricerca su fenomeni atmosferici o altro.

L’AARO del Pentagono, dal canto suo, ha mostrato in un evento pubblico nel 2023 una serie di fotogrammi di UAP ancora da identificare. Stando a fonti giornalistiche, tra le immagini proiettate vi sarebbe stata anche quella di un “UFO a medusa” ripreso all’infrarosso – la stessa diffusa poi da Jeremy Corbell – indicata come oggetto invisibile a occhio nudo ma visibile nei sensori termici. Ciò suggerisce che gli analisti AARO erano a conoscenza del caso e lo stavano studiando. Nell’immagine (creditata ad AARO) si vede una sagoma scura con appendici, cerchiata in rosso (vedi figura sotto), considerata ancora non identificata. È significativo che il Pentagono abbia deciso di condividere tale frame con il pubblico: una forma di trasparenza crescente sul tema UAP rispetto al passato, probabilmente spinta anche dalla pressione politica e mediatica.

Anche altri Paesi hanno fornito riferimenti ufficiali su fenomeni affini. In Russia, a seguito del caso Petrozavodsk, il governo sovietico creò una commissione permanente per studiare i fenomeni atmosferici anomali (a metà tra scienza e difesa). Rapporti sovietici declassificati negli anni ’90 citano Petrozavodsk come “fenomeno non spiegato” e parlano di “strutture cristalline inspiegabili riscontrate nel vetro dopo l’evento”, evidenziando il livello di dettaglio delle analisi condotte. In Francia, la task force GEPAN/SEPRA (oggi GEIPAN) del CNES indagò su migliaia di casi UFO: tra i pochi rimasti senza spiegazione vi sono alcuni con descrizioni di oggetti con scie filamentose (anche se più simili ad “angel hair”, i filamenti di silicio che talvolta cadono dopo certi avvistamenti, come a Firenze 1954). In Italia, l’Aeronautica Militare dagli anni ’70 raccoglie segnalazioni UFO nei suoi archivi: pur non risultando pubblicate note specifiche su UFO-medusa, è possibile che casi come Sassari 2021 (un testimone parlò di “forma di medusa luminescente” in un avvistamento, riportato da media locali) siano stati registrati nei loro annali.

Infine, va menzionato che alcuni documenti ufficiali su UAP sono stati recentemente divulgati anche tramite FOIA. Ad esempio, un memo del NOAA del 2022 discute brevemente di avvistamenti luminosi in atmosfera e accenna ai razzi che producono effetti jellyfish (quindi in un contesto di spiegazione naturale). Mentre un’audizione al Congresso USA del 2023 sui UAP vide un ufficiale (Scott Bray) mostrare un video breve di un UAP non identificato: non era un jellyfish, ma la cornice dell’evento segna un cambiamento importante, ovvero le istituzioni ora parlano apertamente di questi fenomeni davanti ai legislatori. Questo clima di maggiore apertura implica che, se un caso eclatante come un Jellyfish UFO dovesse ripetersi, c’è speranza che venga analizzato pubblicamente dalle autorità competenti, anziché insabbiato. Per ora, le posizioni ufficiali restano prudenti e vaghe: nessuna conferma di origine esotica, spiegazioni convenzionali favorite quando possibili, e ammissione di alcuni “non spiegati” sui quali si continua a lavorare. I Jellyfish UFO rientrano in quest’ultima categoria, e sono quindi oggetto di attenzione, ma non di conclusioni definitive, da parte degli enti governativi.

La copertura mediatica e l’impatto sull’opinione pubblica

Avvistamento tra Kazan e Nizhny Novgorod, Russia, 2018.

Come sono stati presentati e discussi i Jellyfish UFO nei media, sia tradizionali che alternativi? La copertura mediatica di questi fenomeni offre uno spaccato di come informazioni complesse e misteriose vengono trasmesse al grande pubblico e agli appassionati. In questa sezione analizziamo il trattamento riservato al tema nei mass media internazionali, confrontandolo con l’eco che ha avuto nei circuiti alternativi (social media, blog ufologici, comunità online), sempre mantenendo un approccio critico sul tono utilizzato.

La maggior parte del pubblico ha sentito parlare dei “Jellyfish UFO” solo recentemente, in seguito alla pubblicazione del video trapelato dalla base in Iraq (2018) resa nota a gennaio 2024. Questa vicenda ha ottenuto ampia risonanza mediatica a livello globale. Numerose testate, dalle testate online dei quotidiani internazionali alle reti televisive, hanno ripreso la notizia enfatizzando il carattere insolito dell’oggetto. Titoli come “UFO a forma di medusa avvistato su base USA” sono comparsi su siti di news di vari paesi. Ad esempio, l’agenzia Arab News ha titolato: “L’UFO ‘medusa’ che ha perseguitato per anni una base in Iraq”, riportando poi il racconto di Cincoski. Il Corriere della Sera in Italia, attraverso il blog “Mistero bUFO” del giornalista Flavio Vanetti, ha dedicato un articolo all’evento collegandolo persino all’immaginario fantascientifico (il film Arrival in cui gli alieni avevano sembianze cefalopodi). La notizia è stata rilanciata anche da agenzie televisive: Fox News negli USA ha mostrato il filmato in un segmento del notiziario, evidenziando che proveniva da un docu-serie e che il Pentagono non aveva commentato ufficialmente. Proprio il silenzio delle autorità americane sul video è stato sottolineato: “Le autorità americane non si sono ancora espresse sul caso”, riportava ad esempio un servizio di Ticinolibero, alimentando così dibattiti e congetture sull’autenticità e significato del filmato.

In generale, i media mainstream hanno adottato un tono misto di curiosità e cautela. La curiosità è data dall’aspetto pittoresco della notizia – un UFO che sembra una medusa è certamente un titolo che attira clic e attenzione – mentre la cautela si manifesta nel citare fonti ufficiali e scienziati per fornire possibili spiegazioni. Ad esempio, testate scientifiche come Popular Mechanics e Live Science hanno colto l’occasione per pubblicare articoli esplicativi: il pezzo su Popular Mechanics intitolato “Perché il Jellyfish UFO non è necessariamente alieno” ha offerto al pubblico una prospettiva scettica, spiegando come il cervello può ingannarci e riportando le parole di investigatori come Mick West che invitano a non trarre conclusioni affrettate. Allo stesso tempo, articoli divulgativi hanno ricordato eventi come le “meduse spaziali” di SpaceX per rassicurare che spesso c’è una spiegazione tecnica ai grandi spettacoli nel cielo. Il risultato è che il lettore medio, esposto a queste informazioni, ha percepito il Jellyfish UFO come un fenomeno curioso ma non necessariamente prova di alieni. I principali network internazionali (CNN, BBC, etc.) non hanno dedicato segmenti specifici solo alla “medusa volante”, ma l’hanno menzionata all’interno della più ampia discussione sui UFO/UAP che ha avuto un picco mediatico tra il 2023 e il 2024, complici anche le audizioni al Congresso USA e i leak di Corbell e altri. In quelle discussioni, la medusa compare come uno dei vari video misteriosi insieme al cosiddetto “orb di Mosul” o ai video di piloti Navy già noti (Gimbal, Tic Tac, ecc.), spesso accompagnata da commenti del tipo: “persino una forma a medusa è stata avvistata, segno che gli UAP possono avere qualsiasi aspetto”.

Sul fronte dei media alternativi e dei social, la diffusione è stata ancora più virale e meno filtrata. Il filmato del 2018, caricato su YouTube da Corbell e su piattaforme come Twitter, ha totalizzato centinaia di migliaia di visualizzazioni e innumerevoli condivisioni. Su Reddit, nei forum dedicati agli UFO, utenti hanno analizzato frame-by-frame il video, proposto teorie (dal “è chiaramente un pallone sonda” al “è la prova di un bioufo alieno”). Meme e soprannomi ironici come “Tentacle UFO” sono circolati su Twitter. Anche TikTok e Instagram hanno visto brevi clip con titoli sensazionalistici (“Shock in Iraq: la medusa aliena!”) spesso senza la dovuta contestualizzazione. Questo riflette una tendenza: nei canali non ufficiali la componente sensazionale è maggiore, e a volte l’accuratezza ne risente. Per esempio, alcune pagine social hanno rilanciato la parte non verificata dell’immersione nel lago come fosse certa, contribuendo a creare una narrazione quasi leggendaria del Jellyfish UFO iracheno (un po’ come avvenne con il caso Roswell negli anni ’80, ingigantito dalla cultura pop). D’altra parte, le comunità ufologiche più serie online (blog, canali YouTube di appassionati competenti) hanno colto l’opportunità per approfondire storicamente il tema: sono apparsi video e articoli riepilogativi sugli avvistamenti di jellyfish UFO nel passato, con timeline e confronti, in uno sforzo di fact-checking. Questo reportage stesso attinge anche a tali risorse condivise.

È interessante notare come alcuni media tradizionali abbiano iniziato a trattare l’argomento UFO con maggiore apertura rispetto al passato, spesso affiancando al giornalista un esperto o citando fonti ufficiali. Nel caso del Jellyfish UFO, molti articoli hanno citato direttamente le parole di Cincoski (quindi portando al pubblico la testimonianza genuina del militare)arabnews.com, oppure hanno riportato l’assenza di spiegazioni ufficiali senza però lanciarsi in conclusioni fantasiose. Questo approccio relativamente equilibrato segnala una maturazione nella copertura dei fenomeni aerei anomali: non più ridicolizzati a priori come accadeva decenni fa, ma nemmeno presentati in modo acriticamente sensazionalistico (salvo eccezioni di tabloid). Programmi televisivi specialistici, ad esempio su Discovery o History Channel, hanno annunciato episodi dedicati ai “Jellyfish UFO” inserendoli nel contesto della ricerca sugli USO transmediali e delle tecnologie aliene speculative, rivolgendosi a un pubblico di appassionati con taglio semidocumentaristico.

In Italia, oltre al citato articolo del Corriere (Vanetti), la notizia è rimbalzata su vari siti di news e blog: testate generaliste come Rai News hanno ripreso la rivelazione di Cincoski menzionando il legame con il video di Corbell, mentre siti locali e blog (es. Castellinotizie) hanno discusso l’episodio affiancandolo a casi italiani e mostrando persino un frame del video fornito dall’AARO come esempio di UFO-medusa. Questa diffusione trasversale – dal grande quotidiano al blog regionale – indica che l’argomento è riuscito a catturare l’interesse a vari livelli, probabilmente per la sua componente visiva e narrativa accattivante (una “medusa aliena” stuzzica la fantasia quasi come un film di fantascienza).

In conclusione, la copertura mediatica dei Jellyfish UFO ha evidenziato:

  • Ampia eco internazionale a partire dal caso 2018/Iraq rivelato nel 2024, con particolare attenzione su quel video.

  • Un tono mediatico generalmente neutro-curioso, riportando i fatti e le dichiarazioni senza eccessivo sensazionalismo, salvo alcune testate minori che hanno calcato la mano con titoli allarmanti.

  • Inserimento del fenomeno nel discorso UFO/UAP mainstream, citandolo accanto ad altri casi, e spingendo a interrogarsi su cosa stiamo osservando nei cieli.

  • Nei social e media alternativi, grande viralità e discussione, con spunti sia costruttivi (analisi collettive, ricerche d’archivio) sia tendenze alla mitizzazione.

Per il pubblico generale, il risultato è che il “mistero delle meduse volanti” è passato da essere quasi sconosciuto a diventare uno dei tanti enigmi UFO dibattuti nell’attuale clima di attenzione sull’argomento. Resta da vedere se futuri sviluppi (nuovi avvistamenti, conferme scientifiche o smentite) cambieranno la narrativa. Nel frattempo, grazie a un’informazione più aperta, il tema è uscito dai soli circoli di appassionati per approdare nel forum pubblico, dove può essere esaminato con quell’equilibrio tra scetticismo e apertura mentale che caratterizza il buon giornalismo investigativo.

Letture consigliate per approfondire:

Risorse consultate:

  • https://www.arabnews.com/node/2442101/offbeat
  • https://www.unilad.com/news/world-news/jellyfish-ufo-iraq-video-238453-20240111
  • https://www.themoscowtimes.com/2016/03/31/little-green-men-a-look-at-the-official-soviet-x-files-investigation-a52335
  • https://www.vice.com/it/article/negli-anni-50-gli-italiani-avevano-una-strana-fissa-per-gli-ufo/
  • https://www.livescience.com/45493-origin-of-reddish-lightning-sprites-revealed.html
  • https://www.uniladtech.com/science/space/footage-of-jellyfish-ufo-released-077205-20240111
  • https://en.wikipedia.org/wiki/Space_jellyfish
  • https://en.wikipedia.org/wiki/Petrozavodsk_phenomenon
  • https://www.quotidiano.net/cronaca/ufo-aeroporto-genova-oiyz8s4q
  • https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/07/16/ufo-un-oggetto-non-identificato-avvistato-nei-cieli-di-genova-sembrava-un-disco-volante-e-un-vero-e-proprio-fenomeno-aereo-inspiegabile/7230825/
  • https://www.levantenews.it/2023/07/15/ufo-allaeroporto-di-genova-mentre-aereo-decolla/
  • https://www.genova24.it/2023/07/ufo-sopra-aeroporto-di-genova-351213/
  • https://www.corriere.it/tecnologia/cards/giornata-mondiale-degli-ufo-nel-2023-solo-in-italia-439-avvistamenti-i-piu-famosi-e-misteriosi-della-storia/il-caso-zanfretta-1978.shtml
  • https://www.repubblica.it/esteri/2024/01/06/news/ufo_avvistamenti_2023_record_california_new_york-421822555/
  • https://www.binews.it/evidenza/boom-di-avvistamenti-ufo-in-italia-mistero-nei-cieli-da-nord-a-sud/
  • https://www.popularmechanics.com/science/a46755634/why-jellyfish-ufo-is-not-aliens/
  • https://www.castellinotizie.it/2022/04/11/avvistamento-ufo-a-torvaianica-domenica-mattina-la-testimonianza-raccolta-dalla-ltpa-observer-project/
  • https://medium.com/@Cristina_Gomez/shocking-jellyfish-ufo-presentation-with-mufon-director-fe4838a82f48
  • https://medium.com/@Cristina_Gomez/jellyfish-ufo-other-dimensions-non-human-intelligences-1a1963fb0cb4
  • https://medium.com/@Cristina_Gomez/new-jellyfish-ufo-uap-images-and-alien-signals-in-space-9c7bb2b3ffaf
  • https://medium.com/@Cristina_Gomez/i-spent-2024-researching-ufos-and-heres-what-i-found-2be48ecd5cb2
  • https://medium.com/@Cristina_Gomez/is-this-proof-ufo-sightings-across-the-globe-26c6e3f31cbc
  • https://solarchariot.medium.com/jellyfish-ufos-56dfbdb40509
  • https://solarchariot.medium.com/mufons-ufo-research-jellyfish-type-5d359ac9da2a
  • https://medium.com/@carlthecrusher/the-jellyfish-ufo-phenomenon-b6dcfe1ea203
  • https://shahjehankhan2009.medium.com/the-cruise-ship-captain-spotted-a-giant-black-jelly-fish-ufo-66e9f966d229

Classe 1988. Laureata in Studi Orientali presso l'Università La Sapienza di Roma, Search Analyst di professione. Amante di storia, archeoastronomia, ufologia e paranormale. Consumatrice patologica di podcast. Nel 2023 ho fondato Lux Aliena, un progetto nato dal desiderio di condividere il viaggio alla scoperta dei misteri irrisolti del nostro pianeta e dell’universo.

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