La Terra è stata resa abitabile da civiltà aliene? Un nuovo studio riapre il dibattito
Il 25 luglio 2025, sulla piattaforma Axiv.org, è stato pubblicato un nuovo studio firmato da Robert G. Endres, biologo dei sistemi presso l’Imperial College di Londra, che sta facendo discutere sia la comunità scientifica che il grande pubblico. Il titolo del paper è The unreasonable likelihood of being: Origin of life, terraforming, and AI (“L’irragionevole probabilità dell’essere: origine della vita, terraformazione e intelligenza artificiale”) e alla sua base c’è l’idea che la Terra, miliardi di anni fa, possa essere stata terraformata, ovvero resa abitabile, da civiltà extraterrestri avanzate.
Si tratta di una teoria speculativa, non ancora sottoposta a peer review, che tuttavia si inserisce in un dibattito antico quanto affascinante: l’origine della vita sulla Terra.
Siamo davvero il frutto di un processo chimico spontaneo, o la nostra comparsa è stata guidata da un’intelligenza superiore proveniente dallo spazio?
Lo studio di Endres: improbabilità dell’abiogenesi spontanea
Endres affronta la questione con un approccio inedito, basato sulla teoria dell’informazione e sulla
complessità algoritmica. L’obiettivo è stimare quanto fosse plausibile che, nelle condizioni primordiali della Terra, molecole semplici potessero organizzarsi spontaneamente in una struttura capace di replicarsi: la famosa protocellula.
Secondo i calcoli presentati nel paper, il processo risulta estremamente improbabile a causa di due ostacoli principali:
- Barriere entropiche: l’ambiente prebiotico era troppo dispersivo per permettere la formazione stabile di sistemi complessi.
- Barriere informative: la quantità di informazione necessaria a costruire un sistema vivente non può emergere facilmente da un “brodo primordiale” casuale.
In altre parole, la nascita spontanea della vita da materia non vivente (abiogenesi, in termini scientifici) non è impossibile, ma appare altamente improbabile nei tempi ristretti della storia primordiale della Terra. È rilevante notare come questa stessa scarsa probabilità statistica sia tuttora uno dei vessilli principali di un’altra teoria alternativa a quella scientifica “tradizionale”: il Creazionismo, che afferma come l’origine della Terra sia da ricondurre alla volontà di un dio onnipotente (ne abbiamo parlato in precedenza qui).
Panspermia diretta e terraformazione aliena
A questo punto lo studio introduce un’ipotesi alternativa, già discussa in passato da Francis Crick e Leslie Orgel: la panspermia diretta. Secondo questa teoria, la vita potrebbe essere stata intenzionalmente trasportata sulla Terra da una civiltà extraterrestre. Endres la rielabora in chiave moderna, suggerendo addirittura che il nostro pianeta possa essere stato terraformato, cioè deliberatamente preparato per ospitare organismi viventi. Endres riconosce che questa ipotesi viola il postulato del rasoio di Occam – secondo il quale, a parità di condizioni, l’ipotesi più semplice è quella da preferire- introducendo un’entità esterna che complica la spiegazione. Tuttavia, sottolinea che non si tratta di un’idea in contrasto con le leggi della fisica: se oggi l’umanità discute seriamente di terraformare Marte o Venere, perché escludere che una civiltà più antica e avanzata abbia potuto fare lo stesso con la Terra?
Intelligenza artificiale e origine della vita: un parallelo inatteso
Un aspetto interessante del lavoro di Endres è il richiamo all’intelligenza artificiale (AI) come metafora e strumento di analisi. Nel paper, l’AI non è l’argomento centrale, ma un modello concettuale utile a comprendere l’importanza dell’informazione nell’emergere della complessità. Così come un sistema di AI non nasce dal puro caso, ma richiede un’architettura algoritmica definita e grandi quantità di dati strutturati per funzionare, anche la vita primordiale avrebbe avuto bisogno di un “codice informativo” che guidasse la transizione dalla chimica inerte alla biologia. L’analogia mette in evidenza quanto sia improbabile che un sistema vivente si formi spontaneamente senza vincoli o regole sottostanti. Al tempo stesso, Endres impiega strumenti matematici e modelli ispirati all’AI per stimare la complessità necessaria all’abiogenesi, rafforzando l’idea che l’origine della vita sia prima di tutto un problema di organizzazione dell’informazione, più che di semplice combinazione chimica.
Una speculazione logica, non una conclusione
Lo scienziato non afferma che la vita sulla Terra sia stata seminata da alieni, ma che, dati i limiti attuali della nostra comprensione, questa resta un’alternativa speculativa ma logicamente aperta.
Il vero punto centrale del paper è un altro: finché non riusciremo a individuare principi fisici universali che spiegano l’emergere spontaneo della vita dalla materia inerte, l’abiogenesi resterà una teoria incompleta. La sfida scientifica è ancora enorme, e le ipotesi “non convenzionali” hanno il merito di stimolare nuove prospettive di ricerca.
Conclusioni
Il lavoro di Robert Endres ci ricorda quanto poco sappiamo delle nostre origini. Pertanto:
- l’abiogenesi spontanea rimane un’opzione plausibile, coerente con le leggi della termodinamica, ma difficile da dimostrare;
- l’ipotesi della panspermia diretta o della terraformazione aliena appare audace, ma non impossibile;
- il dibattito resta aperto e mette in luce la necessità di un approccio interdisciplinare, che unisca biologia, fisica, chimica e astrobiologia.
Che la vita sia nata per caso, per necessità o per intervento esterno, resta una delle domande più affascinanti della scienza.
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