L’origine aliena del sangue Rh negativo

È complesso trovare un punto di partenza per questa narrazione, pertanto direi di farla iniziare proprio dal libro Bloodline of the Gods: Unravel the Mystery of the Human Blood Type to Reveal the Aliens Among Us di Nick Redfern, pubblicato nel 2015 e tradotto in italiano con il titoli di La stirpe divina: Una ricerca sul sangue umano rivela l’origine aliena di una parte degli uomini (qui trovate il link per l’acquisto del testo su Amazon).
Il titolo già rivela praticamente tre quarti del contenuto: c’è una caratteristica del sangue umano che l’autore correla alla discendenza aliena e questo elemento è…il fattore Rh negativo.

Uno di quei rari casi in cui sarebbe opportuno valutare un libro dalla copertina.

Ebbene sì, i possessori di un gruppo sanguigno con Rh negativo altro non sarebbero che esseri ibridi frutto di una manipolazione genetica avvenuta migliaia di anni fa (fa i 45.000 e i 35.000 anni fa) ad opera degli Annunaki. Lo scopo dell’ibridazione era generare degli esseri che avrebbero potuto operare per conto degli Annunaki nell’atmosfera terrestre, fatale per i nostri amici alieni. Insomma, degli schiavi agli ordini degli extraterrestri, imputati del compito di estrarre materie prime preziose dalla Terra (di questo abbiamo parlato nel dettaglio nell’articolo dedicato al villaggio peruviano attaccato dagli alieni nel 2023). La prima domanda da porsi è: perché non ho chiuso il libro dopo le prime quattro pagine?
La realtà è che fra le righe continuavo a rilevare degli spunti tanto interessanti quanto sorprendenti, corroborati da realtà scientifica e statistica, e questo mi incentivava a proseguire la lettura (seppur con un sopracciglio alzato). Cerchiamo, dunque, di capire quali siano le motivazioni dietro questo speculazione, condivisa non solo dall’autore del testo in oggetto ma anche da un nutrito gruppo di contattisti, ufologi e archeoastronomi, fra i quali si citano anche Robert Spehar e Brad Steiger.
Ma pima facciamo un passo indietro.

Cos’è il fattore Rh?

Il fattore Rh, o fattore Rhesus, è un antigene presente sulla superficie dei globuli rossi e la sua scoperta, avvenuta nel 1940, si deve al biologo Karl Landsteiner e all’immunologo Alexander Wiener. La denominazione del fattore proviene dalla specie dei macachi, i Rhesus, in cui per la priva volta è stato identificato l’antigene.
Landsteiner aveva già vinto il premio Nobel per la medicina nel 1930 per la scoperta dei gruppi sanguigni (AB0) la quale, assieme all’aggiunta delle informazioni sull’Rh, ha avuto impatto significativo sulla medicina trasfusionale, permettendo di migliorare la compatibilità del sangue e di prevenire reazioni emolitiche acute post-trasfusionali. Prima che si venisse a conoscenza di queste caratteristiche del sangue umano, le trasfusioni erano una pratica rischiosissima e con un tasso di mortalità estremamente elevato: si provava a trasferire del sangue da un individuo all’altro, senza sapere che in caso di incompatibilità il risultato sarebbe stato l’agglutinazione dei globuli rossi del ricevente e la loro successiva distruzione.
Dunque, l’Rh non è altro che una proteina che può essere o meno presente nei globuli rossi: nel caso in cui sia presente l’Rh è positivo (Rh+), mentre laddove assente si parla di Rh negativo (Rh-).

L’antigene Rh e i globuli rossi.

Tutti i gruppi sanguigni (A, B, AB e 0) posso essere sia positivi che negativi.
Inoltre, il fattore Rh è ereditato dai genitori. Se entrambi i genitori sono Rh+, il bambino sarà Rh+. Se entrambi i genitori sono Rh-, il bambino sarà Rh-. Se un genitore è Rh+ e l’altro è Rh-, il bambino può essere Rh+ o Rh-.

Perché gli Rh negativi sarebbero ibridi extraterrestri?

Dopo questa introduzione, arriviamo ai dati più interessanti.
Ci sono alcune caratteristiche particolari che hanno reso il fattore Rh- degno di attenzione speciale da parte dei sostenitori dell’ibridazione aliena:

  1. Il 93% della popolazione mondiale ha Rh+ mentre il restante 7% presenta un Rh-;
  2. Gli individui Rh- possono ricevere solo sangue da altri Rh- (mentre gli Rh+ possono ricevere sia dai negativi che dai positivi);
  3. Se una madre Rh- è incinta di un bambino con Rh+ (ereditato dal padre), il suo sistema immunitario può attaccare i globuli rossi del feto, causando una condizione chiamata “malattia emolitica del neonato”. Pertanto, di prassi, alle donne Rh- incinte da un partner Rh+ viene somministrata un’immunoglobulina Rh (RhoGAM) per prevenire la formazione di anticorpi contro il fattore Rh.

Insomma, fin qui abbiamo una caratteristica sanguigna “anomala”, con la simpatica tendenza estremista a voler mantenere la sua purezza anche a costo di far fuori la propria stessa prole ancora nel grembo materno. Se analizzato sotto una certa luce, dunque, il sangue di tipo Rh- potrebbe apparire come il più “puro” in assoluto poiché negativo al test Rhesus, ovvero al nesso genetico tra uomo e scimmia (questa affermazione è un po’ stiracchiata, ma reggetemi il gioco per finalità narrative).
Ma non finisce qui: la suddivisione del punto 1 (seppure comunque con le dovute variazioni geografiche) è infranta in maniera plateale nei Paesi Baschi, enclave territoriale situata al nord della Spagna, dove nelle zone rurali la popolazione con Rh- è di circa il 35%.
Cosa ci azzeccano in questo quadro i Paesi Baschi? Sono il luogo in cui è stato possibile rintracciare una presenza massiccia dell’Uomo di Cro-Magnon, antica forma di Homo Sapiens in cui per la prima volta è stato possibile apprezzare un salto cognitivo e culturale significativo.

Pittura rupestre della Grotta di Altamira (Spagna)

Parliamo di individui con una capacità di linguaggio e di pensiero astratto evoluta, che li colloca una spanna al di sopra dei loro coevi -e coinquilini- Neanderthal. I Cro-Magnon presentavano organizzazioni sociali complesse, un fervido universo spirituale e una notevole capacità di lavorazione delle materie prime. Hanno lasciato dietro di sé le primissime attestazioni artistiche da noi conosciute, come la scultura dell’Uomo-leone di Hohlenstein Stadel oppure le meravigliose pitture rupestri delle grotte di Altamira e Lascaux, nonché una serie di oggetti riccamente decorati, strumenti musicali e sepolture rituali.
Insomma, una specie evoluta comparsa improvvisamente nel cuore dell’Europa la quale, secondo Nick Redfern e seguaci, non può essere altro che il frutto di una manipolazione genetica aliena, distinta nel suo lignaggio proprio dal perpetuarsi del fattore Rh-.
Ma perché gli extraterrestri avrebbero scelto proprio i Baschi per i loro esperimenti?
La risposta viene mutuata dal celebre autore Zecharia Sitchin, il quale sostiene che gli Annunaki -provenienti dal pianeta Nibiru- avrebbero selezionato questa area per la posizione strategica, con accesso diretto all’Oceano Atlantico e relativa vicinanza al Mar Mediterraneo, nonché per il caratteristico isolamento geografico della zona, delimitata dalla catena dei Pirenei e protetta dalla costa frastagliata. Insomma, un territorio al riparo da intrusioni esterne ma con sbocco sul mare.
A riprova di ciò, l’autore riporta di come la stessa mitologia basca includa storia di giganti e creature soprannaturali che potrebbero essere interpretate come riferimenti ai visitatori interspaziali.

Gli Rh- nella civiltà odierna

Oggi, dunque, in mezzo a noi ci sarebbero degli esseri ibridi nel cui DNA è impressa una fedeltà recondita verso una specie lontana nel tempo e nello Spazio, la cui obbedienza è potenzialmente innescabile a comando.
Un filone particolarmente estremo di questa teoria sostiene che non sia un caso se la netta maggioranza dei potenti e dei governanti della Terra ha un fattore Rh negativo, come la Regina Elisabetta II, che di fatti sfoggiava un purissimo sangue 0- (informazione mai corroborata da fonti ufficiali).
A quanto ci viene comunicato da Redfern, Spehar e Steiger è anche possibile stilare un profilo psicologico dell’Rh- “tipo”, riassumo per punti:

  1. Preferisce i fatti alle opinioni.
    Le persone con sangue Rh negativo tendono a preferire i fatti alle opinioni quando parlano con gli altri o conducono ricerche. Spesso si scontrano con chi presenta delle opinioni personali come fossero fatti, perché il loro obiettivo è ricercare la verità autentica, non una realtà percepita.
  2. Si sente separato dal resto del mondo.
    Gli Rh negativi spesso sentono di vivere su un’isola deserta anche se sono circondate da persone, faticano a identificarsi con qualsiasi gruppo di individui.
  3. Fatica a stringere amicizie.
    Hanno difficoltà nello stringere relazioni e sondano le nuove potenziali amicizie “mettendo alla prova” l’altro, per valutare se la conversazione autentica è una priorità.
  4. Ha un QI superiore alla media.
    Gli individui Rh negativi tendono ad avere i livelli di QI più alti della media e loro intelligenza spesso viene percepita come scortesia, arroganza o presunzione.
  5. Ispira fiducia al prossimo.
    Le persone Rh negativo sono considerate dagli altri come estremamente affidabili, pertanto spesso anche gli sconosciuti tendono a condividere con loro i propri pensieri e le proprie emozioni.
  6. Sperimenta eventi insoliti.
    Le persone con Rh negativo riferiscono di essere oggetto di eventi che descrivono come strani o inspiegabili, quali sogni vividi al punto da sembrare una realtà alternativa o rapimenti alieni. Hanno anche un’abilità particolare nel prevedere eventi futuri.
  7. Fortemente empatico.
    Quando incontrano altre persone, possono percepire e sperimentare il loro stato emotivo in maniera così intensa da causare un malessere fisico.
  8. Possiede una spiccata intuizione.
    Percepiscono chiaramente la verità nel prossimo, anche quando l’altro sta mentendo. Per molti Rh negativi il Poker -e i giochi di natura simile- sarebbero estremamente semplici da vincere.
  9. Ha una fobia o delle paure irrazionali.
    Questa caratteristica è dovuta al fatto che analizzano costantemente ogni possibile scenario che potrebbe verificarsi durante i normali eventi quotidiani. Spesso sono afflitti da vere e proprie fobie, fra le quali spiccano la paura dell’altezza e la paura di volare. In generale, qualsiasi elemento o imprevisto che possa dargli la percezione di non essere pienamente in controllo della situazione può indurre momenti di panico.
  10. Si sente a suo agio nell’isolamento.
    Chi presenta Rh negativo tende a preferire la solitudine alla compagnia. La maggior parte di queste persone stringe un legame profondo con il proprio partner, ha relazioni con pochi amici selezionati e non si cura delle conoscenze occasionali. Difficilmente frequentano eventi sociali o si recano in posti nuovi con l’obiettivo di stringere nuove conoscenze.

Sostanzialmente, le persone con Rh negativo sarebbero degli ibridi affascinati sì dall’Umanità, ma contemporaneamente separati da essa, con una nostalgia per un’identità indefinita.
Non so come gli autori abbiano ricavato questa lista ma, ad onor del vero, bisogna dire che ci sono effettivamente studi in atto che sondano la correlazione fra Rh- e determinate caratteristiche psicofisiche dell’individuo (qui trovate un esempio), tuttavia non abbiamo assolutamente certezze in tal senso.

La parola alla scienza

Nel mare di informazioni elencate fino ad ora ci sono alcune realtà oggettive estremamente interessanti:

  • la relativa rarità del fattore Rh negativo e il suo “caratteraccio” nell’interazione con il fattore positivo;
  • l’elevata concentrazione di Rh- nei Paesi Baschi;
  • l’incredibile superiorità cognitiva dei Cro-Mangnon rispetto alle altre specie Homo coeve.

Esploriamo i vari punti.

Le specificità del fattore Rh-

Quando è comparso il fattore Rh negativo e quali sono le sue origini?

Prevalenza dei gruppi sanguigni nel mondo.

Orientativamente si stima che questo tratto sia apparso circa 50.000 anni fa, per quanto riguarda le sue origini abbiamo a disposizioni tre teorie principali, fra le quali la prima sembra essere la più plausibile:

  1. Mutazione genetica con vantaggio selettivo
    Nell’epoca in cui si fa risalire l’origine dell’Rh- la malaria era una malattia molto diffusa e si pensa che il fattore Rh negativo conferisse una certa resistenza alla patologia.
    Nelle zone dove la malaria era endemica, le persone con Rh negativo avevano quindi un vantaggio selettivo e la mutazione si diffuse. Tuttavia, nelle zone dove la malaria non era presente, il vantaggio selettivo era assente e la mutazione non è stata incentivata
  2. Ibridazione con i Neanderthal
    Una seconda ipotesi, piuttosto controversa, suggerisce che il fattore Rh negativo possa essere un retaggio dei Neanderthal. L’incrocio tra Homo sapiens e Neanderthal (documentato e di certo avvenuto, in quanto nel sangue delle popolazioni europee si riscontra una certa percentuale di DNA dei nostri amici dalla fronte prominente) potrebbe aver trasmesso questa mutazione genetica in una piccola percentuale della popolazione.
  3. Origine autoctona basca
    L’origine del fattore Rh negativo sarebbe legata proprio al popolo basco. La frequenza del Rh negativo in questa regione è infatti significativamente più alta rispetto al resto d’Europa e questa teoria andrebbe a corroborare l’ipotesi dell’ibridazione aliena.

Dando per buona la prima opzione tra quelle elencate -e tralasciando la seconda che, per quanto stuzzicante, non presenta sufficienti prove a suffragio per il momento- cerchiamo di capire perché in questa storia continui a ricorrere il tema basco e per quale ragione questa popolazione sembra essere così speciale.

La questione basca

Potremmo scrivere chilometri di parole sulla cosiddetta “questione basca“, ma il mio obiettivo al momento è mantenere questo articolo entro limiti di lunghezza umanamente sostenibili, pertanto cercherò di essere concisa pur comunicando tutti gli elementi principali.
Il popolo basco rappresenta un meraviglioso scrigno per chiunque sia appassionato di antropologia, archeologia, linguistica o genetica. Ha un’identità unica, che li rende diversi nelle tradizioni, nel folklore e nella lingua sia dalla popolazione spagnola che da quella francese.
I baschi hanno una storia lunga e complessa, le cui origini si possono tracciare a ritroso fino alla preistoria. Nel tempo hanno combattuto contro diversi invasori -tra cui i Romani, i Visigoti e i Mori- riuscendo a respingerli e a mantenere la loro autonomia.

La loro cultura e lingua sono state spesso sottoposte a pressioni da parte dei governi spagnolo e francese, ma i baschi hanno sempre resistito tenacemente: un exploit estremo di questa volontà è racchiusa nelle azioni violente dell’ETA, organizzazione terroristica indipendentista attiva dal 1958 al 2018.
Ecco, in questo quadro è proprio la lingua a rappresentare uno degli strumenti di indagine più interessanti. Il basco ha rappresentato un rompicapo per tante generazioni di linguisti, in quando non risulta correlato con nessuna lingua del ceppo indoeuropee. Non è imparentata con le moderne lingue romanze (ovvero quelle derivanti dal latino: spagnolo, francese, italiano, portoghese, romeno) né con le lingue germaniche (di derivazione proto-germanica: inglese, tedesco, olandese, svedese, norvegese, danese ecc.), né con altri idiomi di questa famiglia linguistica. Il basco ha caratteristiche uniche nella fonetica, nella sintassi e nella morfologia. Perché?
Perché grazie all’isolamento geografico e alla forte volontà di preservazione questa popolazione è riuscita a resistere all’invasione indoeuropea, ovvero a quella migrazione che è avvenuta intorno al 7.000-3.500 a.C. e che ha visto i popoli situati in origine nelle steppe euroasiatiche (o in Anatolia, secondo una seconda ipotesi) stanziarsi in Europa e portare una vera e propria rivoluzione culturale, sociale e linguistica in tutta l’area. Insomma, i Baschi sono la popolazione più antica d’Europa, l’ultima gemma vivente della realtà pre-indoeuropea. Se vi interessa approfondire l’aspetto storico e linguistico della questione basca, consiglio vivamente il testo Historical Liguistics di Larry Trask, uno dei miei libri preferiti in assoluto, se invece volete scavare nelle vicende che hanno portato alla conquista indoeuropea, suggerisco la lettura di The Horse, the Wheel, and Language: How Bronze-Age Riders from the Eurasian Steppes Shaped the Modern World di David W. Anthony.
Da qui appare evidente che un tratto come l’Rh-, trasmesso per via ereditaria, possa essere particolarmente diffuso in una comunità che, per migliaia di anni, ha avuto relativamente pochi contatti con l’esterno.
Inoltre, i Paesi Baschi non sono l’unica area del mondo in cui si riscontra una concentrazione elevata di individui con fattore Rh negativo: nell’India nord-orientale (nelle zone del Nagaland e del Manipur) la frequenza del Rh-negativo può raggiungere il 60-70%, ovvero la più alta al mondo.

I Cro-Magnon

Per quanto concerne i Cro-Magnon, la questione è relativamente semplice: non erano diffusi esclusivamente nella regione attualmente corrispondente all’area basca, ma per ragioni di natura varia è qui che sono stati ritrovati alcuni dei reperti di maggior spicco correlati a questa tipologia umana. Abbiamo attestazioni della presenza dei Cro-Magnon in altre zone dell’Europa nonché in Asia (sì, persino in Cina) e per quanto sia stata avanza un’ipotesi di genesi “multiregionale” di questa forma di Homo Sapiens, le analisi del DNA mitocondriale hanno convalidato che si sarebbero in realtà originati in Africa orientale circa 200.000 anni fa. Da qui, si sarebbero poi migrati in Europa e in Asia attraverso il Levante. E l’incredibile salto cognitivo? Semplicemente non c’è stato alcun mirabolante balzo improvviso nelle facoltà intellettive, si è trattato del frutto di una progressiva -e lentissima- selezione che ha prediletto la trasmissione di determinati tratti in quanto funzionali alla sopravvivenza. Evoluzione, that’s it!

Conclusioni

Abbiamo smontato pezzo per pezzo la teoria della discendenza aliena legata al fattore Rh negativo. Questo assunto si basa su una tecnica abbastanza comune in determinati ambiti: l’associazione deliberata di informazioni parziali estrapolate dal loro contesto.
È vero, sicuramente la nostra conoscenza della storia della specie umana (e delle origini dell’anomalia nel fattore di fattore di Rhesus) non è completa, ma la tendenza -nel corso del tempo- sembra quella di passare dal Dio factotum del “God of the gaps” (ovvero l’utilizzo della teologia per colmare i vuoti nella spiegazione in qualsiasi fenomeno non pienamente compreso) a un filone “Aliens of the gaps“, barattando così il Creazionismo con il Complottismo.
Dunque, potete stare sereni: non vi sono cellule eversive ibride al comando degli alieni infiltrate fra i Sapiens che calcano questo pianeta.
Ma, forse, non dovreste fidarvi di quello che vi dico…d’altro canto, io sono un Rh negativo.

Alessandra

Risorse, fonti e spunti di lettura:

  • Bloodline of the Gods: Unravel the Mystery of the Human Blood Type to Reveal the Aliens Among Us (Nick Redfern; 2015), disponibile su Amazon anche in italiano
  • Cro-Magnon: How the Ice Age Gave Birth to the First Modern Humans (Brian Fagan; 2010), disponibile su Amazon
  • The Horse, the Wheel, and Language: How Bronze-Age Riders from the Eurasian Steppes Shaped the Modern World (David W. Anthony, 2017), disponibile su Amazon
  • Historical Linguistics (Larry Trask; 1998), disponibile su Amazon
  • The Rh-negative blood group is associated with a higher risk of malaria (Nature, 2010)
  • The genetic basis of Rh-negative blood type (Blood, 2012)
  • The origin and spread of the Rh-negative blood group (American Journal of Human Genetics, 2014)
  • The Rh-negative blood group in Nagaland and Manipur (Human Biology, 1980)
  • https://brunildaternova.blogspot.com/2020/07/list-of-rh-negative-blood-type.html
  • https://bmcresnotes.biomedcentral.com/articles/10.1186/s13104-017-2644-3
  • https://www.ilmattino.it/societa/persone/sangue_rh_negativo_alieno_verita-1381079.html
  • https://almanacco.cnr.it/articolo/5262/0-rh-negativo-il-sangue-blu-alieno
  • https://www.wired.it/scienza/medicina/2019/02/19/rh-negativo-sangue-origine-aliena/
  • https://brunildaternova.blogspot.com/2020/07/list-of-rh-negative-blood-type.html
  • https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7371180/

 

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