
La cometa 3I/ATLAS è una sonda aliena? L’ipotesi del fisico Avi Loeb
Nel luglio 2025, il cielo ha sussurrato un enigma. Un oggetto mai visto prima, in rotta verso il sistema solare, ha catturato l’attenzione degli astronomi di tutto il mondo. Il suo nome è , ed è il terzo oggetto interstellare mai osservato, dopo ʻOumuamua (2017) e Borisov (2019). Ma ciò che distingue 3I/ATLAS da qualunque altro corpo celeste non è solo la sua provenienza esterna dal Sistema Solare, ma la possibilità che questo oggetto possa non essere naturale. Il sospetto sollevato è che — lo scriviamo con cautela — si tratti una sonda artificiale costruita da una civiltà extraterrestre. Questa ipotesi, tanto audace quanto scientificamente strutturata, è contenuta in un paper pubblicato il 22 luglio 2025 dal fisico teorico Avi Loeb e dal suo team, sul portale di preprint scientifici arXiv.org, con il titolo: “Is the Interstellar Object 3I/ATLAS Alien Technology?”

Chi è Avi Loeb e perché parla di sonde aliene?
Avi Loeb non è un “outsider”. È stato direttore del Dipartimento di Astronomia di Harvard, ha presieduto il comitato di consulenza del progetto Breakthrough Starshot e fondato il Galileo Project, un’iniziativa accademica per cercare technosignature: indizi di tecnologia non umana nell’universo. Nel 2018 ha raggiunto notorietà globale proponendo che ʻOumuamua — il primo oggetto interstellare rilevato — fosse un relitto alieno e non un asteroide naturale. Da allora, Loeb è diventato un riferimento controverso, ma ascoltato, nel panorama della ricerca astrobiologica: l’unico ad applicare rigorosamente il metodo scientifico all’ipotesi extraterrestre, senza cedere all’ufologia sensazionalista.
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Cosa sappiamo dell’oggetto interstellare 3I/ATLAS?
Scoperto il 1° luglio 2025 dal sistema ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), 3I/ATLAS si è rivelato da subito un oggetto anomalo:
- proviene chiaramente da fuori dal sistema solare, su un’orbita iperbolica con eccentricità > 6 (contro l’e ≈ 1.2 di ʻOumuamua);
- viaggia a oltre 210.000 km/h;
- ha un diametro stimato di 11 km, molto più grande dei precedenti visitatori interstellari;
- presenta una debole attività cometaria ma assenza di chioma visibile o sublimazione tipica;
- la sua traiettoria mostra deviazioni inspiegabili con i modelli gravitazionali standard.
Per questi motivi, Loeb e colleghi hanno deciso di indagare più a fondo.
Il contenuto del paper: analisi scientifica di un’ipotesi estrema
Nel paper pubblicato su arXiv, Loeb, Zhang e Krieger analizzano i dati raccolti da radar, fotometria e osservazioni astrometriche tra il 4 e il 21 luglio 2025. L’articolo segue la struttura di una ricerca formale e utilizza equazioni dinamiche e simulazioni numeriche. In sintesi, cosa affermano gli autori?
- L’oggetto mostra una lieve accelerazione trasversale non spiegabile da effetti noti (radiazione solare, effetto Yarkovsky, sublimazione).
- Le sue variazioni di velocità non sono casuali, ma coerenti con una manovra controllata o un’influenza artificiale.
- Come per ʻOumuamua, non ci sono segni evidenti di attività cometaria tradizionale (niente getti, nessuna “coda” consistente).
- Viene considerata l’ipotesi che 3I/ATLAS sia una sonda automatizzata inviata per osservare sistemi stellari, come una “camera di sorveglianza” cosmica.
Gli autori non affermano che sia certamente aliena, ma concludono che “i dati osservativi non escludono un’origine artificiale” e che la mancata considerazione dell’ipotesi potrebbe rappresentare un’occasione persa per la scienza e per la sicurezza planetaria:
“In the unlikely but nonzero case that 3I/ATLAS is an active probe, ignoring its behavior could represent a missed opportunity for the advancement of planetary defense, technosignature detection, and interstellar diplomacy.”
— Loeb et al., 2025
La comunità scientifica: scettica, ma incuriosita
La pubblicazione ha subito generato reazioni contrastanti: molti astrofisici ritengono 3I/ATLAS una cometa interstellare naturale, con attività debole ma compatibile con processi noti; altri, come Jonathan McDowell, hanno definito l’ipotesi “non plausibile”, ma non scientificamente irragionevole. Una minoranza crescente, tuttavia, sostiene che la scienza non può ignorare ciò che non sa spiegare, e che studiare questi oggetti è essenziale per il progresso dell’astrofisica.

Cosa succederà adesso: osservazioni, missioni e visibilità
3I/ATLAS raggiungerà il perielio il 29 ottobre 2025 e sarà visibile da Terra per diverse settimane, anche con strumenti amatoriali. Potrebbe diventare abbastanza luminoso da distinguersi a occhio nudo nei cieli bui tra novembre e dicembre.
Nel frattempo:
- il Vera C. Rubin Observatory continua a monitorarlo in dettaglio;
- NASA valuta la possibilità di deviare una sonda (forse Juno) per un flyby ravvicinato nel 2026;
- ricercatori privati e università stanno analizzando ogni dato disponibile per capire davvero di cosa si tratti.
E se fosse davvero una sonda aliena?
Loeb non è un sensazionalista. Nel suo paper non c’è alcuna affermazione straordinaria non supportata da dati. Se 3I/ATLAS fosse davvero artificiale, sarebbe la più grande scoperta della storia dell’umanità. Ma anche se fosse una cometa “normale”, resta un’occasione irripetibile per capire meglio cosa circola tra le stelle.
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