Storia e misteri dello Skinwalker Ranch

Lo Skinwalker Ranch (conosciuto anche come Sherman Ranch) è una proprietà di circa 512 acri situata nell’Uinta Basin, nella contea di Uintah (Utah nord-orientale). Si trova a circa 3,5 miglia da Fort Duchesne, al confine con la riserva degli Ute, popolazione nativa che per tradizione evita quella zona considerandola “il sentiero dello skinwalker”. Il ranch è divenuto celebre per una lunga serie di presunte attività paranormali, avvistamenti UFO e altri fenomeni inspiegabili riportati nel corso di decenni. Il suo nome stesso, Skinwalker, deriva dalla tradizione Navajo e allude a misteriose creature mutaforma della cultura indigena.
Negli ambienti del paranormale, lo Skinwalker Ranch è spesso citato come uno dei luoghi più enigmatici al mondo, una sorta di “hotspot” di ogni genere di fenomeno anomalo. L’intera regione dell’Uinta Basin è avvolta da queste leggende sin dai tempi antichi: si racconta che alcuni missionari spagnoli, nel tardo Settecento, videro strane “luci nel cielo” durante il loro passaggio. In epoca moderna, poi, l’area ha collezionato testimonianze su quasi tutto: UFO, creature tipo Bigfoot, mutilazioni di bestiame, cerchi nel grano, attività poltergeist e altro ancora. Non a caso, in passato il ranch è stato soprannominato “UFO Ranch” per la sua storia cinquantennale di eventi inspiegabili riportati da numerosi testimoni.

TL;DR

La famiglia Sherman negli anni ’90 riportò eventi estremi, quali animali impossibili, mutilazioni di bestiame e luci intelligenti. Il miliardario Robert Bigelow acquistò il ranch nel 1996, installando un laboratorio scientifico avanzato (NIDS), ma non riuscì mai a ottenere prove definitive: le anomalie sembravano elusive e “intelligenti”, spesso accompagnate da guasti inspiegabili agli strumenti.  Il governo USA finanziò la ricerca con 22 milioni di dollari tramite il programma segreto AATIP/AAWSAP della DIA, concentrato proprio sul ranch. Nel 2016 il ranch passa a Brandon Fugal, che rende pubbliche le indagini con la serie TV The Secret of Skinwalker Ranch. Le ricerche recenti riportano UAP, radiazioni anomale, segnali elettromagnetici inspiegati, possibili cavità o oggetti sotto la Mesa e reazioni fisiche nei ricercatori. Un episodio ha persino portato a una evacuazione d’emergenza per un picco improvviso di radiazioni. Le teorie spaziano da:

  • Folklore Navajo (maledizione e presenza di skinwalker);
  • Extraterrestri e tecnologie sconosciute;
  • Portali interdimensionali;
  • Cause naturali e psicologiche, secondo gli scettici (campi EM, suggestione, errori di misura).

Nonostante decenni di studi, nessuna spiegazione definitiva è stata confermata.

Indice

Il significato del termine “Skinwalker” nella cultura Navajo

Due Skinwalker Navajo fotografati all’inizio del ‘900.

Il termine “skin-walker” proviene da una leggenda Navajo. Nella lingua Navajo è chiamato yee naaldlooshii, che significa letteralmente “egli va a quattro zampe”. Secondo il folklore Navajo, gli skinwalker sono essenzialmente stregoni malvagi dotati di poteri soprannaturali: essi possono trasformarsi in animali o assumere il loro aspetto per compiere le proprie malefatte. Spesso si parla di lupi, coyote, volpi o orsi, ma in teoria uno skinwalker sarebbe in grado di diventare qualsiasi animale a piacimento.

Queste figure oscure otterrebbero i loro poteri tramite l’adesione a rituali proibiti e atti atroci: la leggenda narra che, per diventare uno skinwalker, un individuo debba commettere un terribile sacrilegio, ad esempio uccidere una persona cara (spesso un familiare) come rito di iniziazione. Dopo aver compiuto questo omicidio, lo stregone acquisirebbe la capacità di mutare forma a volontà. Inoltre, si dice che gli skinwalker indossino pelli e talvolta teschi di animali predatori per amplificare ulteriormente i propri poteri e velocizzare la trasformazione. Nella cultura Navajo, lo skinwalker rappresenta uno degli esseri più temuti e malefici: viene spesso accusato di essere la causa di ogni sorta di sventura, dal maltempo alle malattie o alla morte improvvisa.
Va notato che leggende di creature mutaforma non sono esclusive dei Navajo – anche altre tribù come Apache e Hopi, o addirittura alcune tradizioni europee, hanno miti simili (si pensi ai lupi mannari nel folklore europeo). Nel contesto del nostro ranch, però, il termine Skinwalker è diventato emblematico proprio per via della leggenda di una maledizione Navajo che avrebbe colpito quelle terre (vedremo a breve i dettagli) e per i molti avvistamenti di strane creature lì avvenuti. Sarebbe stato lo stesso allevatore Terry Sherman, il primo proprietario ad aver reso noti i fenomeni, a usare il nome “Skinwalker Ranch” dopo aver assistito a inspiegabili apparizioni che gli ricordavano gli skinwalker della tradizione Navajo.

La Storia dello Skinwalker Ranch: dalle prime segnalazioni a oggi

Ripercorriamo ora in ordine cronologica la storia dello Skinwalker Ranch.

Skinwalker Ranch storia antica

Le vicende misteriose attribuite allo Skinwalker Ranch non iniziano in tempi recenti, ma affondano le radici lontano nel passato. Gli storici riferiscono che sin dal XIX secolo (e persino prima) i nativi Ute consideravano maledetta l’area oggi occupata dal ranch, dopo antichi conflitti con i Navajo. La leggenda locale narra che, in seguito a scontri violenti – tra cui l’aiuto fornito da alcuni Ute all’esercito americano nella persecuzione dei Navajo durante la “Lunga Marcia” della Guerra Civile – i Navajo avrebbero lanciato un maleficio sul territorio degli Ute, “scatenando gli skinwalker” contro di loro. Da allora, si dice, queste streghe mutaforma infesterebbero la zona: gli Ute stessi credono che la presenza degli skinwalker nell’Uintah Basin duri da almeno 15 generazioni e che si nascondano nei canyon vicini (come il Dark Canyon), evitando però di stabilirsi direttamente nel ranch. Sebbene l’effettiva realtà di questa maledizione Navajo sia contestata dagli storici (molti ritengono che sia un mito evolutosi nel tempo), la tradizione ha contribuito a creare un’aura sinistra attorno a quei pascoli ben prima dell’era moderna.

I primi avvistamenti paranormali (anni ’50-’60)

In epoche più recenti, la regione ha continuato a produrre strane storie. A partire dagli anni 1950 si moltiplicarono le segnalazioni di oggetti volanti non identificati nei cieli della Uintah Basin. Tali avvistamenti raggiunsero il picco tra gli anni ’60 e ’70: si contarono letteralmente centinaia di report di UFO, descritti nelle forme più disparate (dischi luminosi, sfere verdi, oggetti sigariformi o triangolari, alcuni piccoli 20-30 piedi, altri grandi “come un campo da football”). Alcune luci volavano in modo erratico, altre emanavano raggi colorati: lo scenario era così frequente che, negli anni ’70, la polizia stradale dello Utah smise addirittura di compilare rapporti per ogni singolo avvistamento, tanto erano comuni. Parallelamente, molti allevatori della zona cominciarono a trovare il proprio bestiame mutilato in modo inspiegabile. Un insegnante in pensione, Joseph “Junior” Hicks, residente nella vicina Roosevelt (UT), indagò su oltre 400 avvistamenti UFO nel bacino dell’Uintah, notando che le apparizioni di luci nel cielo spesso coincidevano con episodi di mutilazione di bovini. In alcuni casi gli abitanti raccontarono persino di aver intravisto strane figure umanoidi all’interno di questi oggetti volanti, come ombre attraverso finestrini o “oblò” dei misteriosi velivoli. Tutto ciò preannunciava i fenomeni che sarebbero poi esplosi in modo ancora più clamoroso al Skinwalker Ranch.

Il caso della famiglia Sherman

La vera notorietà del ranch arrivò però a metà degli anni ’90, quando una famiglia di agricoltori, gli Sherman, ne divenne proprietaria e cominciò a riportare pubblicamente una serie di eventi inspiegabili e inquietanti. Terry e Gwen Sherman, insieme ai loro due figli, acquistarono la proprietà nel 1994, desiderosi di vivere nella tranquilla campagna dello Utah. Appena insediati, notarono subito qualcosa di strano: l’abitazione presentava misure di sicurezza anomale. C’erano robuste serrature e chiavistelli su tutte le porte e finestre, sia all’interno che all’esterno della casa; perfino gli armadietti della cucina avevano catenacci, e a entrambe le estremità dell’edificio erano infissi grossi pali con pesanti catene, presumibilmente usati dai precedenti proprietari per tenere cani da guardia di grande taglia. Era come se i vecchi inquilini avessero vissuto nella costante paura che qualcosa potesse entrare improvvisamente in casa dal nulla.
Fin dal primo giorno al ranch, gli Sherman ebbero conferma che quelle precauzioni non erano del tutto infondate. Mentre stavano radunando il bestiame, un enorme animale – simile a un lupo o forse a un coyote gigantesco – apparve ai margini del pascolo e si avvicinò con calma alle mandrie. Improvvisamente la bestia afferrò con le fauci un vitello attraverso le sbarre di un recinto, cercando di trascinarlo fuori. Terry Sherman e suo padre accorsero e colpirono l’animale con bastoni, ma senza effetto; Terry sparò allora un colpo di pistola a bruciapelo con un calibro .357. Incredibilmente, il lupo (o qualunque creatura fosse) non reagì minimamente al proiettile e continuò a stringere il vitello. Sorpreso, Terry sparò ancora una volta e solo allora il lupo mollò la presa. Rimasto illeso e quasi indifferente, l’animale si allontanò lentamente. Gli Sherman, sconvolti, seguirono le sue impronte per circa un miglio, finché queste si interruppero bruscamente nel fango, in mezzo al nulla – come se il grosso lupo fosse svanito all’istante nel nulla. Non c’era sangue per terra, né tracce del corpo: una sparizione assolutamente inspiegabile.
Nei mesi successivi la famiglia Sherman e i vicini furono testimoni di un crescendo di apparizioni inspiegabili. Terry e Gwen videro più volte in lontananza animali sconosciuti: ad esempio uccelli dai colori sgargianti e dalle dimensioni incompatibili con qualsiasi specie locale, oppure figure scure e massicce somiglianti a un Bigfoot o ad altri criptidi umanoidi che si aggiravano oltre il limite del loro terreno. In un caso, Terry osservò un essere simile a una “iena” gigantesca – bassa sul terreno, dal corpo muscoloso di forse 200 kg, con folto pelo rossiccio e coda cespugliosa – che stava attaccando uno dei suoi cavalli, dilaniandone la carne. Quando Sherman si avvicinò, la creatura svanì all’istante davanti ai suoi occhi. Sulle zampe del cavallo rimasero profondi artigli graffianti come unica prova fisica dell’assalto. Pochi mesi più tardi, un vicino riferì di aver visto una bestia simile correre attraverso la sua proprietà.
Accanto a queste apparizioni di creature anomale, il ranch fu teatro di frequenti fenomeni aerei inspiegabili. I Sherman osservarono svariate volte luci misteriose muoversi nel cielo sopra la loro valle. In alcune notti contarono fino a una dozzina di UFO di varie forme: sfere arancioni grandi e incandescenti che stazionavano sopra i campi, piccoli globi blu che sfrecciavano a velocità innaturali, oggetti volanti a forma di disco o di triangolo che apparivano e sparivano all’improvviso. In più di un’occasione, dopo l’avvistamento di queste luci, seguiva qualche triste scoperta tra il bestiame: i loro animali cominciarono a morire in modi raccapriccianti o a sparire senza lasciare tracce. Nel giro di due anni i Sherman persero ben sette capi di bestiame di alto valore. Quattro mucche svanirono letteralmente – uscite al pascolo e mai più ritrovate, neppure i resti – mentre altre tre furono trovate morte e mutilate in modo quasi chirurgico.
I dettagli di queste mutilazioni erano agghiaccianti. In un caso, il cadavere di una mucca presentava un foro perfettamente rotondo al centro dell’occhio sinistro, ma per il resto era intatto. Un altro bovino aveva una ferita analoga all’occhio e, inoltre, un’ampia perforazione nel retto: un foro di circa 15 cm di diametro per 45 cm di profondità era stato scavato nel corpo dell’animale dall’ano fin dentro la cavità addominale. L’ultimo caso avvenne in pieno giorno: il figlio degli Sherman vide una delle loro mucche viva e sana, ma appena cinque minuti dopo l’animale fu ritrovato morto, collassato a terra con un enorme buco (6 pollici di diametro, 18 pollici di profondità) che le aveva asportato buona parte degli organi interni. In tutte e tre le mutilazioni, colpiva un fatto: non c’era traccia di sangue intorno ai corpi, come se il sangue fosse stato rimosso completamente. Inoltre non si riscontravano orme di predatori, né segni di lotta o di trascinamento. L’unico indizio era un pungente odore chimico nell’aria attorno alle carcasse. Delle quattro mucche scomparse, una lasciò dietro di sé un indizio inquietante: le sue impronte sulla neve conducevano in un campo aperto e poi si interrompevano bruscamente, come se l’animale fosse stato sollevato in aria e portato via. Attorno a quel punto, Terry notò ramoscelli e frasche sparsi al suolo e le cime degli alberi vicini recise nettamente, quasi qualcosa vi fosse precipitato sopra o passato in mezzo.
Oltre a ciò, molte altre anomalie tormentavano la quotidianità degli Sherman. Di notte, a intervalli irregolari, i pascoli si illuminavano a giorno senza una fonte visibile di luce. Dal sottosuolo provenivano rumori simili al ronzio o al cozzare di macchinari pesanti, come se nel cuore della mesa (la collina rocciosa del ranch) qualcuno stesse operando con attrezzature industriali sotterranee. In casa si manifestavano episodi degni di un poltergeist: oggetti che sparivano per poi ricomparire in posti improbabili, porte che si aprivano e chiudevano da sole, e inspiegabili voci disincarnate che talvolta risuonavano sopra le loro teste all’aperto – come conversazioni in una lingua sconosciuta provenienti dal cielo. In mezzo ai campi, l’erba veniva trovata appiattita in cerchi concentrici del diametro di alcuni metri (i classici crop circle, benché più rudimentali). Terry Sherman, inizialmente scettico, arrivò a chiedersi se per caso non fossero involontari attori di qualche progetto governativo segreto, magari esperimenti militari condotti nell’ombra. “Per molto tempo ci siamo chiesti cosa stessimo vedendo, se c’entrasse qualcosa con un progetto top-secret… Non so davvero cosa pensare”, dichiarò in seguito lo stesso Terry.
La goccia che fece traboccare il vaso arrivò una sera di maggio 1996. Terry notò una piccola sfera blu luminescente fluttuare a poca distanza dal suolo, nei pressi della casa. Il globo pareva muoversi in maniera intelligente; i tre cani pastore degli Sherman cominciarono ad abbaiare furiosamente e si lanciarono all’inseguimento dell’entità luminosa, che li attirò verso un boschetto ai margini del pascolo. Terry, preoccupato, osservò da lontano la scena finché la luce blu e i cani scomparvero tra gli alberi. Nel silenzio della notte udì quindi tre guaiti terribili, poi più nulla. Il mattino seguente, recatosi sul posto, trovò una macabra scena: tre chiazze circolari di una sostanza grassa e gelatinosa sul terreno bruciato, proprio in mezzo al bosco. Dei cani non c’era alcuna traccia: erano stati letteralmente disintegrati – come se quella sfera luminosa li avesse polverizzati lasciando solo residui untuosi sul suolo carbonizzato. Per la famiglia fu uno shock insuperabile.
Nel terreno di Skinwalker Ranch si era consumata una sequela di eventi tanto incredibili quanto orrifici, nell’arco di appena due anni. A quel punto, i Sherman ritennero impossibile continuare a vivere lì con i loro figli. Decisero dunque di abbandonare la fattoria e di raccontare pubblicamente la loro storia, sia per mettere in guardia altri sia nella speranza di trovare spiegazioni o aiuto. Le prime notizie trapelarono proprio nel 1996: il quotidiano Deseret News di Salt Lake City pubblicò un articolo sui misteriosi accadimenti riferiti dalla famiglia. Pochi mesi dopo, il celebre giornalista investigativo George Knapp (noto per le sue inchieste sugli UFO di Area 51) realizzò una serie di approfondimenti sul settimanale Las Vegas Mercury, dando allo Skinwalker Ranch rilevanza nazionale. Le storie dei coniugi Sherman – i loro avvistamenti inspiegabili e spaventosi – divennero così di dominio pubblico, attirando l’attenzione di curiosi, appassionati di paranormale e anche di alcuni facoltosi ricercatori.

L’interesse della stampa e dei ricercatori – L’arrivo di Robert Bigelow

Robert Bigelow

Tra coloro che lessero gli articoli del 1996 c’era un personaggio destinato a cambiare per sempre le sorti del ranch. Si tratta del miliardario statunitense Robert Bigelow, un imprenditore immobiliare e aerospaziale con una nota passione per l’ufologia e il paranormale. Bigelow – già fondatore di un istituto privato chiamato National Institute for Discovery Science (NIDS) – rimase affascinato dalla storia del ranch e intravide l’opportunità di indagare seriamente quei fenomeni. Egli contattò immediatamente i coniugi Sherman con un’offerta: acquistare tutta la proprietà per proseguire le ricerche in modo sistematico. Terry e Gwen, che ormai desideravano solo andarsene in un luogo sicuro, accettarono di vendere. Così, nel 1996, Robert Bigelow comprò lo Skinwalker Ranch per circa 200.000 dollari, una cifra all’epoca nella media per terreni di quelle dimensioni. L’accordo prevedeva una clausola di non divulgazione: gli Sherman si impegnavano a non parlare più pubblicamente degli eventi del ranch dopo la cessione. Venduta la fattoria, la famiglia Sherman si trasferì altrove (per quanto si sappia, senza più subire fatti simili), mentre Bigelow iniziò a trasformare il ranch nel centro nevralgico di uno studio paranormale senza precedenti.
Bigelow, forte delle sue risorse finanziarie, blindò l’intera area e la attrezzò come un vero laboratorio sul campo. Installò sul ranch sensori e camere ad alta tecnologia, recinzioni e sistemi di sorveglianza, e vi portò scienziati e investigatori del suo team NIDS – molti dei quali con dottorati e formazione militare – per monitorare costantemente ogni anomalia. Guardie armate presidiavano l’ingresso 24 ore su 24, tenendo lontani curiosi e intrusi. Lo scopo dichiarato di NIDS era di studiare in modo rigoroso vari fenomeni “di frontiera” (dagli UFO alle mutilazioni di bestiame, dalle apparizioni criptiche alle manifestazioni psichiche) e raccogliere dati solidi. Per alcuni anni, il ranch divenne un cantiere di esperimenti: furono allestite postazioni di osservazione fisse, visori a infrarossi, piattaforme di rilevamento magnetico, e si svolsero centinaia di ore di appostamenti notturni.
Tuttavia, nonostante le alte aspettative, i risultati del NIDS furono in gran parte frustranti. I fenomeni sembravano proseguire – l’“attività” paranormale non cessò affatto, anzi in diversi casi gli scienziati videro con i propri occhi cose sconcertanti – ma documentarli si rivelò estremamente difficile. I ricercatori riportarono di aver osservato anche loro misteriose luci notturne simili a quelle descritte dagli Sherman e di aver rinvenuto bovini mutilati in circostanze inspiegabili (celebre il caso di una mucca trovata sventrata in pieno giorno, meno di un’ora dopo essere stata vista viva e in salute, anch’essa priva di sangue attorno e con organi asportati chirurgicamente). Inoltre, diversi membri del team avvistarono creature sconosciute aggirarsi nella proprietà: ad esempio enormi animali dagli occhi rossi e luminosi appostati nel buio, che però scomparivano prima di poter essere avvicinati. Ma ogni volta che veniva tentata una raccolta di prove, accadeva l’imprevedibile: le apparecchiature elettroniche smettevano di funzionare proprio nei momenti cruciali. Le telecamere puntate su un’area particolarmente attiva si guastavano all’istante, i dispositivi di visione notturna registravano solo interferenze al momento clou; in alcuni casi i cavi furono trovati strappati o gli strumenti fisicamente distrutti da una forza invisibile. Sembrava quasi che “qualcosa” al ranch sapesse in anticipo cosa i ricercatori stavano per fare, e sistematicamente rovinasse i loro esperimenti. Non è un’esagerazione: John B. Alexander, colonnello dell’esercito in pensione coinvolto nel progetto, dichiarò in un’intervista che a suo avviso sul ranch operava una sorta di “intelligenza precognitiva senziente” capace di anticipare le mosse del team e di sabotarli di proposito. Alla fine, dopo anni di sorveglianza, Bigelow e i suoi collaboratori dovettero ammettere di avere “grandi difficoltà a ottenere prove coerenti con la pubblicazione scientifica”. In altre parole, nessuna prova concreta dei fenomeni del ranch poté essere validata in modo rigoroso: molta aneddotica intrigante, ma poco materiale solido da sottoporre alla comunità scientifica.
Il programma NIDS fu ufficialmente chiuso nel 2004, senza clamori e con risultati pubblici molto scarsi (anche se internamente Bigelow conservò un archivio di dati e testimonianze raccolte). Eppure, l’epopea scientifica del ranch non finì lì: anziché abbandonare, Bigelow decise di rilanciare in modo ancora più ambizioso, cercando supporto anche dalle istituzioni governative. Nel 2005 fondò una nuova organizzazione, la Bigelow Aerospace Advanced Space Studies (BAASS), con un taglio più “aerospaziale” e segreto. L’obiettivo era coinvolgere agenzie federali nello studio di ciò che ormai appariva come un mistero nazionale. L’occasione arrivò nel 2007, quando l’Agenzia di Intelligence della Difesa (DIA) mostrò interesse per i racconti del ranch. Grazie all’appoggio del senatore Harry Reid – amico personale di Bigelow e all’epoca capogruppo di maggioranza al Senato USA – venne avviato un programma governativo classificato denominato Advanced Aviation Threat Identification Program (AATIP), dotato di un finanziamento di 22 milioni di dollari. Ufficialmente l’AATIP mirava a indagare minacce aerospaziali avanzate (cioè UFO/UAP) per la sicurezza nazionale; di fatto, gran parte delle ricerche si concentrarono proprio su Skinwalker Ranch e sui fenomeni ad esso collegati. Bigelow ottenne contratti sostanziosi attraverso la sua BAASS per continuare le indagini sul campo, questa volta con la supervisione (ancorché segreta) del Pentagono. Negli anni successivi, scienziati e agenti governativi visitarono il ranch e studiarono materiale su UFO, luci anomale e altre attività inspiegabili nella zona. Il programma raccolse anche documentazione su casi bizzarri accaduti ai membri del team – ad esempio effetti “postumi” paranormali che li seguivano a casa – a testimonianza del potenziale unico del sito. L’iniziativa rimase segreta al pubblico fino al dicembre 2017, quando un articolo del New York Times rivelò l’esistenza dell’AATIP e il coinvolgimento diretto di Bigelow e di Skinwalker Ranch nei dossier del Pentagono. Un portavoce della Difesa confermò l’esistenza del programma (precisando che i fondi erano terminati nel 2012) e lo stesso senatore Reid difese la scelta di aver finanziato ricerche sugli UFO come “una delle cose buone” fatte nella sua carriera. Questa rivelazione fece scalpore: scienziati e media scoprirono che dietro le quinte il governo americano aveva preso sul serio gli strani eventi del ranch al punto da investirvi milioni di dollari – un fatto che da un lato legittimò (in parte) il mistero, dall’altro fornì nuovo materiale ai teorici della cospirazione.
Nel frattempo, lo Skinwalker Ranch continuava a cambiare volto. Nel 2016 Robert Bigelow decise di vendere la proprietà. Dopo due decenni di possessione, cedette il ranch a un acquirente avvolto nel riserbo: una società chiamata Adamantium Holdings (poi Adamantium Real Estate) acquistò i 512 acri per la cifra – secondo i rumor – di 4,5 milioni di dollari. L’identità del nuovo proprietario rimase a lungo segreta, alimentando speculazioni (c’era chi ipotizzava si trattasse di un altro miliardario occulto, o addirittura di un ente governativo). Nel corso di quell’anno, i nuovi proprietari chiusero ulteriormente l’area: una strada pubblica (la Hicken Ranch Road) che attraversava il ranch fu sbarrata con cancelli e cartelli di divieto, e successivamente la contea di Uintah ne approvò la chiusura al traffico su richiesta degli stessi gestori di Adamantium, citando problemi di frequenti incursioni non autorizzate. Lo Skinwalker Ranch divenne così una zona totalmente off-limits per il pubblico: accesso vietato e sorveglianza privata 24 ore su 24. Nel 2017 il marchio “Skinwalker Ranch” fu registrato legalmente come trademark, a tutela commerciale del nome e del business nascente attorno ad esso.
Solo nel marzo 2020 il mistero del nuovo proprietario fu svelato: con un annuncio a sorpresa, l’imprenditore immobiliare Brandon Fugal rivelò di essere lui, tramite Adamantium, il proprietario dello Skinwalker Ranch dal 2016. Fugal, figura nota nello Utah per le sue attività nel settore real estate e appassionato di scienza, dichiarò di aver mantenuto l’anonimato inizialmente per poter studiare il ranch senza clamore, ma di essere pronto a condividere con il mondo le nuove indagini. Contestualmente, Fugal annunciò di aver permesso a una troupe televisiva di documentare le ricerche sul ranch per una nuova serie di History Channel intitolata The Secret of Skinwalker Ranch. Si apriva così una nuova era per il ranch: non più solo studi segreti dietro cancelli chiusi, ma un’operazione mediatica che avrebbe portato il pubblico dentro l’enigma, passo dopo passo, attraverso lo schermo televisivo.

Chi è il Proprietario Attuale dello Skinwalker Ranch?

Lo Skinwalker Ranch oggi (credits HistoryChannel.com).

Oggi lo Skinwalker Ranch è di proprietà di Brandon Fugal, un imprenditore milionario con base nello Utah. Fugal è diventato proprietario nel 2016, subentrando a Robert Bigelow, ma ha reso pubblico il suo coinvolgimento solo anni dopo, preferendo inizialmente mantenere un basso profilo per osservare il ranch lontano dai riflettori. Il suo nome è legato alla società Adamantium Real Estate, tramite la quale avvenne l’acquisto. Fugal è noto come investitore nel campo immobiliare e tecnologico, ma è anche un appassionato di misteri scientifici: si definisce uno scettico aperto al mistero, interessato a esplorare fenomeni anomali con metodo scientifico. Proprio questo approccio lo ha spinto a continuare gli studi sul ranch con una nuova squadra di esperti e a condividere i risultati col pubblico attraverso la serie TV dedicata. Dal 2020 in avanti, Fugal è apparso frequentemente nei media e sui social legati allo Skinwalker Ranch, presentandosi come il custode di questo luogo enigmatico e il finanziatore delle ricerche in corso.
Prima di Fugal, però, ci sono state altre figure chiave nella storia della proprietà: in particolare Robert Bigelow, il precedente proprietario (1996-2016), e prima ancora la famiglia Sherman (1994-1996). Vale la pena riassumere i principali passaggi di mano:

  • Famiglia Myers (1905-1987): i coniugi Kenneth e Edith Myers furono storici proprietari del ranch per molti decenni, sin dagli anni ‘30. Nonostante vivessero sul posto da una vita, non divulgarono mai storie di fenomeni strani (forse per timore del ridicolo, o forse perché effettivamente non ne furono testimoni diretti). Alcuni vicini, tuttavia, affermarono in seguito di aver visto luci inspiegabili in quei lunghi anni, segno che qualcosa bolliva in pentola anche allora
  • . I Myers lasciarono il ranch nel 1987 e la proprietà restò disabitata fino ai primi anni ‘90.
  • Terry e Gwen Sherman (1994-1996): gli allevatori che portarono alla luce i misteri del ranch. Acquistarono la proprietà nel 1994 per farne la loro fattoria dei sogni, ma dovettero ricredersi presto. Come abbiamo dettagliato, in soli due anni furono travolti da eventi spaventosi che li spinsero a vendere precipitosamente tutto nel 1996. Importante sottolineare che i Sherman non si arricchirono affatto con questa vendita: la somma pagata da Bigelow (200.000 dollari) era grossomodo il prezzo di mercato, segno che più che un guadagno cercavano di scappare il prima possibile da quell’incubo.
  • Robert Bigelow (1996-2016): il miliardario che trasformò il ranch in un laboratorio paranormale. Bigelow, essendo già un ricercatore nel campo UFO, colse al volo l’occasione presentata dai racconti degli Sherman. Dopo aver acquisito il ranch, impose un ferreo riserbo (non a caso fece firmare ai Sherman un NDA, non-disclosure agreement, per far cessare le loro interviste ai media) e investì risorse notevoli per studiare ogni anomalia presente. Durante la sua gestione, il nome “Skinwalker Ranch” diventò celebre negli ambienti ufologici e Bigelow ne fece quasi un marchio (il marchio commerciale vero e proprio fu registrato nel 2018, poco dopo la sua uscita di scena, dalla Adamantium). Bigelow mantenne la proprietà per vent’anni. Il suo coinvolgimento arrivò al punto da ottenere fondi federali per la ricerca (come visto con il programma AATIP finanziato dal Pentagono) e da attirare scienziati di alto profilo sul campo. Nonostante ciò, dopo due decenni decise di vendere: ufficialmente non ha mai rivelato nel dettaglio cosa lo abbia convinto a lasciare, ma è lecito supporre che l’assenza di risultati concreti e forse il desiderio di concentrare gli sforzi altrove abbiano pesato.
  • Brandon Fugal (2016-oggi): l’attuale proprietario e protagonista della nuova fase “pubblica” del ranch. Fugal ha acquistato l’area nel 2016 (pare con un investimento di 4.5 milioni $), motivato sia dall’interesse scientifico sia dalla consapevolezza di avere tra le mani un luogo leggendario. Dopo qualche anno di studio privato, ha deciso di rivelarsi al pubblico nel 2020 e di avviare collaborazioni aperte, coinvolgendo un’emittente come History Channel e vari specialisti per portare avanti le indagini in modo trasparente. Oggi Brandon Fugal è il “volto” dello Skinwalker Ranch: partecipa ai programmi TV, aggiorna costantemente gli appassionati sulle scoperte e, pur finanziando di tasca propria molte operazioni, ha trasformato il ranch anche in un fenomeno mediatico globale. Sotto la sua direzione, il ranch rimane comunque chiuso al pubblico e strettamente controllato. Alte recinzioni, telecamere, guardie armate e cartelli di “No Trespassing” circondano il perimetro. Senza un invito esplicito del proprietario è impossibile accedervi – un aspetto che Fugal difende come necessario sia per la sicurezza (visti i potenziali rischi, ad esempio radiazioni o terreno instabile in certe zone) sia per evitare interferenze esterne negli esperimenti.

In sintesi, il proprietario attuale è quindi Brandon Fugal, affiancato da un team di collaboratori di fiducia (scienziati, tecnici e anche un responsabile della sicurezza noto con il soprannome di “Dragon”). Il ruolo di Fugal è duplice: da un lato investitore privato in cerca di risposte a un enigma, dall’altro attore principale nel portare il mistero di Skinwalker Ranch all’attenzione del mondo in modo documentato e – per quanto possibile – rigoroso.

Perché lo Skinwalker Ranch è stato evacuato?

Nell’immaginario comune, l’idea di “evacuare” lo Skinwalker Ranch richiama scene da film horror o di emergenze militari, e in effetti nella storia del ranch vi sono stati momenti di forte pericolo che hanno richiesto di abbandonare in fretta l’area.
In senso lato, si potrebbe dire che la famiglia Sherman stessa evacuò il ranch nel 1996, fuggendo dalla proprietà divenuta troppo inquietante e pericolosa dopo la serie di eventi terrificanti (l’episodio della sfera blu che uccide i cani fu l’ultimo e decisivo segnale per loro). Tuttavia, generalmente quando si parla di “Skinwalker Ranch evacuato” ci si riferisce a un evento più recente e specifico, avvenuto durante le nuove indagini scientifiche sul posto.
In particolare, nel corso della serie TV dedicata al ranch, è stato documentato un incidente che ha costretto i ricercatori a una evacuazione d’emergenza. Durante una campagna di scavi e rilevamenti nei pressi della Mesa (la formazione rocciosa al centro del ranch), il team ha registrato improvvisamente un picco abnorme di radiazioni gamma nell’area. I contatori Geiger hanno segnato valori superiori a 700 cpm (conteggi al minuto) – livelli pericolosamente alti per radiazioni ionizzanti – inducendo immediatamente il responsabile scientifico e la sicurezza a far allontanare tutti dal sito. Per precauzione, l’intero staff è stato evacuato e sottoposto a controlli medici, temendo possibili esposizioni. Ciò che ha reso l’episodio ancora più sconcertante è che le letture radioattive anomale sembravano “inseguire” i ricercatori: quando il gruppo si è spostato in un altro punto chiave del ranch (la zona chiamata “il Triangolo”), i rilevatori hanno nuovamente misurato picchi inspiegabili – in un caso oltre 1900 cpm – e uno strumento in particolare registrava quei valori elevati solo quando veniva tenuto in mano da uno dei membri del team, il dottor Travis Taylor. Era come se la fonte di energia fosse in qualche modo mirata o soggetta a un’interferenza misteriosa legata alle persone presenti.
Questo incidente – mostrato nell’episodio intitolato “Lights Out” della serie The Secret of Skinwalker Ranch – è stato uno dei momenti più drammatici della nuova fase di ricerche. La causa esatta del picco di radiazioni rimane incerta. L’analisi successiva dei dati ha suggerito la possibilità che le letture fossero state “falsate” o manipolate da qualcosa o qualcuno, poiché nessuna fonte radioattiva stabile è stata trovata nel terreno. In altre parole, si è ipotizzato che potesse trattarsi di un fenomeno transitorio intenzionale, quasi un tentativo deliberato di “spaventare” o allontanare il team. Le teorie al riguardo abbondano: c’è chi pensa a un rilascio improvviso di gas radioattivi naturali dal sottosuolo (ad esempio Radon) dovuto ai lavori di scavo – un’ipotesi ufficiale ancora in esame – e chi invece punta il dito verso un’entità intelligente sconosciuta che avrebbe volutamente “irradiato” l’area per mettere in fuga gli umani (una sorta di difesa del territorio da parte del “mistero” stesso). Non sono mancati nemmeno sospetti più terreni, come l’idea che qualche apparecchiatura di ignoti possa aver generato un impulso di radiazioni per scherzo o per sabotaggio. Ad oggi, però, nessuna spiegazione definitiva è stata confermata.
Va detto che, al di fuori del programma TV, non ci sono molte informazioni indipendenti sull’accaduto: la History Channel (che produce la serie) ha mostrato l’evacuazione al pubblico ma non ha rilasciato comunicati stampa dettagliati, lasciando intenzionalmente la vicenda avvolta nel mistero. Ciò ha ovviamente alimentato il dibattito online: appassionati e scettici hanno discusso a lungo sui forum e social media, facendo diventare “l’evacuazione dello Skinwalker Ranch” un piccolo fenomeno virale. Clip video dell’episodio e ricostruzioni sono rimbalzate su YouTube e Reddit, spesso con titoli sensazionalistici (del tipo “The Skinwalker Ranch team fled after this terrifying discovery!”). Questo episodio ha quindi avuto un impatto mediatico notevole, aumentando ancora di più la fama sinistra del ranch.
In sintesi, il ranch è stato evacuato temporaneamente in almeno questa circostanza documentata, a causa di un pericolo immediato (radiazioni inspiegabili). Oltre a ciò, possiamo metaforicamente dire che è stato “evacuato” in passato dalle persone che ci vivevano – come i Sherman – a causa dei perduranti fenomeni inspiegabili e del clima di terrore che vi si era creato. Ogni volta, il perché dell’evacuazione resta collegato ai misteri stessi del luogo: forze o eventi sconosciuti che minacciano la sicurezza fisica e psicologica di chi vi si addentra, costringendo alla ritirata.

Ultime notizie e aggiornamenti sullo Skinwalker Ranch

Negli ultimi anni, lo Skinwalker Ranch è tornato alla ribalta grazie a nuove indagini e a una maggiore esposizione mediatica. In particolare, come già detto, la serie televisiva “The Secret of Skinwalker Ranch” (trasmessa su History Channel a partire dal 2020, con il titolo italiano “I segreti del ranch maledetto”) ha documentato in tempo quasi reale le ricerche in corso nella proprietà.

Sotto la supervisione di Brandon Fugal, è stato formato un team interdisciplinare di esperti con l’obiettivo di applicare il metodo scientifico ai misteri del ranch. Il gruppo include figure come l’astrofisico Dr. Travis Taylor – che vanta esperienze con il Dipartimento della Difesa e la NASA ed ha persino collaborato alla task force governativa sugli UAP (Unidentified Aerial Phenomena) – e altri scienziati (ingegneri, geologi, analisti di dati), oltre a personale di sicurezza e tecnici. Questa squadra, ripresa costantemente dalle telecamere, ha condotto esperimenti sul campo sempre più audaci: si va da trivellazioni e carotaggi del terreno a lanci di razzi nell’atmosfera sopra il ranch, dall’uso di droni con termocamere e laser ad analisi spettrografiche e misurazioni di ogni tipo.
Le novità recenti emerse da queste ricerche sono intriganti. Ad esempio, utilizzando radar e strumenti di scansione del sottosuolo, il team ha scoperto anomalie sotterranee all’interno della Mesa: pare vi siano oggetti metallici sepolti di grande dimensione o cavità strutturate, rilevati tramite imaging a penetrazione (un risultato che ha suscitato molte speculazioni su possibile tecnologia nascosta o depositi minerari unici). Durante i monitoraggi aerei, più volte le telecamere hanno registrato UAP (fenomeni aerei non identificati) comparire improvvisamente nei cieli del ranch in concomitanza con gli esperimenti – ad esempio, misteriose luci che si materializzavano quando venivano lanciati razzi verso un punto preciso del cielo noto come “il Triangolo”, per poi scomparire altrettanto rapidamente. In un episodio, i ricercatori hanno osservato attraverso strumenti ottici quello che sembrava un portale luminoso aprirsi per pochi istanti sopra la Mesa, dal quale sarebbe transitato un oggetto volante. Tali osservazioni hanno alimentato ulteriormente la tesi dei “varchi dimensionali” nel ranch (di cui diremo nella sezione Teorie).
Parallelamente, sono continuate le rilevazioni di radiazioni anomale e campi elettromagnetici inspiegabili. Oltre al caso di evacuazione già citato, la squadra ha misurato emissioni improvvise di microonde ad alta potenza e frequenze radio insolite (ad esempio un segnale stabile a ~1.6 GHz che ricorre in varie zone del ranch senza sorgente identificabile). Diversi membri del team (incluso lo stesso Fugal) hanno riportato sintomi fisici durante le indagini, come malori, vertigini, irritazioni della pelle o strani picchi di pressione cranica – alcuni di questi disturbi sono stati correlati temporalmente alle anomalie strumentali, facendo ipotizzare che qualunque cosa generi i fenomeni possa avere effetti diretti sull’organismo umano.
Una parte significativa degli aggiornamenti riguarda anche il coinvolgimento esterno di comunità scientifiche e governative. Dopo la rivelazione nel 2017 del programma AATIP, l’argomento UFO e fenomeni aerospaziali anomali ha acquistato nuova dignità negli Stati Uniti. Nel 2021 il Pentagono ha istituito una nuova unità (l’UAP Task Force, poi evolutasi nell’AARO – All-domain Anomaly Resolution Office) per raccogliere e analizzare segnalazioni di fenomeni aerei non identificati. Anche se Skinwalker Ranch non è menzionato esplicitamente nei documenti pubblici, il fatto che Travis Taylor – uno dei protagonisti delle ricerche al ranch – abbia collaborato come scienziato capo della task force UAP indica una connessione diretta tra gli studi svolti sul ranch e l’interesse del governo per i fenomeni anomali. Inoltre, sempre nel 2021, è uscito il libro “Skinwalkers at the Pentagon” scritto da insider del programma AAWSAP/AATIP (tra cui lo stesso Colm Kelleher che lavorò con Bigelow) e dal giornalista George Knapp. Questo libro ha svelato nuovi retroscena su quanto scoperto durante le indagini finanziate dal Pentagono: ad esempio, ha riportato casi di “effetto hitchhiker”, ovvero fenomeni paranormali che avrebbero “seguito” a casa alcuni ricercatori dopo le visite al ranch, come apparizioni di figure lupine nei pressi delle loro abitazioni lontano dallo Utah. Tali rivelazioni, sebbene accolte con scetticismo da parte di molti, suggeriscono che l’interesse governativo per Skinwalker Ranch non fu un semplice capriccio, ma nacque da riscontri anomali considerati degni di nota.
Sul fronte mediatico, le ultime notizie includono anche iniziative correlate: nel 2023 History Channel ha lanciato uno spin-off dal titolo “Beyond Skinwalker Ranch”, in cui alcuni collaboratori di Fugal visitano altri luoghi negli Stati Uniti dove si registrano fenomeni simili, per confrontare i dati e vedere se esistono “zone finestra” analoghe al ranch. Questo indica come lo Skinwalker Ranch sia diventato un termine di paragone nel campo dell’insolito: se emergono avvistamenti UFO o attività paranormali altrove, spesso vengono paragonati a “quello che accade a Skinwalker”.
In generale, l’attenzione sul ranch rimane altissima. Ogni anno, a Vernal (la cittadina più vicina), si tiene un convegno denominato PhenomeCon che richiama esperti di UFO, scienza e folklore – e inevitabilmente gran parte delle discussioni vertono sulle nuove scoperte del ranch e sui dati presentati dal team di Fugal. I media locali nello Utah coprono regolarmente la vicenda, dividendosi tra entusiasmo e scetticismo. Perfino personalità dello spettacolo, incuriosite dalla fama del luogo, hanno chiesto di visitarlo: noti sono i casi del cantante Robbie Williams o del rapper Post Malone, appassionati di UFO, che hanno avuto modo di entrare (accompagnati) nel perimetro negli ultimi anni per vivere l’esperienza in prima persona.

Brandon Fugal, attuale proprietario dello Skinwalker Ranch.

Dal punto di vista strutturale, oggi lo Skinwalker Ranch è presentato – anche attraverso il suo sito ufficiale – come “il luogo con la più ampia ricerca scientifica su fenomeni paranormali al mondo”. È descritto come un “laboratorio vivente” costantemente monitorato, dove scienziati e sorveglianza raccolgono dati 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Questa forse è la notizia più importante: il mistero di Skinwalker Ranch, che per tanto tempo era avvolto da segretezza e aneddoti, è ora al centro di uno studio continuo e relativamente aperto, con risultati condivisi in diretta TV e sul web. Naturalmente, le risposte definitive ancora non ci sono, ma ogni nuova anomalia rilevata (un picco di raggi gamma, un video di un UFO, un animale scomparso) diventa parte di un dossier in crescita.
In conclusione di questa sezione, le ultime notizie sullo Skinwalker Ranch ci dicono che il ranch è tutt’altro che un “caso chiuso”: anzi, è un enigma in evoluzione, in cui la commistione tra ricerca e intrattenimento ha portato a una visibilità senza precedenti. Nuove tecnologie di indagine – dal telerilevamento alle IA per l’analisi dei dati – vengono costantemente proposte per il futuro. C’è persino chi ipotizza un giorno di aprire (parzialmente) il ranch a visite monitorate o esperienze in realtà virtuale per il pubblico, anche se per ora ciò resta difficile per via dei rischi e della volontà di mantenere l’integrità scientifica del luogo. L’unica certezza è che Skinwalker Ranch continuerà a far parlare di sé: ogni aggiornamento può portare tanto a un piccolo avanzamento verso la verità, quanto a nuove domande che alimentano la leggenda.

Le teorie sul mistero del Skinwalker Ranch

Di fronte alla molteplicità di fenomeni riportati allo Skinwalker Ranch, nel corso degli anni sono fiorite numerose teorie nel tentativo di spiegare il mistero. Alcune propendono per interpretazioni paranormali o folkloristiche, altre tirano in ballo interventi extraterrestri, altre ancora cercano spiegazioni scientifiche e psicologiche terrestri. Di seguito analizziamo le principali linee teoriche emerse, insieme alle opinioni di esperti e scettici, e alle possibili connessioni con altri enigmi inspiegabili.

Teoria Paranormale/folkloristica – La maledizione e gli Skinwalker

Una delle spiegazioni più discusse è quella che attribuisce gli eventi del ranch a cause soprannaturali legate al folklore nativo. In questa prospettiva, i fenomeni sarebbero il risultato di una maledizione Navajo sul territorio degli Ute: gli skinwalker (stregoni mutaforma) ne sarebbero gli agenti, infestando la zona con la loro presenza malefica. Come abbiamo visto, la leggenda locale racconta che i Navajo “scatenarono gli skinwalker” in questa valle per vendetta, e gli Ute credono da generazioni che il ranch giaccia su suolo stregato, al punto da proibire ai propri membri di avvicinarsi a quell’area. I sostenitori di questa teoria fanno notare la ricorrenza nel tempo di avvistamenti di creature simili a lupi giganteschi, figure umanoidi pelose dagli occhi rossi, e altri esseri che combaciano con le descrizioni degli skinwalker della tradizione. Inoltre, fenomeni come le voci disincarnate in lingue sconosciute o le sparizioni misteriose di oggetti potrebbero essere interpretati come attività di spiriti o incantesimi. Questa cornice spiegherebbe perché i fenomeni al ranch assumono forme così disparate (dai mostri agli spettri agli UFO): sarebbero tutte manifestazioni di un unico male soprannaturale, di natura “occulta”, che tormenta la zona.
Va detto che questa teoria, per quanto affascinante, non è universalmente accettata neppure tra i Navajo e gli Ute stessi. Studiosi della cultura nativa sottolineano che non esistono prove storiche chiare di un maleficio lanciato dai Navajo contro gli Ute in quel preciso luogo. La storica Sondra Jones (autrice di Being and Becoming Ute) ha spiegato che sebbene i Navajo e Ute ebbero conflitti, l’idea di una “maledizione dello skinwalker” potrebbe essere una elaborazione successiva del folklore, quasi una spiegazione posticcia per i fenomeni odierni. Betsy Chapoose, rappresentante per i beni culturali della tribù Ute, ha dichiarato di non aver mai sentito, nelle tradizioni orali autentiche, di una specifica maledizione Navajo legata a skinwalker su quella terra – pur ammettendo che col tempo varie storie popolari possono essere fiorite attorno a eventi strani. In altre parole, la teoria paranormale rimane sul tavolo, ma come credenza folclorica più che come fatto comprovato.

Teorie Ufologiche – Visitatori extraterrestri

Un’altra macro-interpretazione molto popolare è quella ufologica, che vede nel ranch un teatro di attività legate a intelligenze non umane, ovvero extraterrestri. Questa teoria parte da un punto di vista opposto al precedente: invece di streghe e magia, ipotizza che la causa degli eventi sia l’intervento di alieni o di tecnologie aliene avanzate. A supporto vengono citati i numerosissimi avvistamenti di luci e UFO nell’area – alcuni dei quali documentati e con testimoni multipli – e le mutilazioni di bestiame con caratteristiche che ricordano quelle attribuite ai presunti esperimenti alieni (tagli chirurgici, assenza di sangue, prelievo di organi). Anche i malfunzionamenti elettronici e i raggi di luce misteriosi combacerebbero con effetti di campi energetici generati da velivoli sconosciuti. Insomma, secondo questa linea di pensiero, Skinwalker Ranch sarebbe una sorta di “laboratorio alieno” o un’area di passaggio di UFO sulla Terra. Gli alieni potrebbero usare il ranch per condurre esperimenti su animali (da qui le mutilazioni), monitorare forme di vita (gli avvistamenti dal cielo), o persino interagire con gli umani selezionati. I più ottimisti suggeriscono che forse gli alieni stiano studiando l’umanità mantenendo le distanze, i più pessimisti evocano scenari da “X-Files” in cui il governo sarebbe in combutta con gli extraterrestri e userebbe il ranch per oscure collaborazioni. Naturalmente, non c’è prova definitiva di presenze aliene – i dati raccolti finora parlano di fenomeni reali ma non indicano esplicitamente “astronavi” o “marziani” – tuttavia la teoria UFO rimane in cima alle preferenze di molti appassionati, perché spiega in modo relativamente semplice un ampio ventaglio di osservazioni: luci nel cielo, oggetti volanti anomali, interferenze elettroniche, voci misteriose (possibili comunicazioni), portali luminosi (varchi spazio-temporali di navi aliene) e persino l’avvistamento di creature (che in questa ottica sarebbero magari animali extraterrestri liberati nel ranch). Non a caso, è la tesi abbracciata dalla popolare serie Ancient Aliens e da vari ufologi di fama. Se davvero ci sono “i piccoli omini verdi” dietro Skinwalker Ranch, restano però domande aperte: perché proprio lì? Cosa rende quel fazzoletto di terra così interessante per una civiltà galattica? E perché fenomeni così eterogenei (dai radar che impazziscono alle sagome tipo Bigfoot) coesistono nello stesso luogo? Domande che, per ora, la teoria aliena lascia in sospeso, forse in attesa di un contatto più diretto.

Immagine del Bigfoot, resa celebre dal filmato Patterson–Gimlin del 1967.

Teoria Interdimensionale – Portali verso altri mondi

Una variante della teoria extraterrestre è la cosiddetta ipotesi interdimensionale. Invece di pensare ad alieni provenienti da un altro pianeta dello spazio, questa teoria suggerisce che i fenomeni del ranch siano dovuti a entità o viaggiatori provenienti da un universo parallelo o da un’altra dimensione di esistenza. Sembra fantascienza alla “Stranger Things”, ma alcuni ricercatori la prendono in considerazione seriamente. Il ragionamento è il seguente: molte delle luci avvistate nel cielo del ranch hanno un aspetto o un comportamento che ricorda “varchi” o “finestre” dimensionali. Si parla spesso di figure luminose rettangolari sospese nell’aria, come portali aperti verso altrove, attraverso cui a volte si intravedono oggetti entrare o uscire. Inoltre, fenomeni come la sparizione improvvisa di animali o di tracce (le orme che si interrompono nel nulla) potrebbero indicare che tali oggetti sono transitati in un’altra dimensione. La teoria interdimensionale spiegherebbe anche la natura elusiva del “qualcosa” che infesta il ranch: sarebbe letteralmente fuori dalla nostra realtà ordinaria, capace di apparire e scomparire. Forse esistono dei punti focali nel ranch (come il Triangolo o la Mesa) dove il tessuto dello spaziotempo è debole o perforabile, e ciò permetterebbe a cose di altre dimensioni di affacciarsi sul nostro mondo per brevi momenti. Questo includerebbe sia eventuali esseri intelligenti sia animali o dispositivi tecnologici. Una volta richiuso il portale, rimane solo l’effetto (l’animale mutilato, l’energia residua, il testimone sgomento). È una teoria certamente speculativa, ma corrisponde curiosamente ad alcuni racconti storici del ranch: ad esempio, l’investigatore Junior Hicks riferì che in vari casi testimoni videro attraverso gli UFO come delle “finestre” con esseri affacciati – se fossero portali, quelle finestre sarebbero letterali aperture tra mondi. Chiaramente siamo nel campo di ciò che la scienza ufficiale fatica anche solo a definire; tuttavia vale la pena menzionare che il Dipartimento della Difesa, proprio nei documenti prodotti durante il programma AAWSAP, commissionò uno studio teorico su “wormholes attraversabili e universi paralleli” come possibili spiegazioni per fenomeni inspiegati. Dunque, per quanto estrema, l’idea di dimensioni parallele e universi multipli non è esclusa a priori quando si parla di Skinwalker Ranch.

Teorie Scientifiche e Scettiche – Cause naturali, psicologia e frodi

Sul fronte opposto delle interpretazioni troviamo quelle di chi cerca di demistificare il mistero con spiegazioni razionali ordinarie. I ricercatori più scettici sottolineano che finora nessun dato raccolto al ranch è stato ripetibile in condizioni controllate: ad esempio, non c’è un fenomeno che avviene “a comando” o su cui si possa fare un esperimento che dia sempre lo stesso esito. Questo fa pensare che potremmo essere di fronte a una combinazione di cause naturali mal interpretate, suggestione psicologica e, in alcuni casi, possibili mistificazioni intenzionali.
Una teoria scientifica interessante è quella proposta dal neuroscienziato Michael Persinger (famoso per i suoi studi sul cosiddetto “casco di Dio” e sulle correlazioni neuro-geofisiche). Persinger ipotizza che fenomeni geofisici come movimenti tettonici, anomalie del campo magnetico terrestre o emissioni elettromagnetiche a bassa frequenza possano indurre nel cervello umano stati di alterazione percettiva, producendo allucinazioni vivide e condivise. In pratica, l’Uintah Basin potrebbe essere soggetta a particolari condizioni del sottosuolo (presenza di minerali piezoelettrici, faglie geologiche attive) che generano campi elettromagnetici intermittenti; queste onde potrebbero influenzare l’attività neuronale di chi vi abita, causando visioni di luci, sensazioni di presenze, e persino sintomi fisici come quelli riportati (nausea, ansia, mal di testa). Secondo questa spiegazione, quindi, al ranch non ci sarebbero alieni né fantasmi, ma un insieme di fattori naturali che ingannano i sensi delle persone. È una versione aggiornata di ciò che in passato veniva chiamata “isteria collettiva” o “delirio da luogo infestato”, solo che qui la colpa non sarebbe della psicosi ma di onde elettromagnetiche naturali. A supporto di Persinger, alcuni ricordano che l’area del ranch presenta attività sismica (scosse) e particolari concentrazioni minerali, e che fenomeni come i “fuochi fatui” o certe luminescenze atmosferiche potrebbero spiegare gli avvistamenti di luci senza scomodare l’ET. Certo, resterebbe da spiegare come mai fotocamere e radar registrano effettivamente oggetti concreti in alcuni casi – le allucinazioni non dovrebbero apparire sugli schermi – ma i sostenitori di questa teoria potrebbero ribattere che non tutti i casi abbiano realmente avuto riscontri strumentali, e che la mente umana in condizioni di stress può convincersi di aver visto cose mai esistite.
Altri scettici puntano il dito sulla fallibilità umana e la credulità. Ricordano che la gran parte delle prove proviene da testimonianze aneddotiche e che l’essere umano è incline a cercare schemi e spiegazioni straordinarie per eventi ordinari. Un verso nella notte può diventare “un ruggito di bestia sconosciuta” se ci si auto-suggestiona di essere in un luogo maledetto; un animale predato da necrofagi può sembrare “mutilato chirurgicamente” agli occhi di un allevatore spaventato, e così via. Inoltre, Skinwalker Ranch è ormai un business: libri, programmi TV, merchandising. C’è chi insinua che alcuni fenomeni recenti possano perfino essere stati orchestrati ad arte per rendere la serie televisiva più avvincente (ad esempio, c’è scetticismo sul famoso episodio del picco di radiazioni, ritenuto da alcuni scienziati “fisicamente inverosimile” a meno di un guasto del rilevatore o di un dispositivo nascosto). Dal punto di vista dei debunker, insomma, Skinwalker Ranch potrebbe essere in parte una creazione mediatica: un luogo dove tanti miti locali e storytelling hanno preso vita e continuano ad auto-alimentarsi. Un elemento citato a supporto è che già negli anni ‘90 James Randi, celebre illusionista e investigatore di fenomeni paranormali, aveva preso posizione ironica assegnando a Bigelow un premio “Pigasus” (una sorta di anti-Nobel) per aver speso soldi nell’acquisto del ranch per uno studio da lui definito “inutile di eventi soprannaturali, paranormali o occulti”. In altre parole, secondo Randi e molti suoi colleghi, il ranch non sarebbe altro che un insieme di fandonie o percezioni distorte, e qualunque investigazione seria è destinata a concludere che non c’è nulla di paranormale, solo folklore e magari qualche burla.

Connessioni con altri fenomeni inspiegabili

Skinwalker Ranch non esiste in isolamento; spesso viene paragonato ad altri luoghi e casi misteriosi. Uno parallelo evidente è l’Area 51, la base segreta nel deserto del Nevada, celebre per UFO e progetti militari: alcuni complottisti credono che Skinwalker possa essere un “secondo Area 51” in cui si sperimentano tecnologie segrete e dove la copertura paranormale serve da depistaggio. Un altro accostamento comune è con il Triangolo delle Bermuda, notoriamente associato a sparizioni di navi e aerei: come il Triangolo, anche Skinwalker Ranch è ritenuto da alcuni un luogo dove convergerebbero anomalie magnetiche o portali dimensionali che causano i fenomeni (c’è chi chiama l’area attorno al ranch “Triangolo dell’Uintah”). Gli appassionati di criptozoologia trovano somiglianze con la Point Pleasant degli anni ‘60 (casa dell’Uomo Falena – Mothman – e di UFO concomitanti), suggerendo che certe regioni fungano da finestre per molteplici stranezze. In ambito paranormale, il ranch viene paragonato a luoghi infestati noti, come la casa di Amityville o il Skinwalker Canyon in Arizona, con la differenza che il ranch unisce fenomeni di natura diversa in un solo contesto. Questa varietà ha portato alcuni a proporre un’unica teoria onnicomprensiva: magari Skinwalker Ranch è il “nodo” di una rete globale di energie sconosciute, una sorta di beacon o di catalizzatore che attira diversi tipi di fenomeni inspiegabili. Oppure – ed è quasi una suggestione filosofica – potrebbe esserci all’opera un “trickster”, un’entità ingannatrice, come quelle delle leggende native, che si diverte a manifestarsi in forme sempre diverse (un giorno UFO, un giorno mostro, un giorno poltergeist) per confondere gli umani. Non a caso, il colonnello Alexander (ex NIDS) parlò di un “poltergeist pre-cognitivo”: un qualcosa di intelligente ma sfuggente, che gioca con i ricercatori. Questa visione unificante ricorda il concetto di “High Strangeness” coniato da alcuni ufologi: ovvero casi dove più generi di mistero si sovrappongono, suggerendo forse un’unica fonte insondabile.
Qualunque sia la teoria, Skinwalker Ranch rimane un enigma aperto. Perfino tra gli esperti coinvolti direttamente ci sono opinioni differenti: c’è chi, come Travis Taylor, pur avendo visto fenomeni straordinari, continua a credere che alla fine si troverà una spiegazione scientifica convenzionale; c’è chi, come Colm Kelleher, propende per l’ipotesi di una intelligenza sconosciuta (che lui chiamò “precognitive intelligence”), e c’è chi, come molti scettici esterni, pensa semplicemente che “non ci sia nulla da trovare” se non errori di misura. Il dibattito resta dunque acceso.

Conclusioni

Giunti al termine di questa esplorazione, una domanda sorge spontanea: Skinwalker Ranch è realtà o leggenda? La risposta, allo stato attuale, non può che riconoscere elementi di entrambe. Da un lato, abbiamo raccolto una notevole mole di fatti documentati: decine di testimoni credibili (dagli allevatori ai militari) hanno visto e udito qualcosa di anomalo; strumentazioni sofisticate hanno rilevato dati fuori dall’ordinario (radiazioni, campi magnetici, oggetti volanti non identificati su schermo radar); perfino un programma governativo ha investito risorse nel cercare risposte. Tutto ciò depone a favore della “realtà” del mistero: qualcosa di reale sta accadendo a Skinwalker Ranch, qualcosa che sfida le attuali spiegazioni scientifiche. Dall’altro lato, è innegabile che intorno a questo luogo si sia costruita una vera e propria mitologia moderna. Le storie sugli skinwalker Navajo, amplificate dai media, hanno intrecciato folklore e paura; ogni nuovo evento viene spesso presentato in modo sensazionale, e la mancanza di prove definitive lascia ampio spazio alla leggenda e all’immaginazione popolare.
È possibile che la verità stia in mezzo. Forse lo Skinwalker Ranch è un caso in cui cause naturali poco comprese (geologia, fenomeni atmosferici o elettromagnetici) generano effetti straordinari, che la mente umana – notoriamente incline a pattern soprannaturali – trasforma in incontri con l’ignoto. Oppure, come credono in molti, il ranch è davvero una finestra su un Altrove: un luogo in cui il velo tra la nostra realtà e qualcos’altro si assottiglia, permettendo a fenomeni insoliti di manifestarsi. In entrambi i casi, ciò che rende Skinwalker Ranch affascinante è il fatto che non abbiamo ancora tutte le risposte. Nonostante decenni di studi, gli investigatori (dilettanti e professionisti) hanno trovato più domande che risposte. Perché le apparecchiature si guastano proprio sul più bello? Perché molte persone riportano sintomi fisici inspiegabili dopo essere state lì? Perché quella sensazione indescrivibile di “stranezza” sembra seguire alcuni anche lontano dal ranch?. Ogni spiegazione proposta – dal poltergeist allo scherzo, dagli alieni ai campi magnetici – risolve un pezzo ma non l’intero puzzle.
Finché non emergeranno prove schiaccianti in un senso o nell’altro, Skinwalker Ranch continuerà a occupare un posto unico nell’immaginario: quello di un luogo liminale, sospeso tra realtà e leggenda. Come dice una citazione di Anton Čechov sul sito ufficiale del ranch: “Dichiariamo francamente che nulla è chiaro in questo mondo. Solo i folli e i ciarlatani sanno e capiscono tutto.” Questa frase ben si adatta al caso Skinwalker: mantenere la mente aperta e al tempo stesso critica è fondamentale. Ogni lettore, a questo punto, avrà i suoi propri sospetti o convincimenti. L’invito è a riflettere e confrontarsi con gli elementi presentati: i fatti comprovati, le testimonianze, le teorie. Il mistero del ranch maledetto potrebbe richiedere ancora anni (se non decenni) per essere chiarito – se mai lo sarà – ma nel frattempo rappresenta un’occasione preziosa per esplorare i confini della conoscenza e della credenza.
In definitiva, Skinwalker Ranch ci ricorda che esistono luoghi ed eventi che mettono alla prova le nostre certezze. Che si tratti di un fenomeno naturale non ancora capito, di un inganno collettivo o di qualcosa di davvero oltre la nostra comprensione, esso svolge la funzione che un tempo avevano i miti: stimolare domande, incutere meraviglia e timore, spingerci a cercare risposte. Realtà o leggenda che sia, lo Skinwalker Ranch rimane, ad oggi, “il ranch più inquietante d’America” – un enigma vivo che attende paziente coloro che avranno il coraggio (e la preparazione) di svelarlo. E forse, come in ogni buon mistero, la ricerca della verità è essa stessa parte integrante del fascino, in un rincorrersi di rivelazioni e nuovi segreti che continuerà a catturare la nostra attenzione.

Fonti e risorse

  • https://it.wikipedia.org/wiki/Skinwalker_Ranch
  • https://www.legendsofamerica.com/skinwalker-ranch/
  • https://www.history.co.uk/shows/curse-of-skinwalker-ranch/the-bizarre-history-of-skinwalker-ranch
  • https://www.equip.org/articles/strange-happenings-in-utah-the-phenomenon-of-skinwalker-ranch/
  • https://www.utah.com/articles/post/what-is-skinwalker-ranch-and-whats-really-going-on-there/
  • https://qz.com/1158998/the-pentagon-confirms-its-22-million-ufo-investigation-program
  • https://the-secret-of-skinwalker-ranch.fandom.com/wiki/Ionizing_Radiation
  • https://medium.com/lessons-from-history/this-shocking-discovery-led-to-the-evacuation-of-skinwalker-ranch-58386263c4e3
  • https://www.history.com/shows/the-secret-of-skinwalker-ranch/season-5
  • https://skinwalker-ranch.com/
  • https://vocal.media/geeks/declassified-pentagon-ufo-projects-explained-from-black-budgets-to-the-uap-disclosure-era

Classe 1988. Laureata in Studi Orientali presso l'Università La Sapienza di Roma, Search Analyst di professione. Amante di storia, archeoastronomia, ufologia e paranormale. Consumatrice patologica di podcast. Nel 2023 ho fondato Lux Aliena, un progetto nato dal desiderio di condividere il viaggio alla scoperta dei misteri irrisolti del nostro pianeta e dell’universo.

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