Paul Hellyer: le dichiarazioni su UFO ed extraterrestri dell’ex Ministro della Difesa canadese
Paul Hellyer (Toronto, 6 agosto 1923 – 8 agosto 2021) è stato un politico canadese di primo piano, noto soprattutto per aver ricoperto la carica di Ministro della Difesa nazionale in Canada dal 1963 al 1967, sotto il governo di Lester B. Pearson. In quella posizione si fece notare per la storica e controversa unificazione delle forze armate canadesi (esercito, aeronautica e marina) in un’unica struttura integrata. La sua lunga carriera istituzionale include anche l’incarico di Ministro dei Trasporti sotto il primo ministro Pierre Trudeau, ed è stato il membro più longevo del Consiglio Privato della Regina per il Canada. Hellyer godeva dunque di grande credibilità nell’establishment canadese, e negli anni ‘60 era considerato un politico moderato e competente. Negli anni successivi abbandonò il Partito Liberale, fondando nel 1997 una propria formazione (il Canadian Action Party) in cui espresse posizioni critiche verso la globalizzazione e le élite finanziarie. Si ritirò dalla politica attiva nel 2004.
L’elemento che rende Paul Hellyer una figura straordinaria è il fatto che, una volta uscito dai ranghi governativi, divenne il primo ex Ministro della Difesa di un Paese del G8 a dichiarare pubblicamente che gli UFO e gli extraterrestri esistono. Per questo le sue affermazioni hanno avuto risonanza internazionale: non si trattava del “solito” appassionato di UFO o di un teorico del complotto qualsiasi, ma di un insider governativo di altissimo livello. Quando Hellyer iniziò a parlare di alieni, molti rimasero sorpresi dal contrasto fra la sua reputazione di rispettabile statista e la natura eccezionale delle sue dichiarazioni. I media di tutto il mondo ripresero la notizia, chiedendosi se un ex ministro così autorevole potesse davvero credere agli alieni. La sua credibilità istituzionale conferì alle sue parole un’eco ben oltre la comunità ufologica, anche se attirò anche scetticismo e critiche da parte di governi e comunità scientifica, che consideravano le sue tesi prive di prove concrete. Vediamo dunque chi era Paul Hellyer e perché le sue dichiarazioni su UFO e alieni fanno ancora discutere.

La svolta UFO: cronologia delle dichiarazioni di Hellyer
2005 – La prima rivelazione pubblica
Dopo il ritiro dalla politica, Hellyer ruppe il silenzio sul tema UFO nel settembre 2005. In un discorso tenuto all’Università di Toronto durante un simposio di “esopolitica” (politica relativa ai rapporti con civiltà extraterrestri), ammetté di credere fermamente nell’esistenza degli UFO. Davanti a un pubblico di studenti, l’ex ministro dichiarò che “gli UFO sono reali al pari degli aeroplani che volano sopra le nostre teste”. Questa frase – pronunciata da chi un tempo sedeva nei vertici della NATO – fece scalpore. Hellyer rivelò anche un’esperienza personale: raccontò di aver avvistato anni prima un oggetto volante non identificato in compagnia di sua moglie e di alcuni amici. L’oggetto era apparso come un insolito bagliore nel cielo notturno nei pressi di Toronto, rimanendo visibile per circa venti minuti prima di scomparire. Quell’episodio, a suo dire, lo aveva convinto a mantenere una mente aperta sulla possibilità di visite extraterrestri. Nello stesso intervento del 2005 Hellyer lanciò un monito inquietante: si dichiarò “davvero preoccupato per le conseguenze di una guerra intergalattica che potrebbe scoppiare in qualsiasi momento”. Secondo Hellyer, infatti, gli Stati Uniti avrebbero già sviluppato armamenti spaziali segreti per difendersi da potenziali minacce aliene, e starebbero persino preparando una base militare sulla Luna con lo scopo di monitorare e contrastare i velivoli extraterrestri in avvicinamento alla Terra. Egli collegò questa convinzione a fatti reali: ad esempio, la decisione del presidente George W. Bush di pianificare una base lunare entro il 2020 venne interpretata da Hellyer non come un passo per l’esplorazione pacifica, ma come parte di un piano per osservare e all’occorrenza abbattere gli UFO dallo spazio. Sempre durante il discorso del 2005, Hellyer accusò il governo americano di estremo segreto sul caso Roswell (1947), sostenendo che solo i Presidenti USA e pochissimi alti funzionari fossero stati messi al corrente della verità su quel presunto incidente con un disco volante. La maggior parte dei politici – lui compreso ai suoi tempi da ministro – ne sarebbe stata tenuta all’oscuro. Hellyer concluse l’appello del 2005 chiedendo di “far emergere la verità affinché la gente sia messa a conoscenza di uno dei più importanti problemi che la Terra si trova ad affrontare”, ovvero la presenza extraterrestre e i pericoli di un conflitto spaziale. Le sue parole galvanizzarono parte dell’opinione pubblica: in seguito a quel discorso, tre organizzazioni canadesi (guidate dall’Institute for Cooperation in Space) presentarono istanza al Senato di Ottawa perché si aprisse un’inchiesta ufficiale sugli UFO, convocando lo stesso Hellyer e alti gradi militari a testimoniare sotto giuramento. L’iniziativa chiedeva anche al Primo Ministro di lanciare un programma denominato “Decade of Contact” (Decennio di contatti) per preparare la popolazione ad eventuali rivelazioni sugli ET. Tuttavia, il governo canadese all’epoca non diede seguito a queste richieste, e le affermazioni di Hellyer rimasero confinate per lo più al dibattito pubblico e mediatico.
2007 – L’appello per la “disclosure”
Nei due anni successivi, Hellyer intensificò la sua crociata pro-disclosure (cioè a favore della rivelazione pubblica di informazioni sugli UFO). In conferenze e interviste intorno al 2007, l’ex ministro della Difesa invitò esplicitamente i governi di tutto il mondo – in primis gli Stati Uniti – a divulgare le conoscenze segrete in loro possesso sulla tecnologia aliena. Hellyer sosteneva che tecnologia avanzata recuperata da velivoli extraterrestri (come quello di Roswell) esistesse davvero, e che i militari ne avessero fatto reverse engineering per decenni. Secondo lui alcune innovazioni potrebbero già derivare da studi su manufatti alieni nascosti. Soprattutto, Hellyer enfatizzava un potenziale positivo: le tecnologie extraterrestri – ad esempio fonti di energia pulita e inesauribile – potrebbero salvare l’umanità da crisi ambientali ed energetiche. Accusò le lobby del petrolio e della finanza di bloccare la diffusione di queste scoperte, per mantenere il controllo sulle risorse terrestri. Hellyer, insomma, vedeva nella disclosure degli UFO non solo un fatto di verità, ma una speranza per risolvere problemi globali come l’inquinamento e la dipendenza dai combustibili fossili. In questo periodo l’ex ministro rilasciò dichiarazioni sempre più dettagliate: ad esempio affermò che i governi già disponevano di conoscenze in campo energetico donate dagli alieni, ma le tenevano segrete per interessi geopolitici. Nel 2007 Hellyer partecipò anche a convegni internazionali sul tema, aumentando la sua visibilità tra i sostenitori della teoria del complotto UFO.
2013 – La testimonianza giurata a Washington
La questione UFO esplose di nuovo sulla scena mediatica quando, nell’aprile 2013, Paul Hellyer intervenne come testimone al Citizen Hearing on Disclosure di Washington D.C. Si trattò di un evento senza precedenti: per cinque giorni, in una finta audizione pubblica tenuta presso il National Press Club, oltre 40 tra ex militari, piloti e ricercatori da vari Paesi riferirono le proprie conoscenze sugli UFO di fronte a un pannello di sei ex membri del Congresso degli Stati Uniti (tra cui i senatori Mike Gravel e Carolyn Kilpatrick). Hellyer, invitato come ospite di spicco in virtù del suo rango, presentò una sintesi delle sue convinzioni di fronte a questa commissione speciale. Le sue affermazioni furono sconcertanti e ampiamente riprese dai media internazionali: Hellyer ribadì che “gli extraterrestri vivono tra noi e almeno quattro specie aliene hanno visitato la Terra per migliaia di anni”. Dichiarò inoltre che alcuni alieni collaborano attivamente con i governi terrestri: in particolare menzionò la specie dei “Tall Whites” (i Bianchi alti), sostenendo che due di loro lavorerebbero addirittura per l’aeronautica militare degli Stati Uniti. Secondo Hellyer, creature provenienti da altri mondi sarebbero presenti sul nostro pianeta in questo momento, alcune perfettamente mimetizzate nella società umana. L’ex ministro spiegò alla commissione di Washington che esisteva un “governo ombra” planetario – composto da un’élite di finanzieri, industriali del petrolio e membri di organizzazioni come il Consiglio per le Relazioni Estere (CFR), la Commissione Trilaterale e il gruppo Bilderberg – che stava pianificando un Nuovo Ordine Mondiale e occultava sistematicamente al pubblico la realtà degli alieni. Hellyer denunciò che questo apparato segreto, insieme a settori selezionati dell’esercito, controllava la censura sugli UFO per mantenere il monopolio sulle tecnologie energetiche rivoluzionarie e preparare dietro le quinte un governo unico mondiale. Le sue parole fecero scalpore: era la prima volta che un personaggio di tale calibro accusava pubblicamente organismi reali come il CFR o Bilderberg di cospirare sugli UFO. L’udienza del Citizen Hearing, sebbene non avesse valore legale, venne diffusa online e seguita da milioni di persone, consacrando Hellyer come icona del movimento per la “disclosure UFO”. Pochi mesi dopo, nel giugno 2013, un video del suo intervento divenne virale e portali d’informazione come VICE ne discussero i contenuti con un misto di stupore e ironia. Ormai Hellyer era noto globalmente come “il ministro che parla di alieni”.
2014–2015 – Nuove rivelazioni e il tour canadese
All’età di 90 anni passati, Hellyer continuò instancabilmente la sua opera di divulgazione non ufficiale sugli UFO. Nel gennaio 2014 partecipò a un’intervista televisiva molto seguita sul canale internazionale Russia Today (RT), durante la quale rincarò la dose delle sue affermazioni. In dialogo con la giornalista Sophie Shevardnadze, Hellyer dichiarò che “gli extraterrestri hanno visitato il nostro pianeta per migliaia di anni” e che dopo l’era atomica le visite si sono intensificate perché gli alieni sarebbero “molto preoccupati” delle armi nucleari umane. Egli sostenne che già durante la Guerra Fredda una commissione segreta stabilì che almeno quattro specie aliene differenti erano attive sulla Terra. Hellyer sottolineò come l’esplosione delle bombe atomiche avesse attirato l’attenzione di queste civiltà, timorose che l’uomo potesse provocare sconvolgimenti non solo a livello terrestre ma cosmico. “Il cosmo è un’unità”, spiegò, e se gli esseri umani fossero così sconsiderati da usare di nuovo gli ordigni atomici, “sarebbe catastrofico per noi e per loro”. Durante la stessa intervista, l’ex ministro canadese accusò la comunità scientifica di chiusura mentale, colpevole di ignorare o ridicolizzare montagne di testimonianze “autenticate” di contatti alieni. Raccontò inoltre in prima persona il proprio avvistamento UFO: “Ho visto un UFO a circa 120 miglia a nord di Toronto, sul lago Muskoka”, spiegò Hellyer, descrivendo un oggetto luminoso simile a una stella che si muoveva in modo irregolare e rapidissimo nel cielo notturno. A ulteriore conferma, aggiunse una curiosità: secondo lui la celebre “Stella di Betlemme” biblica sarebbe stata in realtà un’astronave aliena inviata in missione divina. Ma la notizia più clamorosa rilanciata dai media fu che Hellyer aveva aggiornato la “lista” delle specie extraterrestri conosciute: da poche unità, forse una dozzina, a ben 80 specie differenti. Hellyer rivelò infatti che, stando a un rapporto recente da lui visionato, sarebbero fino a 80 le razze aliene entrate in contatto con l’umanità. La maggior parte di queste civiltà sarebbe pacifica e persino benevola verso di noi, ma “una o due no, e sto indagando proprio su quelle” dichiarò, lasciando intendere che una minoranza di visitatori potesse avere intenzioni ostili. Questo panorama di specie multiple – dai ben noti “Grigi” ai “Nordici” (alieni di aspetto scandinavo) fino ai già citati “Tall Whites” – fu uno degli aspetti che più alimentarono la curiosità del pubblico. Molti lessero queste dichiarazioni con scetticismo o sarcasmo, e Hellyer venne nuovamente bollato su organi di stampa mainstream come un anziano visionario. Ciò non gli impedì di proseguire la sua attività divulgativa: nel 2015 Hellyer partecipò infatti a un tour di conferenze in tutto il Canada, denominato “Disclosure Canada Tour”, insieme ad altri esperti e testimoni UFO. Di fronte a platee paganti, l’ex ministro ripropose i punti salienti del suo messaggio – la realtà degli alieni e la necessità di rivelarla – definendo la segretezza sugli UFO come “un Watergate cosmico” da scoperchiare. La stampa canadese, tuttavia, trattò l’evento con tono perlopiù ironico: la rivista Maclean’s, ad esempio, definì Hellyer “un pazzo” in un pezzo satirico, pur ricordando il suo prestigioso passato. Il giornalista sottolineò con sarcasmo come Hellyer avesse sì visto un UFO, ma lo avesse anche descritto “come una stella” – quasi a suggerire che si fosse auto-smentito parlando di un oggetto probabilmente convenzionale. Nonostante lo scetticismo, Hellyer continuò imperterrito. Nel 2017-2018, già oltre i 94 anni di età, partecipò perfino a una sessione di domande e risposte sul web (un Reddit AMA) per dialogare con i curiosi sulle sue esperienze, dimostrando lucidità e passione fino alla fine. Paul Hellyer è scomparso nell’agosto 2021 all’età di 98 anni, convinto fino all’ultimo della veridicità delle sue affermazioni sugli extraterrestri.

Cosa sosteneva Hellyer su UFO e civiltà extraterrestri
Le affermazioni di Paul Hellyer in materia di UFO e alieni coprono vari temi, che vanno dalla presenza di diverse specie aliene sulla Terra ai contatti segreti con i governi, dall’uso di tecnologia extraterrestre da parte dei militari fino all’ipotesi di un vastissimo insabbiamento globale. È importante sottolineare che Hellyer presentava queste idee come sue convinzioni personali o informazioni raccolte da insider, non come fatti provati da documenti ufficiali. Di seguito analizziamo i punti principali del suo pensiero ufologico, distinguendo i vari aspetti.
Presenza di civiltà aliene sulla Terra
Il fulcro delle dichiarazioni di Hellyer è che gli extraterrestri esistono e visitano la Terra da migliaia di anni. Egli sosteneva che molteplici specie aliene intelligenti abbiano frequentato il nostro pianeta nel corso della storia umana, influenzando in parte le vicende terrestri. In particolare, Hellyer parlava spesso di quattro specie principali già identificate ai tempi della Guerra Fredda da commissioni segrete militari, ma aggiungeva che in realtà il numero di civiltà coinvolte potrebbe essere molto più alto – fino a 80 differenti razze extraterrestri – se si considerano tutte le informazioni ufficiose raccolte da informatori e “whistleblower” nel corso dei decenni. Secondo Hellyer, queste specie non sono entità eteree o spirituali, ma esseri biologici e tecnologicamente avanzati, provenienti da altri pianeti o forse altre dimensioni, che interagiscono con la Terra con motivazioni diverse. Tra le tipologie citate più spesso da Hellyer vi erano: – I “Grigi”, tradizionalmente descritti come piccoli alieni macrocefali dagli occhi neri a mandorla, resi famosi da vari casi di presunti incontri ravvicinati. – I “Nordici”, esseri dall’aspetto umanoide molto somigliante a quello di persone nord-europee (alti, biondi e con occhi chiari), ritenuti di indole generalmente pacifica. – I “Tall Whites” (Bianchi alti), una razza di alieni pallidi e longilinei, vagamente umanoidi, che secondo alcuni testimoni (come l’ex militare Charles Hall) vivrebbe in basi segrete nel deserto del Nevada. Hellyer riprese la storia dei “Tall Whites” affermando che due di loro lavorerebbero a stretto contatto con l’esercito americano. – Oltre a queste, Hellyer alluse anche alla presenza di specie indistinguibili dagli esseri umani. In alcuni interventi ha suggerito che alieni dall’aspetto del tutto umano camminerebbero tra noi in incognito, osservando la nostra società senza farsi riconoscere.
Hellyer dipingeva dunque un quadro in cui gli “ET” potrebbero già trovarsi sul pianeta Terra, con alcuni gruppi magari stanziati in basi remote (si parlò di installazioni sotterranee o sottomarine in varie parti del mondo) e altri mescolati tra la popolazione. Egli sosteneva che la maggior parte di queste civiltà aliene non ha intenzioni ostili, anzi sarebbe interessata alla nostra crescita pacifica. “Quasi tutti loro sono benigni”, dichiarò, “ma uno o due no” – lasciando intendere che esisterebbero anche razze meno benevole o comunque non allineate agli interessi umani. Hellyer non entrò in dettagli su quali fossero queste presunte specie ostili, ma la sua insistenza sulla necessità di prepararci a una possibile “guerra interplanetaria” suggerisce che temeva eventuali conflitti con qualche fazione aliena. Tuttavia, nelle sue allocuzioni l’ex ministro sembrava più preoccupato per le azioni umane sconsiderate (ad esempio l’uso di armi nucleari) che potrebbero provocare reazioni difensive degli extraterrestri, piuttosto che per un’invasione deliberata da parte di questi ultimi. Hellyer citava spesso l’episodio dei test atomici e di Hiroshima come un “campanello d’allarme nel cosmo” che avrebbe spinto varie civiltà a monitorare più da vicino la Terra.
Va evidenziato che tutte queste descrizioni derivano da fonti indirette nel racconto di Hellyer: egli non ha mai affermato di aver visto personalmente un alieno da vicino, né di aver partecipato ad incontri segreti con creature di altri mondi. Le sue conoscenze sulle diverse specie sarebbero frutto di informazioni apprese da militari, addetti ai lavori e letteratura ufologica. Ad esempio, la suddivisione in razze (Grigi, Nordici, ecc.) circola da tempo negli ambienti ufologici e Hellyer l’ha adottata nelle sue dichiarazioni, conferendole visibilità istituzionale.
Contatti segreti con i governi terrestri
Un altro pilastro delle affermazioni di Hellyer è che alcuni governi – in particolare gli Stati Uniti – avrebbero intrattenuto contatti diretti con rappresentanti di civiltà extraterrestri. Hellyer sosteneva che fin dagli anni ‘40 del Novecento i vertici militari americani fossero a conoscenza di visite aliene, e che si fossero verificati incontri al massimo livello tra emissari alieni e leader terrestri. In più occasioni l’ex ministro lasciò intendere che trattative riservate potrebbero essere avvenute a nostra insaputa: ad esempio, durante la Guerra Fredda o negli anni ‘50 e ‘60, delegazioni di extraterrestri avrebbero offerto aiuto o avanzato proposte ai governi delle superpotenze. Nel suo libro “La Luce alla fine del tunnel” (2010) Hellyer scrisse che negli incontri ufficiali tra governi si parlava a volte di UFO, e rivelò di aver saputo che in passato esseri di altri mondi avrebbero espresso preoccupazione per lo stato del pianeta Terra, offrendo persino il loro aiuto. Tale offerta – afferma Hellyer – sarebbe stata rifiutata dai leader umani, giudicando che “non fosse ancora il momento opportuno” per coinvolgere apertamente le popolazioni. Questa sorprendente asserzione suggerisce che un contatto pacifico sia stato avviato ma poi interrotto a causa della segretezza e della diffidenza dei nostri governi.
Più concretamente, Hellyer ha spesso accusato soprattutto il governo degli Stati Uniti di gestire il dossier UFO in modo unilaterale, tenendo all’oscuro anche gli alleati. Ad esempio, riguardo al caso Roswell (1947), egli sottolineò che nemmeno il Canada – pur essendo partner nel NORAD – fu informato dei presunti resti extraterrestri recuperati. Solo una ristretta cerchia negli USA conoscerebbe i dettagli. Inoltre, Hellyer affermò che alcuni alieni collaborano attivamente con militari e scienziati americani: l’episodio dei “Tall Whites” impiegati presso l’US Air Force è l’esempio più esplicito da lui fornito. Questo si inserisce in un più ampio panorama delineato dall’ex ministro, secondo cui in basi segrete (come la famigerata Area 51 in Nevada) sarebbero avvenuti scambi di informazioni e forse programmi congiunti tra umani e extraterrestri. Hellyer non fu il primo a ipotizzarlo – storie di presunti accordi segreti circolavano da decenni – ma la sua voce istituzionale diede nuova eco a tali racconti.
Interessante è anche il ruolo “dell’altra parte”: Hellyer sosteneva infatti che non tutti i governi mondiali sono coinvolti. Egli stesso, pur essendo stato Ministro della Difesa, ammise che “quando ero in carica, non ho mai esposto le mie idee: mi avrebbero licenziato”, aggiungendo che all’epoca leggeva distrattamente i rapporti sugli UFO che gli arrivavano e che probabilmente alcuni suoi collaboratori ne sapevano più di lui. Ciò implica che, secondo Hellyer, vi fosse un livello di compartimentazione estrema: solo chi “necessita di sapere” viene coinvolto nei veri contatti alieni, mentre molti leader politici ne restano ignari. In pratica, non è detto che il primo ministro canadese o il ministro della difesa (perfino lui stesso all’epoca) fossero informati di eventuali programmi segreti; queste operazioni sarebbero gestite da cellule ristrette all’interno degli apparati di sicurezza. Hellyer arrivò a ipotizzare che perfino presidenti USA come Eisenhower abbiano incontrato delegati extraterrestri (una voce da tempo diffusa nel folklore UFO), e che figure di spicco come il premier russo Dmitri Medvedev abbiano lasciato intendere l’esistenza di dossier sugli alieni passati da un’amministrazione all’altra (riferimento a un famoso fuori onda in cui Medvedev scherzò sul film Men in Black come “guida” ai segreti sugli ET).
In definitiva, per Hellyer il contatto con alcune civiltà aliene è già in atto da anni, ma gestito segretamente da un’élite militare-industriale. Egli accusava questa gestione segreta di aver persino rifiutato opportunità di progresso: come accennato, riferì di offerte di aiuto alieno respinte per paura di perdere potere. Queste affermazioni – prive di conferma oggettiva – rafforzano nell’immaginario la figura di Hellyer come “insider UFO”, ovvero un ex dirigente governativo che conferma dall’interno le teorie cospirazioniste sui contatti tra governi e alieni.
Tecnologia aliena, armi segrete ed energia pulita
Paul Hellyer credeva fermamente che l’umanità fosse già in possesso di tecnologie di origine extraterrestre, ottenute sia da recuperi di velivoli alieni caduti sia tramite collaborazione con gli stessi alieni. In particolare, indicava il caso Roswell come l’inizio di uno scenario da “retro-ingegneria”: l’esercito americano avrebbe raccolto materiali e dispositivi da un disco volante precipitato nel 1947 e, mantenendo tutto segreto, li avrebbe studiati nei laboratori di Area 51 e altrove. Da quei programmi nascosti – sempre secondo Hellyer – sarebbero scaturite scoperte scientifiche avanzatissime, alcune forse già applicate nei decenni successivi (si ipotizza spesso, ad esempio, che tecnologie come i microchip, la fibra ottica o i laser abbiano avuto un’accelerazione grazie allo studio di reperti alieni, anche se non ci sono prove ufficiali). Hellyer riteneva che nel sottobosco dei “black projects” (progetti governativi occultati) esistano invenzioni incredibili: dispositivi per l’energia libera o a punto zero, sistemi di propulsione antigravitazionale, armi ad energia diretta e così via – molte delle quali derivate da conoscenze extraterrestri.
Un tema ricorrente delle sue dichiarazioni riguardava proprio l’energia: gli alieni – diceva – possiedono le chiavi per ottenere energia pulita, gratuita e virtualmente infinita. Questa tecnologia, se condivisa, permetterebbe all’umanità di affrancarsi dai combustibili fossili e risolvere crisi climatiche e di approvvigionamento energetico. Hellyer denunciava però che le grandi compagnie petrolifere e i potentati economici abbiano fatto pressione affinché tali conoscenze fossero insabbiate, per evitare di perdere i propri profitti e il controllo sulle risorse. Di conseguenza, le invenzioni “miracolose” resterebbero chiuse nei cassetti dei progetti segreti, mentre il mondo continua a inquinarsi bruciando carbone e petrolio. Quella di Hellyer era dunque anche una critica socio-politica: l’élite anteporrebbe i propri interessi alla salvezza del pianeta, pur di mantenere segreta la tecnologia aliena.
Sul fronte militare, Hellyer fu altrettanto esplicito: egli affermò che gli Stati Uniti stavano sviluppando armi spaziali avanzate da usare contro eventuali minacce aliene, e che lo facevano da tempo. Già nel 2005 egli menzionò finanziamenti nel budget USA per nuovi tipi di armamenti orbitali, collegandoli al prepararsi di una possibile “guerra dei mondi”. Nel 2014 ribadì che “il rischio più grande è che qualche generale paranoico possa scambiare le intenzioni degli ET e scatenare un conflitto”, sottolineando come l’atteggiamento bellicoso umano sia un ostacolo anche a una maggiore condivisione tecnologica da parte degli alieni. Secondo Hellyer, infatti, se solo smettessimo di fare guerre e di considerarci nemici l’un l’altro, le civiltà extraterrestri sarebbero più propense ad aiutarci e a regalarci i loro avanzamenti scientifici. In un’intervista suggerì che gli alieni ci darebbero volentieri tecnologie più evolute se ci comportassimo in modo meno aggressivo e pericoloso. Questa idea – quasi uno scambio “pace in cambio di tecnologia” – riflette la visione di Hellyer secondo cui le specie più evolute moralmente non vogliono contribuire al nostro potenziale autodistruttivo. Finché l’umanità sarà violenta e incline ai conflitti, rimarrà confinata e sorvegliata.
Riassumendo, Hellyer dipingeva uno scenario nel quale: – Abbiamo già acquisito pezzi di tecnologia aliena (da crash o accordi segreti). – La stiamo studiando e usando in segreto, principalmente a scopi militari (armi spaziali, veicoli avanzati). – Tratteniamo intenzionalmente le applicazioni civili rivoluzionarie (come l’energia pulita) per mantenere lo status quo economico e strategico. – Gli alieni, dal canto loro, non condividono apertamente altro know-how proprio perché ci vedono ancora troppo bellicosi e immaturi come civiltà.
Queste affermazioni collocano Hellyer nella schiera di quelli che vengono definiti “whistleblower UFO”: soggetti che denunciano al pubblico l’esistenza di innovazioni nascoste derivate dagli UFO, invitando a svelarle per il bene comune.
Il “cover-up” UFO e l’ipotesi del complotto globale
Tutte le convinzioni di Hellyer sopra elencate convergono in un’idea centrale: che esista da decenni un immenso cover-up, ossia un insabbiamento sistematico, volto a negare o ridicolizzare qualsiasi prova della presenza extraterrestre. Hellyer era convinto che dietro questa cortina di segretezza operasse una cabala internazionale, un vero e proprio “governo ombra” non eletto, composto da potenti interessi incrociati. In varie interviste egli fece i nomi di organizzazioni e gruppi elitari, attribuendo loro il ruolo di registi occulti del silenzio sugli UFO: – Il Consiglio per le Relazioni Estere (CFR), think-tank americano influente in politica estera. – La Commissione Trilaterale, forum privato fondato da Rockefeller che riunisce leader nordamericani, europei e asiatici. – Il Club Bilderberg, meeting annuale a porte chiuse di esponenti di governo, finanza e industria occidentali. – I cartelli bancari internazionali (ovvero i grandi banchieri e finanziari globali). – I cartelli petroliferi e energetici, interessati a mantenere lo status quo. – Alcuni alti comandi militari e di intelligence selezionati.
Tutti costoro, secondo Hellyer, sarebbero alleati tra loro per gestire la questione UFO a proprio vantaggio. L’obiettivo ultimo di questo gruppo sarebbe duplice: da un lato accumulare potere e controllo (anche pensando a un futuro governo mondiale unificato sotto la loro egida), dall’altro impedire che la notizia degli alieni diventi di dominio pubblico finché non l’avranno sfruttata appieno. Hellyer li accusava di essere i “censori delle notizie sugli alieni”, coloro che impongono il ridicolo mediatico sull’argomento e che eventualmente discreditano o mettono a tacere testimoni scomodi.
Questa componente cospirativa è quella che più ha fatto catalogare Hellyer come un teorico del complotto in senso lato. In effetti, le sue tesi sugli “illuminati” della finanza e sulla prospettiva di un Nuovo Ordine Mondiale (NWO) lo allineano a narrazioni cospirazioniste classiche. Hellyer, ad esempio, in dichiarazioni extra-ufologiche sostenne che molti governi sono già influenzati da un’elite segreta e che vi siano complotti anche dietro eventi economici globali. Nel contesto UFO, questa visione si traduce nell’idea che il cover-up non sia solo per evitare il panico pubblico, ma per mantenere privilegi – come l’accesso esclusivo a tecnologia aliena – e portare avanti agende geopolitiche occulte.
Come già riportato, Hellyer vedeva uno stretto legame tra il cover-up e la corsa agli armamenti spaziali: il segreto sarebbe funzionale a preparare in segreto armamenti anti-UFO senza allarmare la popolazione. Egli riteneva anche che la disinformazione fosse deliberatamente alimentata: ad esempio, la diffusione di film e fiction sugli alieni ostili servirebbe a plasmare l’opinione pubblica in un certo modo, oppure al contrario a far sì che l’argomento non venga preso sul serio (la cosiddetta “ridicolizzazione”). In sostanza, per Hellyer nulla di ciò che riguarda UFO e alieni trapela per caso: c’è sempre un filtro o una narrativa imposta dall’alto.
Una delle proposte concrete di Hellyer per rompere questo schema fu piuttosto singolare: egli suggerì di concedere un’amnistia a tutti quei funzionari e militari che, negli anni, hanno mantenuto il segreto sugli UFO, in modo da incoraggiarli a farsi avanti e rivelare finalmente ciò che sanno, senza timore di essere perseguiti per aver violato i patti di riservatezza. Questa idea, ispirata ai processi di verità e riconciliazione (come quello del Sudafrica post-apartheid), fu avanzata da Hellyer come soluzione per sbloccare la situazione: liberare la coscienza dei potenziali “whistleblower” protteggendoli legalmente, così che la verità potesse emergere grazie alle testimonianze dirette. Purtroppo, nessun governo finora ha raccolto un simile invito.
In sintesi, l’ex ministro della Difesa canadese dipingeva una grande cospirazione globale attorno al fenomeno UFO, una cappa di silenzio mantenuta da un potere trasversale politico-economico. Le sue affermazioni mescolavano elementi presenti da tempo nelle teorie UFO (come il Majestic-12, il governo ombra americano post-Roswell) con tematiche care ai complottisti (Illuminati, governo mondiale, lobby finanziarie). Hellyer, dal canto suo, insisteva che non era paranoia ma realtà: forte del suo passato istituzionale, chiedeva alla gente di prendere sul serio la questione UFO perché – a suo dire – riguardava “uno dei problemi più importanti che la Terra si trova ad affrontare”.

Fonti, prove e verificabilità delle affermazioni di Hellyer
Dato il carattere straordinario delle dichiarazioni di Hellyer, viene spontaneo chiedersi su quali fonti o prove egli basasse le sue convinzioni. È cruciale chiarire che Paul Hellyer non presentò mai pubblicamente documenti segreti, foto di alieni o altri evidence tangibili a supporto diretto delle sue affermazioni. Le sue parole si fondavano essenzialmente su: – Testimonianze altrui e “confidenze” da insider: Hellyer raccontò di essere stato avvicinato, all’inizio degli anni 2000, da diversi informatori appartenenti agli ambienti militari e dell’intelligence. Ad esempio, rivelò di aver parlato con un Generale dell’Aeronautica USA in pensione, il quale gli avrebbe detto senza mezzi termini: “Ogni parola del libro The Day After Roswell è vera, e c’è dell’altro”. (The Day After Roswell è un controverso libro del Col. Philip Corso, in cui si sostiene che l’esercito USA abbia recuperato tecnologia aliena dal crash di Roswell). Questa frase, stando a Hellyer, lo scosse: sentir confermare da un alto ufficiale americano che il governo nascondeva conoscenze sugli UFO gli fece capire che il tema era concreto. Da lì, incontrò altri presunti insider (piloti, ex agenti CIA, ecc.) che gli fornirono pezzi di un puzzle – tutti aneddoti o informazioni non verificabili pubblicamente, ma coerenti col quadro del cover-up. Hellyer spesso citava le esperienze di questi individui per corroborare i suoi punti, pur mantenendone riservati i nomi nella maggior parte dei casi. – Documentazione e letteratura ufologica: Dopo il pensionamento, Hellyer si immerse nella lettura di libri e dossier sugli UFO. Egli stesso ammise che in gioventù non aveva mai avuto il tempo di approfondire (da ministro era “troppo occupato a unificare le forze armate” per occuparsi di UFO, dirà ironicamente). Ma attorno al 2000 iniziò a studiare il tema: lesse libri come il già citato di Corso, rapporti di ricerca indipendenti, articoli e archivi di casi di avvistamento, nonché documenti declassificati resi pubblici da vari governi (in quegli anni sia USA che Regno Unito e Canada rilasciarono molti file storici sugli avvistamenti UFO, nell’ambito di richieste FOIA e trasparenza). Hellyer rimase colpito dal volume di evidenze aneddotiche: spesso ripeteva che “basta poco sforzo per trovare tante informazioni”, e criticava gli scienziati scettici per non aver mai esaminato seriamente questa mole di dati. Di certo, la sua formazione da ingegnere lo portava a credere di poter discernere elementi di verità in quel mare magnum di materiali. Va detto, però, che la comunità scientifica considera quel tipo di fonti non probanti: racconti di seconda mano, memorie di ufficiali a fine carriera, interpretazioni personali di luci in cielo – nulla che costituisca prova empirica ripetibile. – Osservazioni personali: L’unico dato empirico diretto di Hellyer fu il suo avvistamento del 2005 sopra citato (la luce nel cielo vista al cottage sul lago Muskoka). Egli stesso lo definì senza dubbi un UFO, date le manovre inconsuete che osservò. Tuttavia, ammise anche che si trattava di un oggetto puntiforme (“sembrava una stella”) e che non vi fu nessun contatto ravvicinato. Dunque, come prova non è molto forte – Hellyer ne era consapevole e la presentava più che altro per dire “anch’io ho visto qualcosa di inspiegabile”.
In mancanza di prove materiali, Hellyer puntava sul peso della convergenza di tanti indizi. Diceva che se “anche solo il 20% dei casi inspiegati è reale, allora c’è un’evidenza schiacciante” della presenza aliena. Citava numeri: secondo lui l’80% delle segnalazioni UFO si spiegano con errori o fenomeni naturali, “ma è quel 20% rimanente a essere così interessante”. Questo è un ragionamento comune in ufologia, ma contestato dagli scettici (osservano che finché ogni caso non è risolto, 20% “non spiegato” non significa automaticamente “alieno”).
Nessun governo o ente ufficiale ha mai confermato le affermazioni di Hellyer. Il Ministero della Difesa canadese non ha commentato direttamente, se non per ribadire che non c’erano evidenze concrete a supporto. Negli Stati Uniti, le autorità hanno più volte negato di possedere prove di visite aliene. Ad esempio, i rapporti del Pentagono sugli “UAP” (fenomeni aerei non identificati) rilasciati nel 2021 e 2022, pur ammettendo l’esistenza di oggetti inspiegabili nei cieli, non hanno riscontrato indicazioni di tecnologia non umana – mantenendo aperta l’ipotesi ma senza conferme. Questo significa che, allo stato attuale, le tesi di Hellyer restano non verificate e classificate come non provate.
La comunità scientifica e molti investigatori indipendenti contestano la validità delle “prove” di Hellyer. Viene sottolineato che egli, nonostante il titolo altisonante, in realtà non ha mai avuto accesso diretto a programmi UFO segreti mentre era in carica: lo ha ammesso lui stesso, spiegando che da ministro non si occupò del fenomeno. Dunque, tutto ciò che riferisce è di seconda mano, appreso dopo la pensione. Non esiste alcun documento pubblico – rapporti, memo, foto – che colleghi Paul Hellyer a informazioni riservate sugli UFO durante il suo mandato negli anni ‘60. Questo ha spinto alcuni critici a suggerire che Hellyer sia stato, in buona fede, fuorviato da fonti poco attendibili oppure che, in età avanzata, abbia sovrastimato la credibilità di certe storie.
Va ricordato però che il contesto è importante: quando Hellyer fece le prime dichiarazioni nel 2005, il tema UFO era ancora considerato fringe (di nicchia) e spesso ridicolizzato. Negli ultimi anni, invece, c’è stata una parziale “sdoganamento” del fenomeno a livello istituzionale (si pensi alle audizioni ufficiali al Congresso USA nel 2023, in cui funzionari hanno parlato di UAP davanti ai parlamentari). Anche il Pentagono ha ammesso di recente di aver indagato a lungo sugli UFO con programmi come AATIP. Eppure, nessuna di queste aperture ha confermato i racconti specifici di Hellyer su alieni cooperanti o basi lunari. La posizione ufficiale prevalente resta che non ci sono evidenze di contatti extraterrestri, e che finora nessun “insider” ha portato informazioni verificabili sul tavolo pubblico (le testimonianze come quelle del 2013 o del 2023, per quanto affascinanti, non includono prove fisiche e per questo lasciano scettici molti osservatori).
In definitiva, dal punto di vista della verificabilità: – Le affermazioni di Hellyer si basano su fonti non documentate (racconti orali e libri non riconosciuti dalla scienza ufficiale). – Hellyer stesso funge da fonte primaria delle sue dichiarazioni – abbiamo video, trascrizioni e libri scritti di suo pugno dove espone queste idee. Questi sono materiali accessibili (alcuni linkati in fondo come fonti) e costituiscono la prova che lui ha detto certe cose. Ma ovviamente non provano che ciò che dice sia vero nella realtà fattuale. – Non ci sono ad oggi prove indipendenti pubbliche che confermino l’esistenza delle 80 specie aliene o dei “Tall Whites” al Pentagono, né che i governi abbiano ricevuto offerte di aiuto dagli ET. – Gli aspetti verificati sono solo quelli storici: es. Hellyer fu davvero Ministro, partecipò davvero a quegli eventi, etc., il resto rientra nelle sue convinzioni.
Il dibattito quindi rimane aperto: chi crede alla realtà degli UFO considera Hellyer un testimone autorevole che avvalora ciò che sospettavano, chi è scettico vede Hellyer come l’ennesimo personaggio attratto da teorie fantasiose senza uno straccio di prova.
Reazioni, impatto e eredità nel dibattito UFO
Le dichiarazioni di Paul Hellyer hanno avuto un impatto notevole su diversi fronti: politico-mediatico, scientifico e nell’ambiente ufologico stesso.
Reazioni dei governi e dei media mainstream
Ufficialmente, i governi non hanno mai dato peso concreto alle esternazioni di Hellyer. In Canada, nessun esponente di rilievo ha appoggiato le sue tesi; al contrario, alcuni suoi ex colleghi lo hanno trattato con imbarazzo. Le richieste di aprire indagini parlamentari sugli UFO – come quella avanzata dalle ONG canadesi dopo il discorso del 2005 – sono rimaste lettera morta. Negli Stati Uniti, patria del supposto cover-up, la posizione è stata ignorare Hellyer oppure smentire blandamente: ad esempio un portavoce dell’US Air Force, incalzato dai giornalisti, ribadì che “non esistono accordi con esseri alieni e non stiamo pianificando guerre interplanetarie”, liquidando la cosa come fantasiosa. I media tradizionali inizialmente rilanciarono la notizia Hellyer come una curiosità: titoli come “Ex ministro della Difesa: ‘Gli alieni sono tra noi’” comparvero su giornali di vari Paesi, dal Toronto Star al Daily Mail, spesso con un tono tra il sensazionalistico e il canzonatorio. Col tempo, soprattutto nelle testate serie, prevalse un atteggiamento scettico. Alcuni editoriali in Canada furono spietati: Maclean’s (un prestigioso magazine) fece sarcasmo definendo Hellyer “un nonagenario eccentrico che crede ai fantasmi”, e commentò con ironia le sue affermazioni, includendole in un pezzo umoristico sulle teorie del complotto. Anche organi scientifici come Popular Mechanics o Live Science citarono Hellyer di sfuggita, confutando le sue idee con argomenti classici (ad es.: “se davvero ci sono 80 specie aliene, possibile che nessuna prova tangibile sia mai trapelata?”). In Italia, quotidiani come La Stampa e Il Giornale ripresero le sue frasi all’epoca, ma sempre con un taglio un po’ scettico, sottolineando l’aspetto “fantascientifico” delle sue accuse agli USA. Insomma, la stampa generalista non ha mai preso sul serio Hellyer come fonte di verità rivelate, considerandolo piuttosto un caso curioso di ex politico convertitosi all’ufologia.
Reazioni della comunità scientifica e accademica
Nel mondo scientifico le sortite di Hellyer non hanno suscitato dibattiti approfonditi – proprio perché mancavano dati concreti da discutere. La maggior parte degli scienziati e divulgatori ha liquidato le affermazioni come infondate. Alcuni hanno avanzato anche ipotesi “psicologiche”: ovvero che Hellyer, in età avanzata, potesse essere influenzato da credenze pseudoscientifiche o magari da persone a lui vicine coinvolte nel movimento UFO. Tuttavia, pubblicamente pochi scienziati hanno ritenuto necessario confutare punto per punto le sue tesi (differente sarebbe stato se un ministro in carica avesse detto tali cose in un contesto ufficiale). In generale, la comunità scientifica mantiene sull’argomento alieni/governi la posizione che “affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie”, e che finora queste prove non ci sono. Quindi, pur senza attaccare Hellyer sul personale, gli esperti considerano le sue storie alla stregua di un mito moderno, non validate dal metodo scientifico.
Impatto nel mondo ufologico e nella disclosure
Se altrove Hellyer fu accolto con scetticismo, nel mondo degli appassionati di UFO e teorici della “cospirazione aliena” ebbe invece un effetto galvanizzante. Molti ufologi salutarono Hellyer come una voce coraggiosa dall’interno dell’establishment: finalmente un ex ministro confermava ciò che sospettavano da anni! La figura di Hellyer divenne quasi leggendaria nei circoli ufologici. Conferenze e documentari sulla “disclosure” spesso aprono citando Hellyer come la prova che anche i potenti sanno ma tacciono. In particolare, il fatto che fosse un Ministro della Difesa diede enorme autorevolezza alle sue parole agli occhi del pubblico interessato: non era mai accaduto che un ex responsabile militare di un grande paese dicesse “Sì, gli alieni esistono e i governi ne sanno”. Questo ha fatto guadagnare credito alle tesi di complotto agli occhi di alcuni indecisi e ha fornito un testimonial di peso nelle campagne per la divulgazione della verità sugli UFO. Ad esempio, movimenti come il Disclosure Project e il Paradigm Research Group (che da anni lottano per far ammettere l’esistenza aliena ai governi) hanno sfruttato il “caso Hellyer” come esempio del fatto che persino i governi di alto livello iniziano a parlare. Steven Greer, noto attivista della disclosure UFO, citò Hellyer più volte nei suoi briefing sostenendo che la sua testimonianza era un invito a prendere sul serio la questione.
Hellyer partecipò a numerosi congressi ufologici internazionali (fu spesso ospite d’onore), e fino a tarda età continuò a scrivere su questi temi: oltre a “Light at the End of the Tunnel”, pubblicò nel 2014 un libro intitolato “The Money Mafia” dove intrecciava i temi della governance economica con quelli degli UFO, e successivamente altre riflessioni. La sua presenza ha senza dubbio contribuito a mantenere alta l’attenzione sull’argomento UFO in Canada, dove altrimenti il dibattito era meno acceso che negli Stati Uniti. Nel 2015 il Disclosure Tour canadese portò per la prima volta in sedi istituzionali (come teatri e università) discussioni aperte sugli extraterrestri, con buona affluenza di pubblico – un risultato ottenuto in gran parte grazie al nome di Hellyer in cartellone.
D’altro canto, va riconosciuto che anche nella comunità ufologica Hellyer non è esente da critiche. Alcuni appassionati più prudenti sottolineano come egli non abbia portato nuove prove, ma abbia semplicemente confermato storie già note (dai “Tall Whites” di Charles Hall alle tesi di Corso su Roswell). In sostanza, dicono, Hellyer non rivelò segreti inediti, piuttosto “mise la faccia” su voci esistenti. Questo è vero: molte delle sue affermazioni circolavano da anni tra gli ufologi, ma averle sentite da un ex ministro diede loro nuova eco. Inoltre, alcuni ricercatori UFO “ortodossi” temettero che Hellyer mescolasse troppo il tema UFO con altre cospirazioni (Illuminati, NWO, ecc.), rischiando di far perdere credibilità specifica al discorso extraterrestre. Nonostante ciò, la maggioranza della comunità UFO ha accolto Hellyer con rispetto e gratitudine per aver rotto il tabù.
Lascito e situazione attuale
Oggi, le dichiarazioni di Paul Hellyer continuano a essere citate ogni volta che si parla di “insider” che avrebbero confermato il contatto alieno. Anche dopo la sua morte, il suo nome ricorre in articoli, video YouTube e discussioni online come autorità a sostegno della realtà degli UFO: un tipico argomento è “Non può essere tutto falso, se persino un ex Ministro della Difesa lo diceva!”. In parallelo, gli scettici continuano a usarlo come esempio di come anche persone autorevoli possano abbracciare convinzioni non comprovate: spesso viene portato come caso di studio di credenze cospirative in età avanzata. Ad ogni modo, Hellyer ha fatto storia nel campo dell’ufologia. La sua vicenda è citata nei libri e documentari sul fenomeno UFO come un capitolo significativo della cosiddetta “Disclosure moderna”. Per esempio, quando nel 2021 il Pentagono ha ammesso di non poter spiegare certi avvistamenti di piloti militari, alcuni giornalisti hanno ricordato con meno sarcasmo le parole di Hellyer di 15 anni prima. Lo stesso vale durante le audizioni USA del 2023 su UAP: i parallelismi con quanto Hellyer sosteneva (reperti di velivoli non umani recuperati, progetti segreti fuori controllo) sono stati evidenziati da commentatori, a dimostrazione che idee un tempo relegate alla fantascienza sono entrate nel discorso ufficiale, anche se con molta cautela.
In Canada, la figura di Hellyer rimane particolare: è visto da molti con affetto e un pizzico di ironia come “il ministro UFO”. Alla notizia della sua scomparsa, testate canadesi gli hanno dedicato brevi necrologi ricordando tanto la carriera politica quanto le sue convinzioni sugli alieni – a riprova che quel tema è ormai parte indelebile della sua identità pubblica.
In conclusione, l’eredità di Paul Hellyer nel contesto UFO è duplice. Da un lato, ha contribuito a portare il tema alieno dal margine al centro della discussione pubblica, sfruttando il suo prestigio personale: ha incoraggiato altri (piloti, ex funzionari) a uscire allo scoperto e condividere le proprie storie, ha stimolato il dibattito sull’eventuale disclosure governativa e ha avvicinato nuove persone all’argomento con la sua testimonianza. Dall’altro lato, non ha fornito quelle prove decisive che molti attendevano, lasciando in sospeso la veridicità delle sue affermazioni. La sua figura resta quindi controversa: per alcuni un visionario coraggioso, per altri un illuso in buona fede. Ma indubbiamente Hellyer ha segnato un prima e un dopo: dopo di lui, parlare di UFO e contatti alieni non è più stato solo appannaggio di fantasiosi sconosciuti, ma anche di ex-ministri e alti ufficiali. E questo, da solo, è un fatto dal peso storico nel percorso verso una possibile futura rivelazione.
Conclusioni
Il “caso Paul Hellyer” rappresenta un capitolo emblematico nella storia contemporanea della disclosure UFO. Mai prima un ex ministro della Difesa di un’importante nazione aveva sostenuto pubblicamente l’esistenza di civiltà extraterrestri in contatto con la Terra. Hellyer ha portato all’attenzione generale temi che per decenni erano confinati ai sottocultura ufologica, conferendo loro – se non credibilità scientifica – quantomeno dignità di argomento. Le sue dichiarazioni, inizialmente accolte con scetticismo e scherno, col tempo sono state rilette sotto una luce diversa da parte di alcuni, soprattutto alla luce delle recenti aperture istituzionali sugli UFO (come l’ammissione che i fenomeni aerei non identificati sono oggetto di studio serio da parte di Pentagono e NASA, pur senza parlare di alieni). Oggi, le teorie di Hellyer continuano a vivere nell’immaginario collettivo: vengono citate in libri, articoli e dibattiti sia dagli ufologi convinti, che le vedono come anticipazioni della verità in via di svelamento, sia dai critici, che le portano ad esempio di come anche persone autorevoli possano essere vittime di bias e convinzioni errate.
Al di là della veridicità o meno delle sue affermazioni, Paul Hellyer ha svolto il ruolo di apripista. Ha costretto molti a porsi domande scomode: “E se, per ipotesi, gli ET fossero già fra noi?”; “E se dietro le quinte i governi sapessero molto di più?”. Anche chi non crede, ha dovuto confrontarsi con l’idea che queste possibilità siano discusse non solo da appassionati, ma da ex ministri, astronauti, ex presidenti (negli anni successivi pure personaggi come John Podesta, consigliere di Obama, hanno chiesto più trasparenza sugli UFO). In un certo senso, Hellyer ha anticipato l’odierno clima di dibattito sui misteriosi UAP: ciò che prima era zittito con una risata, ora viene perlomeno indagato.
Le sue dichiarazioni vengono ancora citate perché toccano corde profonde: la sfiducia nei confronti delle élite e dei segreti militari, la speranza che esista una conoscenza superiore (magari portata dagli alieni) che possa risolvere i problemi dell’umanità, il fascino dell’ignoto cosmico. Hellyer incarnava tutte queste istanze, con la credibilità di chi “ha visto i piani alti del potere”.
In definitiva, Paul Hellyer lascia un’eredità controversa ma indubbia: ha contribuito a portare il tema UFO/alieni dal ridicolo al dibattito geopolitico. Se un giorno vi sarà una piena disclosure – ovvero una conferma ufficiale dell’esistenza di vita extraterrestre intelligente – in molti ricorderanno Hellyer come uno dei precursori che “l’avevano detto”. Fino ad allora, le sue affermazioni restano un monito e uno stimolo a continuare a indagare: perché, come egli stesso suggeriva, solo alzando quel “velo di segretezza” potremo sapere se aveva ragione oppure no.
Domande frequenti (FAQ)
- Chi era Paul Hellyer?
Paul Hellyer è stato un politico canadese, ingegnere e scrittore. Fu Ministro della Difesa nazionale del Canada negli anni ‘60 e in seguito Vice Primo Ministro (ad interim) sotto Pierre Trudeau. È diventato famoso in ambito ufologico per aver dichiarato, una volta lasciati gli incarichi governativi, che crede nell’esistenza degli UFO e di civiltà extraterrestri in contatto con la Terra. Hellyer è morto nel 2021 all’età di 98 anni, ma le sue dichiarazioni restano un riferimento nel dibattito sugli alieni. - Che cosa ha dichiarato Paul Hellyer sugli alieni?
In sintesi, Hellyer ha affermato che “gli alieni esistono, gli UFO sono reali quanto gli aerei in cielo”. Ha sostenuto che diverse specie aliene hanno visitato la Terra per migliaia di anni e alcune di esse sarebbero persino tra noi oggi. Secondo Hellyer, governi e militari (soprattutto degli USA) avrebbero tenuto contatti segreti con questi esseri, scambiandosi informazioni. Egli ha detto che gli Stati Uniti nascondono tecnologie extraterrestri recuperate (per esempio dai rottami di UFO caduti come quello di Roswell) e che hanno sviluppato armi spaziali in previsione di un possibile conflitto con qualche civiltà aliena. Inoltre, Hellyer ha denunciato l’esistenza di un complotto globale ordito da un’élite di potenti (banche, petrolieri, gruppi come il Bilderberg) per coprire la verità sugli UFO e mantenere il monopolio di certe tecnologie (come l’energia pulita di origine aliena). Tutte queste affermazioni Hellyer le ha rese in conferenze pubbliche, interviste TV e libri, specie a partire dal 2005. - Quante specie aliene ha menzionato Hellyer e di che tipo?
Hellyer inizialmente parlò di “almeno quattro specie” di extraterrestri visitatori, ma poi dichiarò che potrebbero essere fino a 80 specie diverse quelle che ci hanno osservato o contattato. Tra le tipologie più note citò i “Grigi”, i “Nordici” (alieni simili a umani nordici), e i “Tall Whites” (esseri alti e pallidi, detti anche “Bianchi”). Disse che alcuni alieni sono indistinguibili dagli umani e vivono in mezzo a noi in incognito. La maggioranza sarebbero pacifici o neutrali, ma almeno un paio di specie potrebbero essere ostili o comunque non benevole. Ad esempio, Hellyer riportò la storia che due Tall Whites collaborano con l’aeronautica militare statunitense in una base nel Nevada. Va notato che queste categorie derivano da testimonianze e racconti di altri ufologi; Hellyer se ne è fatto portavoce, ma non ha fornito dettagli “ufficianti” sulle specie oltre a quanto già circolava nell’ambiente UFO. - Paul Hellyer ha fornito prove concrete dei suoi racconti?
No, Hellyer non ha mai mostrato prove tangibili come foto di alieni, documenti riservati o materiali tecnologici anomali. Le sue sono dichiarazioni basate su testimonianze e sulle sue convinzioni personali. Ha riferito di aver parlato con militari e insider che gli avrebbero confermato l’esistenza del cover-up UFO, e ha citato molti casi e libri a sostegno (come il libro “Il giorno dopo Roswell” di Philip Corso). Tuttavia, nessuna agenzia governativa ha confermato le sue affermazioni e nessun documento ufficiale le corrobora. Anche il suo ruolo da ministro negli anni ‘60 non gli diede accesso a segreti sugli UFO (all’epoca lui stesso non si occupò del fenomeno). Dunque, al di là della sua autorevolezza personale, le storie di Hellyer restano non verificate. La comunità scientifica e i governi le considerano prive di riscontri oggettivi e attribuiscono la sua presa di posizione a un errore di valutazione o a credenze infondate maturate dopo il servizio attivo. - Perché si parla ancora oggi delle dichiarazioni di Hellyer?
Perché Hellyer rappresenta un caso unico di “insider” di alto rango che ha abbracciato la causa della divulgazione sugli UFO. Le sue parole continuano a essere citate per due motivi principali. Primo, chi crede negli UFO trova in Hellyer una conferma insperata: se un ex Ministro della Difesa afferma certe cose, pensano, significa che dietro deve esserci qualcosa di vero. Quindi viene spesso menzionato come prova di autorità nei dibattiti sulla presenza aliena o sul cover-up (la cosiddetta “ex ministro difesa Canada alieni” è diventata quasi una frase chiave nel mondo UFO). Secondo, negli ultimi anni l’argomento UFO è tornato alla ribalta in sede ufficiale (video di UAP confermati dal Pentagono, audizioni in Senato USA, ecc.): questo ha portato molti a rivedere sotto nuova luce testimonianze del passato come quella di Hellyer. Alcuni elementi da lui citati (es. recuperi di velivoli non umani) sono stranamente riecheggiati nelle rivelazioni più recenti di taluni informatori USA, creando parallelismi interessanti. In breve, le sue dichiarazioni vengono ricordate perché anticipavano temi oggi discussi e perché la sua figura dà autorevolezza alla narrativa della “grande rivelazione” che forse si avvicina. Al tempo stesso, proprio la persistenza delle sue affermazioni non provate viene usata dagli scettici come monito: ci mostra infatti come alcune convinzioni possano durare a lungo e diffondersi anche senza evidenze, se a promuoverle è qualcuno con voce autorevole.



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