Bob Lazar e l’elemento 115: storia, teorie, controversie

 Robert Scott Lazar, meglio conosciuto come Bob Lazar, è uno dei personaggi che non può sfuggire agli appassionati di ufologia.
Con gli ampi occhiali che gli incorniciano il viso e l’aria ingenua, questo ragazzone americano è diventato una figura iconica, nota anche a chi è solo marginalmente interessato alla materia. Ma chi è Bob Lazar e perché le sue affermazioni hanno suscitato tanto scalpore?

Bob Lazar in un’apparizione televisiva

Chi è Bob Lazar e perché è famoso

Bob Lazar è divenuto famoso nel 1989 dopo un’intervista rilasciata al giornalista investigativo George Knapp. Lazar affermò di aver lavorato in una struttura segreta denominata S-4, situata vicino all’Area 51, un’installazione militare top secret nel deserto del Nevada. Da quanto riferito, il suo lavoro consisteva nello studio e nella retroingegneria di tecnologia extraterrestre, in particolare dei sistemi di propulsione di veicoli spaziali alieni.
Lazar sostenne che i veicoli studiati erano alimentati da un elemento chimico super pesante che all’epoca non era stato ancora scoperto: l’elemento 115. Le sue dichiarazioni furono immediatamente contestate e generarono un dibattito acceso tra sostenitori e scettici, rendendo Lazar una figura polarizzante nel panorama ufologico mondiale.

La storia di Bob Lazar

La formazione e gli inizi

Bob Lazar nasce nel 1959 a Coral Gables, in Florida. Dichiara di aver studiato fisica al Massachusetts Institute of Technology (MIT) e ingegneria elettronica al California Institute of Technology (Caltech). La mancanza di documenti ufficiali a supporto di queste affermazioni ha alimentato dubbi sulla sua formazione, tuttavia Lazar ha saputo indicare i nomi di alcuni docenti che effettivamente insegnavano presso le due università in quegli anni. Dal canto suo, egli sostiene che gran parte della documentazione che lo riguarda sia sparita dai registri a seguito delle sue dichiarazioni al pubblico.
Da quanto riporta, dopo essersi laureato nel 1982, ha trovato impiego nei Los Alamos National Laboratory, in New Mexico (quelli in cui è stata sviluppata la bomba atomica, per intenderci, e dove Enrico Fermi pronunciò il celebre “E allora dove sono tutti quanti?” che diede origine all’omonimo paradosso). Anche in questo caso non abbiamo conferme documentarie dell’assunzione al Meson Facility. Il suo nome, tuttavia, risulta in un elenco del telefono dell’epoca relativo ai dipendenti di ditte in subappalto che lavoravanopresso i laboratori di Los Alamos, non per i laboratori di Los Alamos.
Nello stesso anno, il quotidiano Los Alamos Monitor dedica un articolo proprio a Bob, che attira l’attenzione della popolazione locale girando a bordo della jet car che ha realizzato con le sue mani, una Honda Civic regolarmente registrata in California con la targa JETUBET (traducibile come ” Ci puoi scommettere che è un jet“: ammettiamolo, quest’uomo è un genio, a modo suo). All’interno dell’articolo Lazar viene riportato come “[..] un fisico che lavora presso la Los Alamos Meson Physics Facility.“.

Il lavoro a Los Alamos non soddisfa del tutto Bob, che presto si dedica ad attività collaterali: nel 1985 prenderà un gestione un bordello nel Nevada (Stato in cui la prostituzione è legalizzata) e in seguito aprirà uno studio di fotografia con sua moglie Carol.

Lavoro all’S-4

Dopo un periodo di break dal mondo della scienza, Lazar è stanco di essere “just Bob, the photo guy” e nasce nuovamente in lui il desiderio di tornare a dedicarsi alla fisica. Afferma di essere stato assunto nel 1988 dalla United States Navy per lavorare presso la struttura S-4, che descrive come una sezione altamente segreta situata vicino all’Area 51, nascosta all’interno di una montagna e dotata di numerosi hangar contenenti veicoli spaziali extraterrestri.
Qui avrebbe lavorato a stretto contatto con tecnologie aliene provenienti dal sistema stellare Zeta Reticuli, cercando di comprendere e replicarne le caratteristiche.
Ha descritto nel dettaglio vari aspetti dei dispositivi e dei meccanismi presenti nei velivoli, soffermandosi in particolare sul sistema di propulsione basato sull’antigravità.
Secondo Lazar, i veicoli erano equipaggiati con un reattore gravitazionale che utilizzava l’elemento 115 per generare un campo di gravità artificiale. La distorsione e la manipolazione delle onde gravitazionali sarebbe, dunque, la chiave di volta che consente a questi velivoli di fluttuare e muoversi senza alcuna resistenza aerodinamica, viaggiando a velocità straordinarie e compiendo manovre impossibili per gli aerei convenzionali, abbattendo -di fatto- le leggi conosciute della fisica.
Fra le ulteriori asserzioni di Lazar, si annoverano dichiarazioni circa:

  • Materiali esotici: Oltre all’elemento 115, Lazar ha parlato di materiali che avevano proprietà straordinarie, come la capacità di resistere a temperature estreme e di essere praticamente indistruttibili.
  • Dispositivi di camuffamento: Secondo Lazar, alcuni dei velivoli extraterrestri studiati erano equipaggiati con tecnologie di camuffamento che li rendevano invisibili ai radar e agli occhi umani.
  • Progetti governativi segreti: Il governo degli Stati Uniti sarebbe coinvolto in numerosi progetti segreti riguardanti la tecnologia extraterrestre. Ha affermato che esistono diversi programmi di ricerca avanzata finalizzati alla retroingegneria di dispositivi alieni e allo sviluppo di nuove tecnologie basate su queste scoperte.
  • Interazioni con specie extraterrestri: Lazar ha dichiarato di aver letto documenti che parlavano di una collaborazione tra il governo e una razza aliena conosciuta come i “Grigi“. Questi documenti avrebbero descritto in dettaglio la tecnologia e la biologia degli alieni, nonché gli accordi stipulati per lo scambio di informazioni e conoscenze tecniche.
  • Energie alternative: Lazar, inoltre, ha parlato del potenziale dell’elemento 115 e di altre tecnologie avanzate per rivoluzionare la produzione e l’uso dell’energia sulla Terra. Secondo quanto riferito, queste tecnologie potrebbero fornire fonti di energia pulite e inesauribili, eliminando la dipendenza dai combustibili fossili.

La rivelazione pubblica

Nel 1989, Lazar decise di venire allo scoperto e raccontare la sua storia in un’intervista anonima con George Knapp, trasmessa dal canale KLAS-TV di Las Vegas. Poco dopo, rivelò la sua identità al pubblico. Le sue dichiarazioni generarono un’ondata di interesse mediatico e speculazioni, ma anche numerose critiche e verifiche approfondite.
Lazar dichiara tuttora che le ragioni che lo spinsero a divulgare la sua storia sono legate al timore per la sua incolumità. A seguito dell’interruzione del rapporto lavorativo con l’S-4 avvenuta da parte del datore per ragioni poco chiare (Lazar ipotizza la mancata idoneità al security clearance data dalla relazione clandestina che sua moglie Tracy aveva con il suo istruttore di volo, a sua insaputa) il fisico sostiene di aver subito pedinamenti, minacce e intimidazioni, occorrenze che lo hanno poi condotto a farsi avanti con l’obiettivo di rendersi incolume a qualsiasi potenziale ritorsione.

L’elemento 115 secondo Bob Lazar

Bob Lazar affermò che l’elemento 115, da lui chiamato Ununpentio (Uup), era il carburante principale per i sistemi di propulsione dei veicoli extraterrestri che aveva studiato presso la struttura S-4. Secondo Lazar, questo elemento aveva proprietà fisiche straordinarie che permettevano la generazione di un campo gravitazionale attraverso un processo di amplificazione della forza nucleare debole. Nello specifico, bombardato con protoni, l’elemento 115 dovrebbe trasformarsi in Livermorio (elemento 116) per poi decadere subito dopo, emettendo antimateria che annichilendosi genererebbe una enorme quantità di energia elettrica che alimenterebbe i tre amplificatori direzionali di anti-gravità dell’UFO. Il reattore che alimentava il veicolo alieno studiato da Lazar, stando alle sue testimonianze, sfruttava queste proprietà per piegare lo spazio-tempo e permettere viaggi interstellari.

La scoperta ufficiale dell’elemento 115

Collocazione dell’elemento 115 nella tavola periodica

Nel 2003, un team di scienziati russi e americani presso il Joint Institute for Nuclear Research di Dubna, in Russia, riuscì a sintetizzare per la prima volta l’elemento 115, confermandone l’esistenza. Questo nuovo elemento fu inizialmente denominato Ununpentio (Uup), come da convenzione per gli elementi transuranici in attesa di un nome ufficiale. Nel 2016, l’elemento 115 fu ufficialmente nominato Moscovio (Mc), in onore della città di Mosca.
Ma come ha fatto Lazar a sapere dell’esistenza dell’elemento 115 prima della sua scoperta se non attraverso l’accesso a informazioni secretate?
In realtà, basandosi sulla semplice lettura della tavola periodica è possibile stimare nuovi elementi superpesanti, i quali si trovano al di là degli elementi attualmente inseriti nella tabella. Il “115” dell’elemento 115 indica il numero atomico dell’elemento, che corrisponde al numero di protoni presenti nel nucleo di un atomo. La tavola periodica segue una nomenclatura ben precisa e viene aggiornata regolarmente: negli anni successivi alla scoperta del Moscovio sono stati prima teorizzati e poi scoperti (ovvero sinsetizzati) ulteriori elementi, con numeri atomici crescenti (gli elementi 116, 117 e 118). Pertanto, questa occorrenza non rappresenta “la pistola fumante” a favore delle dichiarazioni di Lazar.

Proprietà del Moscovio (Mc)

Il Moscovio è un elemento super pesante, radioattivo e altamente instabile. Gli esperimenti condotti hanno mostrato che ha un’emivita di pochi millisecondi, rendendolo estremamente difficile da studiare in dettaglio nonché da impiegare in modo pratico. Le sue proprietà fisiche e chimiche sono ancora oggetto di ricerca, ma finora non è stato riscontrato nulla che supporti le affermazioni di Lazar sulle sue capacità straordinarie.

Teorie e speculazioni

Nonostante le discrepanze tra le affermazioni di Lazar e le proprietà scientificamente osservate del Moscovio, alcuni sostenitori ipotizzano l’esistenza di isotopi stabili dell’elemento 115 che non sono ancora stati scoperti o sintetizzati. Secondo queste teorie, la comunità scientifica potrebbe non aver ancora raggiunto il livello di conoscenza necessario per replicare le condizioni descritte da Lazar.

Disegni di Bob Lazar

Disegno dell’UFO “sportmodel”

Bob Lazar ha realizzato diversi disegni per illustrare le sue affermazioni sui veicoli extraterrestri e sulla tecnologia dell’elemento 115.  Uno dei disegni più famosi di Lazar riguarda il modello sportivo di un UFO (il cosiddetto sportmodel), che descrisse come un disco con una cupola centrale e treemettitori di gravità” posizionati nella parte inferiore. Ha anche descritto il modo in cui il veicolo “capovolgeva la pancia” verso la direzione di viaggio per sfruttare al meglio il campo gravitazionale generato, confutando l’immagine tradizionale dell’UFO che vola in senso orizzontale, “di piatto”
Lazar ha anche descritto, attraverso i suoi disegni, le strutture interne dei veicoli, inclusi sedili molto piccoli che, secondo lui, indicavano che i veicoli erano progettati per esseri non umani. Ha anche riportato un episodio in cui vide un presunto alieno durante il suo lavoro all’S-4, ma non ha mai fornito disegni dettagliati di questa esperienza, limitandosi a descrivere la creatura come simile ai classici “Grigi” della narrativa ufologica.

Critiche e contestazioni

Le affermazioni di Lazar sono state ampiamente criticate e contestate da scienziati, ricercatori e funzionari governativi. Le principali obiezioni riguardano:

  • Mancanza di prove a supporto: Non esistono prove terze concrete che confermino le dichiarazioni di Lazar. Nessun documento, fotografia o reperto fisico è stato fornito per supportare le sue affermazioni.
  • Credenziali accademiche: Le verifiche sui titoli di studio di Lazar non hanno trovato riscontri nelle istituzioni da lui menzionate (MIT e Caltech), sollevando dubbi sulla sua formazione accademica. Come già riportato, il fisico sostiene che la documentazione che riguarda i suoi studi e il suo percorso professionale sia stata volutamente occultata a seguito delle sue dichiarazioni.
  • Testimonianze contraddittorie: Diversi ipotetici ex colleghi e superiori di Lazar non hanno confermato la sua presenza l’Area 51 e molti hanno negato del tutto l’esistenza stessa della struttura S-4. Alcuni colleghi e testimoni hanno affermato di aver visto Lazar lavorare a Los Alamos, ma non ci sono prove documentate che confermino la sua assunzione presso i laboratori. Fisici e studiosi esperti del settore, inoltre, hanno identificato numerose incongruenze scientifiche nelle teorie riportate da Lazar, il quale mostra una conoscenza sicuramente vasta di termini specialistici ma sembrerebbe poi utilizzarli in maniera non pienamente consapevole (insomma, si tratterebbe di supercazzole, se mi passate il tecnicismo).
  • Un documento W-2 -una sorta di Certificazione Unica, per intenderci- che Lazar ha mostrato come prova del suo lavoro presso una base segreta riporta la dicitura “United States Department of Naval Intelligence“, dipartimento in realtà inesistente (da non confondere con l’Office of Naval Intelligence, il più antico reparto di intelligence degli USA, attivo dal 1882 );
  • Lazar ha avuto diversi problemi legali, incluse una condanna per favoreggiamento della prostituzione nel 1990 e un’accusa per la vendita di materiali utilizzati per la fabbricazione di fuochi d’artificio illegali (e non per la vendita di polonio-210, come erroneamente è stato divulgato, sostanza che vendeva entro i perimetri consentiti dalla legge) trovati a seguito di un raid delle forze dell’ordine nel 2003 nel suo laboratorio. Nel 2007 la sua azienda, la United Nuclear Scientific Supplies LLC, si è dichiarata colpevole delle accuse ed è stata multata per 7.500$, mentre Lazar ha scontato tre anni di libertà vigilata.​

Aggiungiamo al quadro anche lo spettro della prima moglie e abbiamo il cocktail perfetto per dipingere la cornice di un personaggio dal passato quantomeno particolare.
Carol Lazar è stata trovata morta per avvelenamento da monossido di carbonio nel 1986, all’interno garage della casa coniugale a Las Vegas. Secondo il rapporto della polizia, Bob Lazar ha scoperto il corpo al suo ritorno da un viaggio fuori città. Carol ha lasciato un semplice biglietto in cui dichiarava “I did it by myself” [“L’ho fatto da sola”]. Al momento del suicidio, Bob Lazar era ancora legalmente sposato con Carol anche se due giorni prima aveva sposato un’altra donna, Tracy Anne Murk (collaboratrice nello studio di fotografia che i due avevano aperto), a Las Vegas​.
Lazar, nella suo libro Dreamland: An Autobiography (2019, lo trovate in vendita su Amazon), afferma che la ragione del suicidio di Carol risiede nel tumore al pancreas che le era stato diagnosticato poco prima e che aveva tenuto nascosto al marito per tutto il tempo. Non essendo stata effettuata un’autopsia sul corpo, purtroppo non abbiamo la conferma medica di questa asserzione.
Ma ci sono altri dettagli che aggiungono un contorno torbido alla faccenda:

  • Il certificato di matrimonio fra Carol e Bob Lazar (1980) riporta “Carol Nadine Strong” come nome della sposa, quando il cognome reale di Carol era Asher.
  • Carol nel 1975 era stata condannata a 5 anni di reclusione per omicidio di secondo grado, crimine commesso assieme alla banda di motociclisti Hells Angels. Questo trascorso, oltre a rappresentare di per sé un fatto peculiare, sarebbe anche sufficiente per invalidare qualsiasi possibilità di ottenere un’abilitazione di sicurezza (security clearance) da parte di Bob e -dunque- il nulla osta per poter accedere a informazione progetti classificati e altamente riservati.
  • Tracy e Bob dovettero sposarsi una seconda volta, in quanto il primo matrimonio risultò non valido per ovvie ragioni di bigamia. Sul certificato del secondo matrimonio, Tracy venne registrata con il nome di Jackie Dianne Evan (ma possibile che negli USA sia così semplice inventarsi un’identità?!).

Insomma, c’è più di qualcosa di strano nel passato di Bob.

Bob Lazar oggi

Negli anni successivi, Lazar ha continuato a difendere le sue affermazioni, partecipando a conferenze e rilasciando interviste, nonostante le minacce e i tentativi di dissuasione che sostiene di aver ricevuto. Nel 2018, è stato protagonista del documentario “Bob Lazar: Area 51 & Flying Saucers“, diretto da Jeremy Corbell, che ha riacceso l’interesse del pubblico e dei media sulla sua storia.
Oggi, Bob Lazar vive una vita relativamente tranquilla. Nonostante le numerose contestazioni e le mancate prove concrete a sostegno delle sue dichiarazioni, Lazar mantiene una base di sostenitori che credono nella sua storia. La sua apparizione nel podcast di Joe Rogan nel 2019 ha ulteriormente alimentato il dibattito, con milioni di ascoltatori affascinati dalle sue parole.
Attualmente, Bob Lazar gestisce United Nuclear Scientific Equipment and Supplies, un’azienda che fornisce attrezzature scientifiche, compresi materiali radioattivi, magneti industriali e prodotti chimici. Inoltre, Lazar è coinvolto in Project Gravitaur, un’iniziativa collaborativa che include un documentario, un’esperienza VR e un libro che esplorano il suo lavoro presso la struttura S4 vicino all’Area 51. Questo progetto mira a preservare e presentare le sue esperienze con la tecnologia extraterrestre attraverso ricostruzioni dettagliate e contenuti multimediali.​

L’incursione dell’FBI

Nel 2017 l’FBI ha effettuato una vera e propria incursione nel laboratorio di Bob Lazar, evento che ha ventilato molte speculazioni attorno alla vicenda. Lazar ha ipotizzato che l’irruzione fosse motivata dalla volontà delle autorità di recuperare un campione di elemento 115, ipoteticamente conservato nei suoi laboratori.
Tuttavia, i documenti ottenuti appellandosi alla Freedom of Information Act (FOIA) hanno rivelato che la “visita” era parte di un’indagine per omicidio, volta a determinare se la compagnia di Lazar avesse venduto tallio (il solfato di tallio, inodore e insapore, è usato come veleno per i topi e talvolta viene utilizzato per commettere omicidi tramite avvelenamento) a un sospettato di omicidio in Michigan. Riportiamo che, tuttavia, Lazar non risulta fra i sospettati dell’indagine.​

Conclusioni

La vicenda di Bob Lazar rimane uno dei capitoli più intriganti e controversi nella storia dell’ufologia. Le sue affermazioni hanno attirato sia sostenitori accaniti che critici scettici. Che si creda o meno alla sua storia, Lazar ha indubbiamente lasciato un segno indelebile nella cultura popolare e nel dibattito sugli UFO e sulla possibile detenzione di tecnologie extraterrestri da parte del governo americano.
L’elemento 115 rappresenta uno dei punti più enigmatici e discussi della vicenda di Bob Lazar. Sebbene la sua versione non sia supportata da evidenze scientifiche, quanto narrato da Lazar sul Moscovio continua a essere un esempio affascinante di come la scienza e la fantascienza possano intrecciarsi. Le ricerche sull’elemento 115 proseguono, e solo il tempo dirà se ci saranno nuove scoperte che potranno confermare o smentire definitivamente le affermazioni del fisico.
Alla luce delle dichiarazioni dell’ufficiale David Grusch al Congresso degli USA nel 2023 e sulla scorta delle rivelazioni del Pentagono nel 2020, potrebbe sorgere qualche dubbio circa la possibile veridicità delle sue affermazioni. Il regista Jeremy Corbell nel suo documentario fa notare che d’altro canto Bob Lazar non ha guadagnato molto da questa vicenda, tutt’altro: la sua vita privata e professionale ne sono uscite a pezzi. Lazar stesso, al termine della sua autobiografia, chiosa affermando che, se potesse tornare indietro, non uscirebbe allo scoperto in quanto ciò ha inevitabilmente mutilato ogni possibilità di lavorare nel campo scientifico ad alti livelli.
La linea di fondo è che vi sono solo due possibili opzioni per inquadrare Lazar: truffatore-nerd  poco lungimirante o vittima perseguitata dal sistema.

Alessandra

Fonti principali e spunti di lettura:

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