L’Uomo Falena, noto come Mothman in inglese, è una creatura leggendaria descritta come un umanoide alato dagli occhi rossi luminosi. Il mito nasce a Point Pleasant, una piccola cittadina del West Virginia, tra la fine del 1966 e il 1967. In quel periodo decine di persone riferirono di aver avvistato un’entità alta circa 2–3 metri, di colore scuro e dotata di grandi ali, spesso nei dintorni di una vecchia area industriale abbandonata. La stampa locale coniò il nome “Uomo Falena” ispirandosi al personaggio di Batman allora in voga. Questi racconti catturarono presto l’attenzione nazionale, trasformando il fenomeno da bizzarria locale a leggenda metropolitana di ampio richiamo. Fin dall’inizio, l’Uomo Falena suscitò paura e fascino insieme. Oltre un centinaio di testimoni affermarono di aver visto una creatura “alta circa 9 piedi” (quasi 3 metri), nera e con occhi rosso fuoco. Alcuni addirittura sostenevano che l’essere avesse comunicato con loro, lanciando criptici avvertimenti di un disastro imminente per la comunità. A distanza di un anno dagli avvistamenti iniziali, una tragedia reale parve dare sostanza a questi timori: il crollo improvviso del Silver Bridge a Point Pleasant, nel dicembre 1967, con decine di vittime. Da allora, l’Uomo Falena non fu mai più avvistato in zona, ma la sua leggenda era ormai nata.
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I primi avvistamenti (1966–1967)
Il primo presunto avvistamento dell’Uomo Falena avvenne il 12 novembre 1966 nei pressi di Clendenin, West Virginia. Quella sera, cinque uomini stavano lavorando in un cimitero quando videro una “figura umana di colore marrone dotata di ali” levarsi in volo dagli alberi vicini. L’episodio inizialmente non fu riportato alla stampa; solo dopo che emersero altre testimonianze nei giorni seguenti, i cinque raccontarono la loro inquietante esperienza. A posteriori questo viene considerato il primo indizio di qualcosa di insolito nella zona, anche se all’epoca passò quasi inosservato. Il caso che diede avvio al mito ebbe luogo pochi giorni dopo. La notte del 15 novembre 1966, due giovani coppie di Point Pleasant – Roger e Linda Scarberry, Steve e Mary Mallette – stavano percorrendo in auto una strada secondaria presso un’ex area industriale di stoccaggio di esplosivi (la cosiddetta “area TNT”). Improvvisamente notarono due strane luci rosse vicino a un vecchio edificio abbandonato. Avvicinandosi, si resero conto con orrore che quelle luci erano gli occhi scintillanti di un enorme animale dalla forma umanoide, alto circa 7 piedi (oltre 2 metri) con grandi ali ripiegate sulla schiena. Terrificati, gli automobilisti fuggirono a tutta velocità verso la città, mentre la creatura si librava in volo inseguendo la loro vettura per un tratto. Ancora sotto shock, riferirono l’accaduto al vice-sceriffo locale, Millard Halstead, il quale in seguito dichiarò: «Conosco questi ragazzi da quando sono nati… quella notte erano davvero spaventati. Li ho presi sul serio.». Il giorno successivo il giornale Point Pleasant Register titolò in prima pagina: “Couples See Man-Sized Bird… Creature… Something!” (“Coppie vedono un uccello grande come un uomo… una creatura…un qualcosa!”), sancendo di fatto la nascita del nome “Mothman”. Fu infatti un cronista locale, ispirandosi al popolare Batman televisivo, a battezzare così il misterioso essere.
Nei giorni e mesi successivi, Point Pleasant fu teatro di numerosi altri avvistamenti analoghi. Molti cittadini riferirono incontri ravvicinati con una creatura alata dagli occhi rossi nei pressi della zona TNT e lungo le strade periferiche. Ad esempio, il 18 novembre due vigili del fuoco volontari raccontarono di aver visto “un grande uccello con occhi rossi” svolazzare nell’area. Il 25 novembre un uomo di nome Thomas Ury avvistò una figura grigiastra alata levarsi in volo “come un elicottero” nei campi lungo la Route 62, sorvolando poi la sua auto. Un altro caso celebre fu quello di Connie Carpenter, una giovane che la mattina del 27 novembre -mentre rincasava dalla chiesa- si imbatté in “un’enorme creatura volante, orribile… come qualcosa uscito da un film di fantascienza”, per poi fuggire terrorizzata. Complessivamente, tra novembre 1966 e l’estate 1967, si registrarono almeno una dozzina di resoconti dettagliati e forse fino a un centinaio di avvistamenti informali. Le descrizioni erano tutte coerenti sui punti essenziali: un essere bipede gigantesco, spesso di colore grigio o marrone, con due occhi rosso brillanti “grandi come riflettori” e un’apertura alare imponente. La creatura veniva avvistata di notte o al crepuscolo e incuteva un terrore immediato e inspiegabile in chiunque la vedesse.
Il crollo del Silver Bridge

Il 15 dicembre 1967, poco più di un anno dopo i primi avvistamenti, Point Pleasant fu sconvolta da una tragedia reale: il collasso improvviso del Silver Bridge, il ponte sospeso che collegava la città attraverso il fiume Ohio allo stato dell’Ohio. Erano circa le 17:00 di un freddo pomeriggio invernale, e il ponte era gremito di auto nell’ora di punta natalizia, quando una sezione crollò facendo precipitare veicoli e persone nel fiume ghiacciato. Nell’incidente persero la vita 46 persone, due corpi non vennero mai ritrovati). Le indagini tecniche appurarono che la causa fu il cedimento di una barra portante (eyebar) della catena di sospensione, indebolita da un microscopico difetto metallico. Fu un disastro senza precedenti per la regione, che portò a rivedere radicalmente le norme di ispezione e manutenzione dei ponti negli Stati Uniti. Sul piano umano, l’evento lasciò un’intera comunità in lutto e sotto shock.
Il crollo del Silver Bridge ebbe anche l’effetto di intrecciare inestricabilmente la vicenda dell’Uomo Falena con la storia di Point Pleasant. Esattamente 13 mesi dopo i primi avvistamenti, quella calamità offrì, agli occhi di molti, una sinistra conferma degli oscuri presagi legati alla creatura. In seguito all’incidente, si diffuse l’idea che l’Uomo Falena fosse in qualche modo collegato al disastro: c’era chi sosteneva di aver visto una figura alata aggirarsi sul ponte poco prima del collasso, e chi ricordava gli avvertimenti premonitori attribuiti al misterioso “uomo uccello”. L’autore John Keel, che indagò sul campo, suggerì nel suo libro che le apparizioni di Mothman fossero un presagio soprannaturale del crollo, se non addirittura una causa indiretta, consolidando così il mito del Mothman come “messaggero del destino”. Sta di fatto che, dopo quel tragico 15 dicembre 1967, non si registrarono più avvistamenti significativi dell’entità a Point Pleasant. Come scrisse un giornale locale, per i residenti “il Mostro sparì così com’era venuto, senza lasciare traccia” – salvo il ricordo indelebile di un incubo collettivo. Da quel momento, l’Uomo Falena entrò nella leggenda, e il suo nome sarebbe riemerso ciclicamente in altri luoghi e circostanze misteriose negli anni a venire.

Teorie paranormali ed esoteriche
Gli eventi di Point Pleasant hanno dato adito a numerose interpretazioni paranormali ed esoteriche. Investigatori dell’insolito, appassionati di UFO e occultismo, nonché la tradizione folklorica, hanno proposto varie teorie per spiegare la natura e lo scopo dell’Uomo Falena al di là delle spiegazioni convenzionali. Ecco le principali:
Presagio di catastrofi
Una delle idee più diffuse è che Mothman sia un presagio o araldo di sventura. Secondo questa teoria, la creatura apparirebbe per annunciare o avvertire circa eventi disastrosi imminenti. Il collegamento tra gli avvistamenti del 1966-67 e il crollo del Silver Bridge ha alimentato questa visione: l’Uomo Falena sarebbe comparso a Point Pleasant per “segnalare” la tragedia in arrivo. In seguito, avvistamenti simili sono stati riportati prima di altri disastri (come vedremo oltre), consolidando la sua reputazione di messaggero del destino. C’è chi interpreta il Mothman quasi come un angelo del male o uno spirito guardiano, la cui presenza funerea indica che qualcosa di terribile sta per accadere.
Entità interdimensionale
Un’altra teoria, sostenuta tra gli altri dal giornalista e ufologo John A. Keel, è che l’Uomo Falena non sia un animale né un semplice scherzo della mente, ma un’entità proveniente da una realtà parallela. Keel ha coniato il termine “ultraterrestre” per indicare creature che esisterebbero in dimensioni differenti dalla nostra e che occasionalmente interagiscono con il nostro mondo. In quest’ottica, Mothman potrebbe essere una sorta di essere extradimensionale dotato di poteri psichici o tecnologici, capace di manifestarsi a suo piacimento. Keel rilevò anche una concomitanza di fenomeni UFO, contatti telepatici ed episodi con i misteriosi “Men in Black” nella zona di Point Pleasant durante la “flap” del 1966-67, suggerendo che tutti questi eventi facessero parte di un unico disegno o invasione interdimensionale. Pur essendo considerata un’ipotesi di frontiera (e difficile da dimostrare), l’idea del Mothman come entità ultraterrena è divenuta popolare tra gli appassionati di paranormale.
Esperimento militare o mutazione segreta
Alcuni hanno speculato che dietro l’Uomo Falena possa celarsi un esperimento governativo segreto, oppure il risultato di una mutazione genetica accidentale. Questa teoria parte dal contesto: l’area TNT presso Point Pleasant era stata un deposito militare durante la Seconda Guerra Mondiale, con possibili scorie chimiche e materiali pericolosi abbandonati nei dintorni. Si ipotizza quindi che un animale (ad esempio una gru o un gufo) possa essere stato esposto a sostanze tossiche o a radiazioni, subendo mutazioni tali da trasformarlo in una creatura anomala e gigantesca. I sostenitori di questa linea di pensiero paragonano il Mothman ad altri presunti esseri frutto di esperimenti segreti o incidenti (come ad esempio il mostro di Flatwoods del 1952, un altro caso del West Virginia). Non esistono prove concrete di operazioni militari del genere a Point Pleasant, ma la Guerra Fredda e la vicinanza temporale con scandali come quello di Roswell alimentarono all’epoca il sospetto di coperture governative. La teoria dell’esperimento segreto resta quindi nel campo delle congetture, spesso intrecciandosi con quella dell’Uomo Falena come creatura mutante.
Creatura sconosciuta (criptozoologia)
Nell’ambito della criptozoologia – lo studio di animali leggendari o sfuggenti – il Mothman è stato interpretato come una possibile specie non ancora classificata dalla scienza. Invece di puntare sul sovrannaturale, alcuni ricercatori ipotizzano che la creatura possa essere un animale reale ma raro, magari un grosso uccello o pipistrello sconosciuto. Ad esempio, è stato accostato al mito dei Thunderbird dei nativi americani (uccelli giganteschi portatori di tempeste). La popolare serie TV documentaristica MonsterQuest ha dedicato un episodio al Mothman investigando l’ipotesi di un grande rapace: gli esperti coinvolti avanzarono la possibilità di un gufo reale o di un altro volatile di taglia eccezionale, non escludendo che potesse trattarsi di una specie criptide sconosciuta alla zoologia convenzionale. Questa spiegazione “naturalistica” cerca di collocare l’Uomo Falena nel regno animale, pur ammettendo che resterebbe un esemplare estremamente insolito. Finora, però, nessuna prova tangibile (carcasse, foto nitide, tracce biologiche) ha confermato l’esistenza di una nuova specie corrispondente al Mothman.

Altri avvistamenti nel mondo
Dopo i fatti di Point Pleasant, la leggenda dell’Uomo Falena ha travalicato i confini del West Virginia, e presunti avvistamenti di creature simili sono stati riportati in varie parti del mondo. In molti casi tali apparizioni vengono collegate, retrospettivamente, ad eventi tragici, consolidando il ruolo del Mothman come portento funesto. Di seguito alcuni dei casi più noti attribuiti alla creatura:
- Chernobyl (Ucraina, 1986): uno degli episodi più citati riguarda il disastro nucleare di Chernobyl. Nelle settimane immediatamente precedenti l’incidente del 26 aprile 1986, diversi lavoratori della centrale di Pripyat avrebbero raccontato di aver visto una spaventosa figura alata sorvolare l’impianto. La descrissero come un “mostruoso umanoide nero, senza testa distinguibile, con enormi ali e occhi rosso fuoco” apparso minacciosamente sopra la centrale. Chi ebbe la sfortuna di incrociare quella creatura fu poi tormentato da incubi terribili e ricevette strane telefonate anonime e minacciose nei giorni successivi – dettagli che riecheggiano le esperienze dei testimoni di Point Pleasant (alcuni dei quali riferirono fenomeni simili). Dopo l’esplosione del reattore 4, fra i superstiti di Chernobyl si diffuse la leggenda del “Black Bird of Chernobyl” (Uccello Nero di Chernobyl), identificato da alcuni proprio con il Mothman, apparso per annunciare la catastrofe. È importante notare che questa storia emerse solo anni dopo l’evento ed è considerata da molti un semplice mito urbano nato a posteriori; non esistono infatti resoconti documentati nei registri ufficiali sovietici che parlino di strane creature a Chernobyl prima dell’incidente. Ciò nonostante, il racconto del “messaggero alato” di Chernobyl continua a circolare nelle pubblicazioni sul paranormale e ha contribuito ad alimentare l’aura di mistero attorno all’Uomo Falena a livello globale.
- Chihuahua (Messico, 2009): nel marzo 2009 una serie di avvistamenti allarmanti si verificò nella città di Chihuahua, nel nord del Messico. Un giovane di nome Manuel Navarette riferì alle autorità di essere stato inseguito nottetempo da una creatura volante dalle sembianze umanoidi mentre guidava il suo pick-up. Il ragazzo descrisse l’essere come alto, scuro, con grandi ali e occhi rosso incandescente, capace di tenere il passo del veicolo lanciato ad alta velocità. Altri abitanti affermarono di aver visto una figura simile librarsi sopra i tetti della città. Le testimonianze furono prese sufficientemente sul serio da far realizzare persino un identikit composito del cosiddetto “Hombre Polilla” (Uomo Falena in spagnolo). La vicenda destò clamore nei media locali, ma acquistò un alone quasi profetico quando, poche settimane dopo, scoppiò in Messico una grave epidemia del virus H1N1 (influenza A) che causò decine di morti. In molti, col senno di poi, collegarono l’apparizione del presunto Mothman all’imminente calamità sanitaria, vedendo anche qui un avvertimento soprannaturale. Fonti giornalistiche regionali parlarono della creatura come di un oscuro presagio, e il caso del “Mothman di Chihuahua” è tuttora ricordato in Messico come un mistero irrisolto. Va detto che gli scettici fanno notare come l’intera storia si basi su poche testimonianze non verificate e che l’associazione con l’epidemia influenzale sia probabilmente una coincidenza retroattiva. Ciò non ha impedito al mito di attecchire nell’immaginario popolare locale.
- Chicago (USA, 2011–2017): sorprendentemente, uno degli scenari più recenti per l’Uomo Falena è una metropoli americana. A partire dal 2011 e in particolare durante il 2017, la zona di Chicago e dintorni ha registrato un’ondata di avvistamenti di un misterioso “uomo volante”. Numerosi cittadini hanno riferito di aver visto una creatura alata sorvolare parchi, quartieri e persino l’aeroporto O’Hare. Le descrizioni variano leggermente – c’è chi parla di un “grande essere nero simile a un pipistrello”, chi di una sorta di gargoyle, chi esplicitamente di un “Mothman” – ma molti menzionano occhi rossi luminosi e un’apertura alare considerevole. Il Chicago Reader e altri media locali hanno raccolto queste testimonianze, e un ricercatore di nome Lon Strickler ne ha catalogate decine sul suo sito Phantoms & Monsters, pubblicando anche un libro sull’argomento. Secondo un articolo del Daily Express citato dalla stampa ispanica, in una singola notte dell’aprile 2017 tre diversi testimoni oculari segnalarono, in punti distinti di Chicago, un’entità “simile a un gigantesco gufo alto 3 metri con occhi scintillanti”, a riprova che qualcosa di insolito stava accadendo nei cieli della città. Complessivamente, nel 2017 sarebbero stati riportati 55 avvistamenti nell’area urbana di Chicago. Questo numero, decisamente anomalo per un contesto cittadino densamente popolato, ha portato alcuni appassionati a parlare di una “flap” (ondata) di Mothman nel Midwest. Non sono mancati anche qui elementi curiosi: alcuni testimoni di Chicago hanno associato la creatura alla comparsa di luci verdi in cielo (ipotetici UFO) nella medesima serata. Le autorità non hanno avvalorato queste segnalazioni, attribuendole alla probabilità di avvistamenti di grandi uccelli (come aironi o pipistrelli) scambiati per qualcos’altro. Cionondimeno, il “Mothman di Chicago” è rapidamente divenuto parte del folklore urbano locale, generando notiziari televisivi, travestimenti di Halloween e dibattiti online
Oltre a quelli citati, leggende di esseri analoghi all’Uomo Falena sono sorte un po’ ovunque. In Cornovaglia (Inghilterra) tra il 1976 e il 1978 diversi ragazzi riferirono l’apparizione di un “uomo-gufo” volante con occhi rossi (il cosiddetto Owlman di Mawnan). In Germania, si racconta che nel 1978 alcuni minatori vicino Friburgo videro una figura nera alata urlare all’ingresso della miniera poco prima che questa crollasse (vicenda nota come “Il Fantasma di Friburgo”). Perfino durante gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 qualcuno sostenne di aver scorto una misteriosa sagoma volante tra il fumo delle Torri Gemelle, anche se in quel caso si tratta con ogni probabilità di una bufala fotografica circolata online. Questi racconti, veri o presunti, dimostrano come l’archetipo dell’Uomo Falena abbia preso piede a livello globale: ogni volta che un disastro incombe o un avvistamento inspiegabile avviene, il “mostro alato dagli occhi rossi” torna a popolare le cronache misteriose, adattandosi a nuovi contesti e culture.
Influenza nella cultura popolare

L’Uomo Falena, da oscuro fenomeno locale, si è trasformato nel tempo in un’icona della cultura pop e dell’immaginario collettivo legato al mistero. La sua storia ha ispirato libri, film, serie televisive, festival e perfino gadget e merchandise, contribuendo a tener viva la leggenda. Il primo libro dedicato al caso fu The Silver Bridge del ricercatore Gray Barker, pubblicato nel 1970. Barker, già noto per inchieste ufologiche, raccolse testimonianze e suggestioni sugli eventi di Point Pleasant in chiave sensazionalistica. Ma fu John A. Keel con The Mothman Prophecies, 1975, (qui il link per l’acquisto su Amazon) a dare fama mondiale all’Uomo Falena. Il libro di Keel, pubblicato inizialmente con il titolo The year of the Garuda, è un resoconto giornalistico-investigativo arricchito da elementi paranormali, in cui l’autore ipotizza collegamenti con UFO, cospirazioni e fenomeni sovrannaturali. L’opera di Keel, a metà tra saggio e racconto del mistero, divenne un cult nel suo genere e fissò molti dei temi oggi associati al Mothman (dai Men in Black alle telefonate inquietanti, fino alla visione del Mothman come entità ultraterrena). Negli anni seguenti sono usciti numerosi altri libri sull’argomento, sia divulgativi che romanzati. Tra questi si possono citare Mothman: The Facts Behind the Legend (2002) di Jeff Wamsley – un ricercatore locale che ha raccolto documenti d’epoca – e Mothman and Other Curious Encounters (2002) del criptozoologo Loren Coleman. La figura del Mothman compare inoltre in diversi fumetti: ad esempio, nel graphic novel Watchmen di Alan Moore uno dei supereroi minori ha proprio il nome “Mothman” e nell’universo DC Comics il villain Killer Moth quando subisce una mutazione in un ibrido insettoide viene soprannominato “Mothman” dagli autori.
La trasposizione cinematografica più famosa è senza dubbio il film “The Mothman Prophecies” – Voci dall’ombra (2002), diretto da Mark Pellington e interpretato da Richard Gere e Laura Linney. La pellicola, ispirata al libro di Keel, rielabora liberamente la vicenda spostandola in tempi moderni e in forma di thriller soprannaturale. Uscito nelle sale nel 2002, il film contribuì a rinnovare l’interesse per l’Uomo Falena presentandolo a un vasto pubblico internazionale. In televisione, il Mothman o riferimenti ad esso compaiono in numerose serie e programmi. X-Files, la celebre serie sugli X-Files FBI, cita l’Uomo Falena in un episodio (l’agente Fox Mulder fa un riferimento al Mothman in relazione a casi inspiegabili).
A Point Pleasant, il luogo d’origine del mito, l’Uomo Falena è passato da minaccia inquietante a risorsa turistica e culturale. Nel 2002 – approfittando anche dell’eco del film – la città ha inaugurato il Mothman Festival, un evento annuale che si tiene ogni terzo fine settimana di settembre. Il festival celebra la leggenda con conferenze, visite guidate nei luoghi degli avvistamenti, bancarelle a tema e attività folkloristiche. Negli anni la manifestazione è cresciuta enormemente: attira migliaia di visitatori (si stimano fra i 10.000 e i 15.000 partecipanti ogni anno) trasformando Point Pleasant in una mecca per appassionati di misteri e curiosi. Nel centro cittadino sorge una spettacolare statua in acciaio dedicata al Mothman, realizzata dallo scultore Bob Roach e inaugurata nel 2003. La statua, alta circa 3 metri e dotata di occhi rossi scintillanti, è divenuta il simbolo della città e immancabile scenario per fotografie ricordo dei turisti. Proprio accanto, in una piccola via di Point Pleasant, si trova il Mothman Museum, fondato dal ricercatore Jeff Wamsley: un museo che raccoglie cimeli, articoli di giornale originali, registrazioni e oggetti di scena relativi alla leggenda e al film. Il museo espone anche creative interpretazioni artistiche del Mothman.
Analisi scettica e spiegazioni razionali
Accanto alla fama mediatica e alle interpretazioni esoteriche, il caso dell’Uomo Falena è stato oggetto di rigorose analisi scettiche. Studiosi di folclore, psicologi e investigatori del paranormale di orientamento scientifico hanno esaminato gli avvenimenti cercando spiegazioni razionali e ridimensionando gli aspetti più sensazionalistici. Diverse ipotesi terrestri e fenomeni noti possono chiarire il mistero senza invocare il soprannaturale:
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Errore di identificazione con animali reali: La spiegazione più accreditata tra gli scettici è che i testimoni abbiano in realtà avvistato animali comuni scambiati per qualcosa di straordinario. Il candidato principale è un grosso volatile notturno. In particolare, un gufo cornuto (il grande gufo reale) può raggiungere notevoli dimensioni e possiede occhi che, colpiti da una luce, riflettono un colore rosso acceso. Joe Nickell, noto “detective del paranormale” del CSI (Committee for Skeptical Inquiry), ha condotto indagini sul campo a Point Pleasant e ha evidenziato che l’area TNT confinava con la riserva naturale McClintic, popolata da molti gufi di grandi dimensioni dagli occhi rosso-arancio. Un rapace spaventato dai fari di un’auto potrebbe facilmente apparire come un essere dalle “ali enormi e occhi fiammeggianti”. Altri propongono la gru canadese (sandhill crane) come spiegazione: un esemplare adulto di questa gru può essere alto fino a 1,20–1,50 m e ha una apertura alare di oltre 2 metri, con chiazze di pelle rossa attorno agli occhi. Nel 1966 un biologo della West Virginia University, interpellato dai giornali, dichiarò: “Non ho dubbi che il ‘mostro spaventoso’ altri non sia che una gru del Canada fuori rotta”. Effettivamente, qualche individuo isolato di gru potrebbe trovarsi fuori migrazione; in condizioni di scarsa visibilità, un uccello così può sembrare una figura umanoide. Insomma, l’ipotesi criptozoologica del Mothman come specie ignota alla scienza viene spesso riportata al più concreto caso di un animale noto ma mal percepito. Sotto stress o paura, le persone tendono a sovrastimare le dimensioni di ciò che vedono: esperimenti hanno mostrato che testimoni oculari possono descrivere un gufo di 1 metro come un “mostro di 3 metri” se convinti di trovarsi di fronte al Mothman. Ciò spiegherebbe le stime di grandezza esagerate date da alcuni testimoni. Inoltre, il fenomeno degli occhi rossi “autoluminescenti” trova spiegazione nel tappe-tum lucidum: molti animali notturni hanno uno strato riflettente nell’occhio che, colpito da luce (fari, torce), restituisce un bagliore rosso o arancione. Nickell ha notato che quasi nessun testimone vide gli occhi del Mothman brillare nel buio da soli senza una fonte luminosa diretta – dettaglio cruciale che indica un normale riflesso ottico, non un potere sovrannaturale.
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Isteria collettiva e suggestione: Un altro elemento chiave è il contesto psicologico e sociale in cui le testimonianze emersero. La notte del 15 novembre 1966 i protagonisti dell’incontro con la creatura erano sinceramente terrorizzati; il loro racconto dettagliato alla polizia diede il via a un tam-tam mediatico che in breve tempo trasformò Point Pleasant in un centro di curiosità e paura. Nei giorni seguenti, decine di cittadini armati di fucile si riversarono nell’area TNT cercando il mostro nei boschi. La pressione sociale a vedere qualcosa può aver indotto molte persone a interpretare in modo allarmistico stimoli altrimenti normali – un grosso uccello, un’ombra, un rumore – convincendosi di aver visto l’Uomo Falena. Il folklorista Jan Harold Brunvand ha studiato il caso e sottolinea che, sebbene si dica che “oltre 100 persone” videro Mothman, i resoconti scritti più affidabili provengono sempre dai medesimi pochi testimoni, mentre molte storie successive mancano di nomi e dettagli verificabili. In pratica, dopo l’iniziale spavento, il fenomeno avrebbe assunto caratteristiche di leggenda in divenire, con elementi fantastici che si accumulavano ad ogni nuova narrazione. Brunvand nota anche somiglianze con antiche leggende di creature alate, segno che la tradizione popolare preesistente può aver modellato i ricordi dei testimoni . In situazioni di stress collettivo, non è insolito che intere comunità credano di vedere ciò di cui hanno sentito parlare: è un meccanismo di contagio psicologico noto in altri casi (come per i cerchi nel grano, l’uomo nero, ecc.). Pertanto, gli avvistamenti del 1966-67 a Point Pleasant potrebbero rappresentare un esempio di isteria collettiva locale scatenata da un evento iniziale (reale o presunto) e amplificata dai media.
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Scherzi e bufale: Immancabilmente, quando un mistero sale alla ribalta, c’è chi cerca di alimentarlo con bufale e scherzi. Anche il Mothman non fa eccezione. Già nel 1967 circolò la voce che alcuni operai edili si fossero divertiti a legare torce elettriche ai palloncini per creare falsi “occhi volanti” nel cielo. In anni più recenti, con l’avvento di Internet, sono proliferate fotografie e video falsi che pretendono di mostrare l’Uomo Falena. Ad esempio, un’immagine molto condivisa mostrava una figura alata in volo accanto alle Torri Gemelle l’11 settembre 2001; analisi digitali dimostrarono che si trattava di un fotomontaggio grossolano (i pixel attorno alla sagoma tradivano l’incollaggio su uno sfondo reale). Un’altra foto virale del 2016, pubblicata da una TV locale della West Virginia, mostrava un presunto Mothman ripreso di sera: gli esperti evidenziarono che poteva trattarsi di un semplice gufo che trasportava un serpente o una rana tra gli artigli. Insomma, molto di ciò che circola sul Mothman fuori dal contesto originale è frutto di invenzione o fraintendimento. I ricercatori del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) sottolineano come questo caso sia emblematico: una volta che la leggenda è nata, continuerà a “vivere di vita propria” grazie al contributo di fantasie, scherzi e mistificazioni che ne alimentano il mito.
In conclusione, l’analisi scettica tende a spiegare l’Uomo Falena come una combinazione di fenomeni naturali (animali notturni, percezioni illusorie) e fenomeni sociali (suggerimento collettivo, paure diffuse in un’epoca di tensioni – si ricordi che eravamo in pieni anni ’60, immersi nella Guerra Fredda, nelle corse agli armamenti e nell’UFOmania). Nonostante ciò, la suggestione esercitata da questa storia è così forte che ancora oggi il Mothman viene cercato, avvistato e discusso, a metà strada tra realtà e fantasia.
Conclusioni
La saga dell’Uomo Falena è un esempio affascinante di come una leggenda moderna possa nascere, evolvere e radicarsi nell’immaginario collettivo. Ci troviamo di fronte a un caso in cui fatti storici (gli avvistamenti del 1966-67, il crollo del Silver Bridge) si mescolano a elementi folklorici e paranormali, dando vita a un mito urbano duraturo. Dal punto di vista culturale e sociologico, il Mothman ha assunto significati molteplici: per la comunità di Point Pleasant è diventato parte dell’identità locale – un tempo fonte di terrore, oggi mascotte cittadina e motivo di orgoglio folclorico. Per gli appassionati di misteri in giro per il mondo, rappresenta uno dei grandi enigmi insoluti, accanto a Bigfoot e al mostro di Loch Ness, alimentando la perenne attrazione umana per l’ignoto. Il revival di interesse verso i cosiddetti cryptid (creature leggendarie) negli ultimi decenni ha riportato in auge storie come quella del Mothman, che offrono emozionanti misteri agli occhi dei curiosi e dei turisti, contribuendo al contempo all’economia e al folklore dei luoghi coinvolti.
Dal lato scientifico, il caso Mothman ricorda l’importanza del pensiero critico davanti all’insolito: gran parte dei suoi aspetti trovano spiegazione in fenomeni ben noti, e dove le prove mancano è prudente propendere per l’ipotesi più semplice (un gufo, una gru, uno scherzo) piuttosto che per fantasiose entità paranormali. Come osservato dallo sceneggiatore Richard Hatem (autore del film The Mothman Prophecies), talvolta gli esseri umani si pongono domande su eventi che “non otterranno mai una risposta” e devono imparare a convivere con l’ignoto.
Letture consigliate per approfondire:
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- The Mothman Prophecies (1975); John Keel
- Imminent. I segreti del pentagono sulla caccia agli ufo – Luis Elizondo
- Ufo revision. Le vicende ufologiche minori nel panorama storico contemporaneo – Carlo Pirola
- UFO e extraterrestri – Roberto Pinotti
- Ufo Italia. Da Mussolini al Pentagono – Roberto Pinotti
- UFO. Fenomeno o mito? – Edoardo Russo
Fonti: Questa ricerca ha consultato articoli di giornale d’epoca, saggi accademici e pubblicazioni specialistiche sia in italiano che in inglese. Tra le fonti principali: testimonianze raccolte nel libro The Mothman Prophecies di John Keel, resoconti giornalistici come il Point Pleasant Register del 1966 (folklife.si.edu), analisi scettiche di Joe Nickell su Skeptical Inquirer, articoli divulgativi Los Angeles Times) e contributi online affidabili (Smithsonian Folklife, Cicap.org; Corriere della Sera – Mistero Bufo, CICAP).
Classe 1988. Laureata in Studi Orientali presso l’Università La Sapienza di Roma, Search Analyst di professione. Amante di storia, archeoastronomia, ufologia e paranormale. Consumatrice patologica di podcast. Nel 2023 ho fondato Lux Aliena, un progetto nato dal desiderio di condividere il viaggio alla scoperta dei misteri irrisolti del nostro pianeta e dell’universo.