Le luci di Phoenix, storia del più grande avvistamento di massa della storia

Le Luci di Phoenix (Phonenix Lights) sono uno degli episodi più celebri a livello mondiale di avvistamento UFO di massa, assieme al celebre episodio avvenuto a Firenze nel 1954. La questione ancora oggi rimane insoluta: si trattò di un genuino contatto extraterrestre, di un’esercitazione militare o di altro?
Ripercorriamo insieme gli eventi che quel 13 marzo 1997 scossero l’Arizona e parte del Nevada, coinvolgendo più di 10.000 testimoni.

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Una delle foto più celebri scattate dai testimoni

Resoconto dettagliato dell’evento

Gli avvistamenti si svolsero in due fasi principali nell’arco di circa tre ore.

Prima fase (circa 20:00 – 21:30 Mountain Standard Time)

Numerosi testimoni segnalarono alla polizia locale una formazione di luci in movimento attraverso l’Arizona, procedendo da nord-ovest verso sud-est. Il primo avvistamento noto avvenne alle 19:55 nei pressi di Henderson, Nevada, dove un uomo con la famiglia riferì di un enorme oggetto a forma di “V” con sei luci bianche fisse sul lato anteriore, in rotta verso l’Arizona. Alle 20:15 un ex agente di polizia a Paulden, Arizona avvistò un gruppo di luci rossastre scomparire all’orizzonte meridionale​.  Subito dopo, arrivarono segnalazioni da Prescott Valley e altre località dell’Arizona settentrionale: molti riferirono di 5-7 luci disposte a V (alcuni parlavano di un unico enorme velivolo triangolare che copriva le stelle, altri di più oggetti volanti separati)​. Verso 20:30-20:45 la formazione luminosa raggiunse l’area di Phoenix, sorvolando la contea di Maricopa da nord (zona di Prescott/Scottsdale) verso sud in direzione di Tucson​. Molti residenti nei sobborghi a nord di Phoenix (come Glendale e Scottsdale) osservarono cinque luci brillanti a forma di “V” capovolta che avanzavano lentamente e in silenzio, talmente imponenti da sembrare un velivolo unico di dimensioni mastodontiche​.
Diversi testimoni infatti descrissero un oggetto scuro a forma di “squadra da carpentiere” (angolo di ~60°) con cinque luci incassate lungo il bordo, che si muoveva a bassa quota senza emettere rumore. Questa formazione passò sopra Phoenix e continuò verso sud, scomparendo intorno alle 20:45

Seconda fase (circa 22:00 – 22:30 Mountain Standard Time)

 Intorno alle 22:00 i cittadini di Phoenix e dintorni assistettero a un secondo fenomeno: una serie di luci fisse, color giallo-arancione, apparve sospesa nel cielo a sud-ovest della città​.
Le luci (in numero di 5-9) restarono visibili per parecchi minuti, immobili o lentamente discendenti, per poi spegnersi una dopo l’altra nell’arco di circa 15-30 minuti​.
Numerose persone filmarono o fotografarono questa scena, contribuendo a diffondere rapidamente la notizia. I video mostrano chiaramente le luci allineate in semicerchio che si accendono e svaniscono in sequenza. Questo secondo avvistamento collettivo fu particolarmente spettacolare e ottenne subito l’attenzione dei media locali, diventando in breve un caso di interesse nazionale e internazionale per l’ufologia.

Durata e copertura geografica

Complessivamente gli avvistamenti durarono dalle 19:30/20:00 fino circa alle 22:30 di quella sera, interessando un’area vastissima: dal Nevada meridionale attraverso gran parte dell’Arizona (oltre 480 km di percorso) fino al confine con il Messico. Si stima che oltre 10.000 persone abbiano osservato almeno una parte del fenomeno​. Tra i testimoni vi furono semplici cittadini in strada o nelle proprie case, piloti in volo e perfino l’allora Governatore dell’Arizona Fife Symington III. La descrizione comune era quella di luci intense disposte in formazione a V che si muovevano insieme in modo coordinato e silenzioso, spesso associate a un enorme oggetto scuro (tanto grande “da coprire le stelle”) che dava l’impressione di un “UFO triangolare”. La seconda ondata di luci fisse verso le 22:00, invece, venne osservata soprattutto dai residenti dell’area metropolitana di Phoenix guardando verso l’orizzonte sud-ovest.

Di seguito è riportata una sintesi temporale degli avvistamenti principali:

Ora (MST) Luogo Osservazione riportata
19:55 Henderson, Nevada Grande oggetto a forma di “V” con 6 luci bianche fisse, diretto verso SW.
20:15 Paulden, Arizona Ammasso di luci rosso-arancio che scompare sull’orizzonte a sud​.
20:17 – 20:30 Prescott Valley, Arizona Più testimoni vedono 5-7 luci in formazione triangolare; alcuni percepiscono un unico velivolo enorme a forma di cuneo​.
20:30 – 20:45 Area nord di Phoenix (da Glendale a Scottsdale) Avvistamento collettivo di 5-7 luci disposte a V capovolta, in lento movimento dal nord verso Phoenix/Tucson. Luci molto intense, alte nel cielo (parzialmente dietro sottili nubi) e senza rumore​.
Molti riferiscono un oggetto unico e gigantesco che oscura le stelle.
~22:00 – 22:30 Phoenix (orizzonte sud-ovest) Serie di luci stazionarie giallo-biancastre sospese in cielo. Le luci, ben visibili anche a grande distanza, permangono per 15-25 minuti e poi si spengono gradualmente una ad una.
Numerose foto e video vengono registrati dai cittadini.

Spiegazioni ufficiali

Inizialmente, le autorità locali e militari non fornirono spiegazioni chiare, contribuendo al mistero. I controllori di volo dell’aeroporto di Phoenix non rilevarono nulla di anomalo sul radar durante gli avvistamenti, pur ricevendo chiamate incuriosite da alcuni piloti in volo​.
Anche la Luke Air Force Base, base dell’aeronautica nei pressi di Phoenix, inizialmente negò di aver condotto esercitazioni che potessero giustificare le luci quella sera. Il Governatore Symington, pressato dall’opinione pubblica, promise indagini (salvo poi tenere una conferenza stampa scherzosa, vedi oltre)​.
Solo alcune settimane più tardi emerse una spiegazione ufficiale. Secondo quanto dichiarato dall’Aeronautica Militare USA (USAF), le misteriose luci erano riconducibili ad attività addestrative nell’ambito dell’Operazione “Snowbird” – un programma di esercitazione per piloti dell’Air National Guard – in corso quella notte in Arizona​. In particolare, le autorità individuarono due eventi separati coincidenti con gli avvistamenti:

  • La formazione in movimento delle 20:00 – 21:00 circa sarebbe stata causata da cinque aerei militari A-10 Thunderbolt II in volo di addestramento. Questi velivoli dell’Air National Guard, provenienti dalla base di Davis-Monthan (Tucson), stavano volando in formazione V lungo una rotta prestabilita attraverso l’Arizona​. Poiché volavano sotto regole VFR (volo a vista) non erano tenuti a usare i tipici lampeggianti anticollisione, mostrando invece luci fisse di formazione (simili a quelle riportate dai testimoni)​. L’USAF spiegò inoltre che, in una formazione di più aerei, spesso solo il velivolo capofila attiva il transponder radar, per cui se questo era spento (o se volavano sotto quota radar), un gruppo compatto di aerei avrebbe potuto attraversare il cielo senza essere tracciato dai radar civili. Secondo i militari, i 5 aerei sorvolarono l’area di Phoenix intorno alle 20:30, per poi atterrare a Tucson verso le 20:45 – dettaglio compatibile con l’ora in cui la V luminosa scomparve dalla vista. Questa spiegazione combacia con la testimonianza dell’astrofilo Mitch Stanley, che quella sera puntò un telescopio verso le luci e osservò chiaramente che si trattava di singoli aerei volanti in formazione (vedendo addirittura i profili alari e le doppie luci sotto le ali)​

  • Le luci stazionarie delle 22:00 vennero attribuite a lanci di flares (razzi luminosi) da parte di un’altra formazione di aerei militari. In particolare, il 13 marzo 1997 era presente in zona il 104º Squadrone Caccia della Guardia Aerea del Maryland (in addestramento in Arizona). In risposta a successive inchieste giornalistiche, funzionari della Guardia Aerea confermarono che quella sera verso le 22:00 quattro aerei A-10 del Maryland avevano effettuato un lancio di routine di razzi luminosi LUU-2B/B a lunga durata sul poligono di tiro di Barry M. Goldwater, a sud-ovest di Phoenix​. Questi flare militari, dotati di paracadute, avrebbero prodotto proprio una fila di luci intense e relativamente lente a spegnersi. L’Aeronautica spiegò che i razzi, accesi a circa 4.000-5.000 metri di quota, sarebbero stati visibili anche a decine di chilometri di distanza, apparendo quasi sospesi in aria grazie al paracadute e alle correnti termiche ascensionali generate dal calore (che ne rallentano la caduta)​. Le luci si sarebbero poi “spente” gradualmente semplicemente scomparendo dietro la catena montuosa delle Sierra Estrella man mano che i flare si esaurivano e cadevano sotto l’orizzonte​. In effetti, analisi successive mostrarono che nei filmati le luci sparivano una ad una proprio allineandosi col profilo delle montagne sullo sfondo​, e che la loro luminosità era compatibile con quella di flares osservati da 80-100 km di distanza (Phoenix dista circa 100 km dal punto di lancio sul poligono). Un pilota della Guardia Aerea del Maryland, il Lt. Col. Ed Jones, nel 2007 dichiarò pubblicamente di essere stato uno dei piloti che sganciarono quei flare la notte in questione.

Render di due caccia A-10 Thunderbolt II

In sintesi, la posizione ufficiale delle autorità americane fu che le “luci di Phoenix” non avevano nulla di extraterrestre ma erano il risultato di attività militari ordinarie: aerei in volo e razzi di segnalazione​. Per l’aeronautica e per molti investigatori, il caso fu considerato “risolto”. Un articolo del quotidiano The Arizona Republic nel luglio 1997 fu tra i primi a riportare il coinvolgimento del Maryland Air National Guard, e diversi confronti televisivi mostrarono la somiglianza tra i video degli avvistamenti e l’effetto di flares militari noti.

Va notato che sin da subito alcuni testimoni e ufologi contestarono la spiegazione ufficiale. In particolare fecero notare che la maggior parte delle testimonianze più sbalorditive (come l’enorme velivolo a V sopra la città) riguardavano l’evento delle 20:30–21:00, mentre i militari inizialmente parlarono solo dei flare delle 22:00​. L’USAF ribadì comunque che anche la prima ondata era spiegabile con il volo dei jet A-10, sebbene non annunciato pubblicamente nell’immediato. Col tempo, la doppia spiegazione (A-10 in formazione unitamente ai flare) divenne la versione comunemente accettata negli ambienti scettici e istituzionali.

Teorie alternative

Nonostante le spiegazioni fornite dalle autorità, il fenomeno delle luci di Phoenix ha generato un vivace dibattito e numerose teorie alternative. Alcune di queste teorie suggeriscono cause non convenzionali per gli avvistamenti del 13 marzo 1997:

Ipotesi UFO extraterrestre

È la teoria alternativa più popolare. Molti appassionati e diversi testimoni sono convinti che quella notte sia transitato un enorme velivolo di origine aliena sopra l’Arizona, a forma di V o di triangolo volante. Questa ipotesi si basa sulle descrizioni di un oggetto “grande come più campi da football” che emetteva luci intense e si muoveva in silenzio – caratteristiche ritenute incompatibili con velivoli terrestri noti. Persino l’ex governatore Fife Symington in seguito affermò di ritenere che l’oggetto fosse “di un altro mondo” e di natura extraterrestre. I sostenitori di questa ipotesi rigettano la spiegazione dei flare, sottolineando incongruenze di orario e comportamento: ad esempio, le luci delle 20:30 erano disposte troppo perfettamente e volavano controvento (in direzione diversa da quella in cui si mossero i flare più tardi) e l’avvistamento ravvicinato di un velivolo triangolare non sarebbe spiegato da semplici aerei lontani. Per i fautori dell’ipotesi UFO, l’intervento tardivo dei militari fu un tentativo di insabbiamento, fornendo una spiegazione plausibile solo per confondere le acque. Il fatto che la vicenda sia rimasta avvolta nel mistero per mesi alimentò anche teorie di cospirazione, secondo cui il governo avrebbe nascosto un contatto con astronavi aliene.

Ipotesi di velivolo segreto (teoria “tecnologica” terrestre)

Alcuni ritengono che le luci possano essere state provocate da un esperimento militare segreto, ma di natura terrestre. Si ipotizza ad esempio il volo di un prototipo di aereo stealth o di un dirigibile militare avanzato, dalle dimensioni eccezionali e dotato di tecnologie di camuffamento. In certi ambienti ufologici si è parlato di velivoli segreti come il presunto TR-3B (il cosiddetto Black Manta) o TR-6 Telos, ossia piattaforme volanti sperimentali con tecnologia antigravitazionale sviluppate in programmi neri statunitensi​. Tali velivoli ipotetici sarebbero giganteschi, silenziosi e capaci di stazionare a lungo, magari dotati di “camuffamento attivo” (ologrammi o luci in grado di ingannare l’osservatore)​.

Ricostruzione ipotetica del Black Manta (Credits: https://www.artstation.com/artwork/yDWzEJ)

Test psicologico o di guerra elettronica

Un gruppo di aeromobili potrebbe aver proiettato o simulato un enorme UFO, mentre i flare sarebbero stati usati come depistaggio (“operazione inganno”) per coprire la ritirata del velivolo sperimentale​. Questa teoria, sostenuta ad esempio dal giornalista investigativo Randall Fitzgerald, cerca di spiegare sia il perché molti videro un oggetto unico sia perché alcuni (con telescopi/binocoli) notarono invece singoli aerei: ipotizza una combinazione di tecnologia olografica e voli reali coordinati. Non esistono prove concrete a supporto di ciò, ma l’idea di un “progetto segreto USA” viene citata da chi preferisce una spiegazione terrestre non banale.

Ipotesi fenomeni paranormali o astronomici

Una minoranza ha accostato le luci di Phoenix a fenomeni non necessariamente “solidi”. Ad esempio, qualcuno ha ipotizzato che potessero essere plasmoidi atmosferici o eventi elettrici nell’alta atmosfera (una spiegazione poco diffusa, data la coerenza dello spostamento). Altri, associando il 1997 alla cometa Hale-Bopp e al clima di suggestione di fine millennio, inizialmente pensarono a qualche fenomeno astronomico anomalo o addirittura a manifestazioni esoteriche/paranormali. Queste congetture però non hanno retto all’esame dei fatti (le luci si comportavano in modo troppo “intelligente” per essere aurore o simili, ma troppo concreto per visioni mistiche). In pratica, l’interpretazione paranormale lascia il passo alle ipotesi UFO o tecnologia avanzata.

Ipotesi bufala/imbroglio locale

Un’ulteriore teoria emerse soprattutto in relazione a un successivo avvistamento nel 2008 a Phoenix, ma talvolta viene retroattivamente applicata anche al 1997. Si tratta dell’idea che qualcuno abbia orchestrato un “scherzo”, sollevando in cielo palloni ad elio con razzi luminosi attaccati, per simulare UFO. In effetti nel 2008 un residente di Phoenix confessò (in anonimato) di aver lanciato egli stesso delle flare legate a palloncini, e un vicino testimoniò di averlo visto​. Nel 1997, però, vista la scala enorme dell’evento, questa ipotesi è poco sostenibile: sarebbe servita una coordinazione logistica notevole per inscenare un simile “balletto di luci” attraverso interi stati. Alcuni scettici suggeriscono comunque che parte degli avvistamenti possa essere stata enfatizzata da imitatori o mitomani dopo il clamore iniziale. Ad esempio, nei giorni seguenti il 13 marzo 1997 ci furono altri lanci di flare da parte di privati (o esercitazioni militari annunciate) che però non ottennero la stessa risonanza.
In generale, le teorie alternative trovano spazio perché il fenomeno colse di sorpresa le autorità e rimase privo di spiegazione immediata per un certo periodo. La comunità ufologica internazionale rapidamente incluse le luci di Phoenix tra i casi ufologici più importanti degli ultimi decenni, definendolo “il più grande avvistamento di massa di UFO nella storia”​.
Anche dopo le rivelazioni sui flare, molti continuano a ritenere che “qualcos’altro” di inspiegato sia accaduto quella notte. Questa dicotomia ha alimentato un alone di mistero duraturo attorno all’evento.

Testimonianze chiave di cittadini e piloti

L’avvistamento di Phoenix è supportato da numerose testimonianze oculari, provenienti da persone di ogni estrazione (civili, forze dell’ordine, piloti, militari in pensione) e da un buon numero di prove audiovisive (videocamere amatoriali, fotografie). Le testimonianze, pur variando nei dettagli, presentano molti elementi ricorrenti che hanno permesso di ricostruire abbastanza bene l’accaduto. Di seguito alcune delle testimonianze più significative e il ruolo che hanno avuto nel dibattito:

  • Tim Ley e famiglia (zona di Prescott Valley): Tra i primi a segnalare le luci in Arizona, i coniugi Ley (con il figlio e il nipote) osservarono l’avvicinarsi della formazione quando era ancora distante ~100 km. Inizialmente videro 5 luci distinte in arco, “come fossero sul dorso di un pallone”, che in pochi minuti si allargarono assumendo la forma di una “V” capovolta man mano che si avvicinavano​. Quando l’oggetto era praticamente sopra di loro – a poche centinaia di metri di quota – descrissero una struttura solida a forma di spessa squadra da disegno (angolo di ~60°) con cinque luci incassate sul bordo (una in punta e due per lato)​. Passò lentamente e senza alcun rumore sopra le loro teste, oscurando le stelle di fondo. Questa testimonianza dettagliata, coerente con molte altre lungo la traiettoria, diede credibilità all’idea di un singolo veicolo enorme invece che singole luci separate.

  • Mitch Stanley (astrofilo di Scottsdale): È considerato il “testimone scettico” chiave. Mitch, 21 anni, quella sera era in giardino con il telescopio da 10 pollici. Notando la fila di luci, riuscì a puntarle col telescopio mentre si muovevano lentamente in cielo. Secondo il suo racconto, al telescopio ogni singola luce si rivelò in realtà doppia, come due fari sotto l’ala di un aeroplano​. Distinse chiaramente la sagoma di piccoli aerei (a suo dire forse aerei da turismo o militari leggeri). Dopo circa un minuto di osservazione, convinto che fossero “solo aerei”, Mitch smise di seguirli​. Solo il giorno dopo, ascoltando alla radio le notizie di un UFO visto da centinaia di persone, si resero conto della significatività della loro osservazione. Mitch Stanley riferì la sua esperienza a un conoscente (Jack Jones) che cercò di comunicarla sia ai media (Arizona Republic) sia al consiglio cittadino di Phoenix​. In un primo momento, questa informazione fu ignorata nell’ondata di clamore generale, ma in seguito venne ripresa dagli inquirenti scettici come prova a sostegno dell’origine convenzionale del fenomeno. La versione di Mitch coincide infatti con quella dell’Aeronautica (voli di aerei in formazione). La sua testimonianza venne pubblicata dal Phoenix New Times e sul Skeptical Inquirer come elemento chiave per spiegare l’evento senza ricorrere agli UFO​.

  • Fife Symington (Governatore dell’Arizona): All’epoca governatore in carica, Symington inizialmente trattò la vicenda con ironia – inscenando una conferenza stampa burlesca il 19 marzo 1997 in cui fece entrare il suo capo di gabinetto travestito da alieno, dichiarando di aver “trovato il colpevole”​. L’episodio strappò risate ma fece infuriare molti cittadini testimoni, che si sentirono derisi. Anni dopo, però, Symington cambiò radicalmente posizione: nel 2007, non più in politica, ammise pubblicamente di essere stato anche lui un testimone diretto quella notte. In interviste alla CNN e in un articolo di suo pugno, Symington raccontò di aver visto con i propri occhi un “velivolo enorme, di forma triangolare, che volava silenzioso sopra Squaw Peak” (una montagna a Phoenix)​. Disse che l’oggetto aveva luci enormi sul davanti, che si muoveva lentamente, e che come ex pilota militare “posso affermare con sicurezza che non assomigliava a nessun velivolo fatto dall’uomo che io abbia mai visto”. Symington dichiarò: “ciò che vidi non era di questo mondo”, escludendo dunque che potesse trattarsi di aerei militari segreti o flare, che “di certo non volano in formazione”. Ammise di aver fatto la scenetta dell’alieno solo per sdrammatizzare e calmare l’opinione pubblica che stava andando in panico​. Le confessioni di Symington – un politico di alto profilo, nonché veterano dell’Aeronautica – destarono scalpore, dando nuovo impulso all’interpretazione UFO e facendo sì che la sua testimonianza venisse citata spesso come autorevole conferma di “qualcosa di inspiegabile” nei cieli di Phoenix.

  • Testimoni civili vari: Oltre ai già citati, vi sono decine di storie individuali. Ad esempio, un controllore di volo di Phoenix, Bill Grava, vide le luci a occhio nudo mentre si spegnevano dietro South Mountain e inizialmente pensò potessero essere flare, notando però che nulla appariva sul radar in quel momento​. Un pilota di linea (rimasto anonimo) che guidava in auto con la moglie dichiarò: “Volavo da 29 anni e non riuscivo a capire cosa stessi guardando… era troppo lento per un aereo, nessun rumore, e le luci erano puntate verso il basso”. Una coppia, gli Linderman, riferì di aver percepito un unico grande oggetto scurissimo: “era chiaro che fosse un solo velivolo solido; le luci erano troppo perfettamente spaziate e tra di esse c’era il vuoto – le stelle venivano oscurate quando passava”. Raccontarono che l’oggetto rallentò quasi a fermarsi, poi una delle luci diventò un ovaletto rosso che “schizzò verso l’alto e sparì in un attimo”​. Anche piloti civili privati segnalarono l’evento: celebre è il caso rivelato nel 2017 dall’attore Kurt Russell, che ha confessato di essere stato proprio lui quel pilota anonimo che la sera del 13 marzo 1997 si avvicinava all’aeroporto di Phoenix con il suo aereo leggero. Russell, in volo con il figlio, avvistò dall’alto sei luci disposte in modo insolito e avvisò via radio la torre di controllo di “traffico non identificato” prima di atterrare​- Solo anni dopo collegò che era stato testimone delle “Phoenix Lights”, vedendo un documentario in TV con sua moglie (Goldie Hawn)​. La sua testimonianza, emersa tardi, conferma dettagli noti: luci fisse, nessun segnale identificabile, sconcerto anche da parte di un pilota esperto.

  • Documentazione visiva: La sera del 13 marzo 1997 diverse persone riuscirono a filmare o fotografare le luci, soprattutto durante il fenomeno delle 22:00 (più facile da riprendere perché statico e più vicino all’area urbana). Alcuni di questi filmati sono diventati emblematici: ad esempio, il video girato da Michael Krzyston dal cortile di casa sua a Phoenix mostra una fila di luci brillanti nel cielo notturno, in formazione pressoché orizzontale​. Questo filmato fu ampiamente diffuso dai media e divenne oggetto di analisi: le luci appaiono stazionarie e poi si spengono una ad una – un comportamento che, secondo gli esperti, coincide con il lento spegnimento di flare dietro una catena montuosa​.
    Un altro video molto noto fu trasmesso dall’emittente locale FOX-10: in esso si vedono cinque luci allineate sopra il profilo scuro delle colline, che gradualmente scompaiono. Fotogrammi e fotogrammi chiave di questi video sono stati pubblicati su giornali e riviste, alimentando il dibattito. Ad esempio, il USA Today del 18 giugno 1997 pubblicò un disegno schematico della formazione di luci così come riferita dai testimoni, a riprova della risonanza nazionale che la vicenda ebbe. Complessivamente furono raccolti almeno una dozzina di video amatoriali noti, oltre a molte fotografie. Vale la pena menzionare che, data l’epoca (1997) e l’oscurità, la qualità di queste riprese è spesso bassa: i punti luminosi appaiono sfuocati su sfondo nero. Ciò nonostante, essi costituiscono un supporto importante alle testimonianze, confermando che qualcosa di fisico e visibile fu nel cielo quella notte.

In conclusione, le testimonianze dirette – dalla gente comune a figure autorevoli – e le evidenze video-fotografiche hanno cementato l’importanza dell’evento. La grande quantità di dati ha permesso sia formulazioni pro-UFO (gli elementi più straordinari) sia verifiche prosaiche (ad esempio incrociando orari e angoli visuali si è potuto dedurre dove furono lanciati i flare)​. A distanza di anni, molti testimoni ribadiscono ciò che videro e la sensazione di meraviglia o inquietudine provata, indicando come il fenomeno abbia lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva dell’Arizona.

Fermo immagine della conferenza stampa di Symington

L’impatto mediatico

L’episodio delle luci di Phoenix ebbe un forte impatto mediatico, sia nell’immediato che negli anni seguenti, evolvendosi da notizia locale a caso di risonanza mondiale nel contesto ufologico.

Nel breve termine (1997-1998)

In Arizona, già dal giorno successivo (14 marzo 1997), i centralini di polizia, aeroporti e stazioni TV furono sommersi di segnalazioni. I media locali come la TV KTVK e il quotidiano The Arizona Republic cominciarono a riportare le testimonianze, inizialmente parlando di “misteriose luci nei cieli”. Nei telegiornali di Phoenix comparvero interviste a cittadini sbigottiti e video delle luci. La vicenda presto superò i confini statali: entro fine marzo 1997 CNN, USA Today e altre testate nazionali dedicarono servizi al fenomeno, data la mole di testimoni coinvolti​. L’aspetto di “avvistamento di massa” incuriosì anche chi solitamente ignora le storie di UFO, facendone un tema da prima pagina per alcuni giorni. Tuttavia, va detto che in quel periodo altre notizie (es. la Cometa Hale-Bopp e il suicidio di Heaven’s Gate) affollavano i media, e le luci di Phoenix ricevettero un’attenzione altalenante a livello nazionale. In Arizona, il caso divenne anche oggetto di dibattito politico locale: la consigliera comunale di Phoenix Frances Barwood fu l’unica figura istituzionale a prendere sul serio la vicenda fin da subito, chiedendo ufficialmente un’indagine cittadina sull’accaduto​. La sua presa di posizione le portò visibilità (e critiche da colleghi più scettici), ma aiutò a mantenere alta l’attenzione per ottenere risposte dalle autorità. Il Governatore Symington, come ricordato, inizialmente affrontò la cosa con humor nella famosa conferenza stampa del 19 marzo 1997, che fu trasmessa dai telegiornali nazionali: le immagini dell’“finto alieno in manette” fecero il giro del paese, contribuendo paradossalmente a sminuire la percezione di serietà dell’evento agli occhi di parte dell’opinione pubblica. Molti pensarono si trattasse di un’allarme poi risoltosi in nulla, mentre altri – irritati dalla derisione – si organizzarono in gruppi di pressione per avere spiegazioni reali. Durante i mesi successivi del 1997, il caso rimase vivo sui media con cadenza sporadica. Ogniqualvolta un giornalista investigativo pubblicava nuovi elementi (ad es. l’articolo “The Great UFO Cover-up” sul Phoenix New Times a fine giugno 1997​, che svelava la testimonianza di Mitch Stanley e denunciava la reticenza delle autorità), le luci di Phoenix tornavano in cronaca. A livello nazionale, nel giugno 1997 la CNN e altre reti diffusero la notizia della possibile spiegazione dei flares, dopo le conferme dai militari​. Molti telegiornali però archiviarono la vicenda come “UFO risolto: erano esercitazioni”. Ad esempio, la CNN titolò: “Cosa erano quelle luci nel cielo di Phoenix? (fonte: Aeronautica)”. Ciò portò a una diminuzione dell’attenzione mainstream negli USA sul caso entro la fine del 1997.

Nell’ufologia e all’estero

Contrariamente ai media generalisti, la comunità ufologica continuò a dibattere animatamente. Riviste specializzate e gruppi UFO in tutto il mondo tradussero le notizie. In Italia, ad esempio, già nel 1997 apparvero articoli su riviste di settore come UFO Notiziario e nei bollettini del Centro Ufologico Nazionale, riportando l’episodio come “uno dei più grandi avvistamenti UFO collettivi”. Nel novembre 1998 la rivista italiana UFO pubblicò un approfondimento intitolato “Arizona ’97: tanto rumore per nulla?”, in cui l’ufologo Remo Ponti analizzava criticamente il caso alla luce delle spiegazioni prosaiche emerse​. D’altro canto, molti media popolari italiani ripresero la notizia in chiave sensazionalistica: rubriche televisive e quotidiani dedicarono brevi trafiletti all’“ondata di UFO in Arizona”. Ad esempio, testate come Il Messaggero e La Stampa menzionarono le luci di Phoenix nelle pagine di esteri, spesso brevemente, talora mescolando il fatto con altri avvistamenti UFO di quel periodo.
Col tempo, le luci di Phoenix entrarono nell’immaginario collettivo come un classico mistero contemporaneo. L’evento continuò a riemergere sulle pagine dei giornali in occasione di anniversari o di nuovi avvistamenti simili. Ad esempio, quando nel 2007 e 2008 comparvero di nuovo luci nei cieli di Phoenix (poi spiegate anch’esse come flare o scherzi), i media locali titolarono subito con riferimento al 1997: “Tornano le luci di Phoenix”. In Italia, il ventennale del 2017 venne ricordato da alcuni siti di news e blog: articoli come “Le Luci di Phoenix, un mistero lungo 25 anni” evidenziarono come il caso fosse ancora discusso​. Complessivamente però, l’interesse mediatico mainstream in Italia fu moderato e confinato perlopiù alle comunità di appassionati di UFO.

Impatto culturale a lungo termine

Negli Stati Uniti, le Phoenix Lights restano una delle segnalazioni UFO più note di sempre. Il caso viene spesso citato in libri e speciali TV sugli UFO come esempio di “avvistamento di massa credibile”. Nel 2007, con la clamorosa ammissione di Symington e il decimo anniversario, ci fu un ritorno di fiamma sui media: programmi come Larry King Live (CNN) organizzarono panel in studio con testimoni (Symington stesso, altri cittadini, e piloti) a discutere del mistero. Questa trasmissione di novembre 2007 fece notizia anche all’estero, Italia inclusa, poiché un ex-governatore affermava di aver visto un UFO​. Da allora, quasi ogni anno, media locali dell’Arizona dedicano servizi commemorativi il 13 marzo, testimoniando come l’episodio sia diventato parte della storia locale (vengono organizzati anche raduni e conferenze ufologiche in quei giorni). Internazionalmente, le luci di Phoenix sono entrate nel repertorio classico degli ufologi, al pari di Roswell o dell’incidente di Rendlesham: vengono citate in conferenze, documentari e articoli come esempio di evento con ampie prove ma spiegazione controversa.
In sintesi, a livello mediatico il caso Phoenix Lights ha avuto una duplice vita: inizialmente notizia di attualità con un graduale “raffreddamento” dovuto alle spiegazioni ufficiali, ma contemporaneamente mito moderno alimentato da appassionati e ritornato periodicamente alla ribalta. In Italia, l’impatto immediato fu limitato (il pubblico italiano ne venne a conoscenza principalmente attraverso servizi nei programmi del mistero e articoli divulgativi), ma nel lungo termine il caso è ben noto tra i cultori dell’ufologia, che lo considerano un punto di riferimento nei dibattiti su alieni e complotti governativi.

Ricostruzione dell’UFO a forma di V, dal documentario Craig Charles: UFO Conspiracies (S.1, Ep. 6)

Il fenomeno nei media, documentari, film e serie TV

Le luci di Phoenix non solo hanno avuto copertura giornalistica, ma sono state rappresentate e discusse in numerosi prodotti mediatici e dell’intrattenimento, diventando un vero fenomeno culturale nel tema UFO.

Documentari e TV factual

Fin dagli anni immediatamente successivi, il caso è apparso in vari documentari televisivi. Nel 1998 la vicenda fu inclusa in un episodio di Unsolved Mysteries (famosa serie TV americana sui misteri insoluti), che presentò ricostruzioni e interviste a testimoni chiave, lasciando la domanda aperta se fosse davvero UFO​. Negli anni 2000, canali come History Channel, Discovery Channel e National Geographic hanno più volte prodotto special dedicati ai grandi misteri ufologici con ampio spazio alle Phoenix Lights. Ad esempio, la serie UFO Files di History Channel trasmise l’episodio “Mass Sightings” con una sezione sul 13 marzo 1997. SyFy Channel realizzò servizi nelle serie Proof Positive e Fact or Faked. Nel 2013 la ABC15 (emittente locale) ha definito le Phoenix Lights “uno dei più infami avvistamenti UFO della storia USA”, in uno speciale a 16 anni dall’evento​. Uno dei documentari più noti sul tema è “The Phoenix Lights: We Are Not Alone” (2005), prodotto dalla dottoressa Lynne Kitei, una testimone oculare che dedicò anni a investigare il fenomeno. Lynne Kitei (medico di Phoenix) vide e fotografò le luci e in seguito pubblicò anche un libro (The Phoenix Lights) raccogliendo testimonianze. Il suo documentario racconta l’evento dal punto di vista di chi crede all’ipotesi extraterrestre, ed è stato proiettato in vari festival e trasmesso su canali via cavo americani, contribuendo a consolidare l’aura “misteriosa” del caso.
La televisione americana ha rivisitato il caso in formato talk show e notiziario a più riprese: come detto, Larry King Live nel 2007 ne parlò con ospiti in studio (oltre a Symington c’erano piloti e ricercatori UFO). Anche il programma di informazione Dateline NBC e il notiziario ABC hanno mandato in onda segmenti su di esso – talvolta in chiave scettica, ad esempio mostrando filmati comparativi di esercitazioni con flare identici alle luci​.
Nel 2020, il caso è stato trattato nella docu-serie “Unidentified: Inside America’s UFO Investigation” (History, prodotta da To The Stars Academy) come parte di un’analisi storica dei più importanti avvistamenti.

Cinema e fiction

Il fascino delle luci di Phoenix ha ispirato anche opere di fiction. In particolare, due film sono direttamente basati su questi eventi:

  • Phoenix Forgotten (2017) – film found footage prodotto da Ridley Scott, che immagina tre ragazzi scomparsi mentre investigavano le luci nel deserto dell’Arizona. Il film mescola filmati simulati e reali, includendo gli spezzoni autentici delle news del 1997. Viene citato esplicitamente l’avvistamento e ne fa lo sfondo narrativo.

  • The Phoenix Incident (2015) – thriller fantascientifico girato come falso documentario, che propone una cospirazione militare intorno all’evento del 1997 (con alieni ostili e copertura del governo). Anche qui la vicenda reale è romanzata per creare suspense.

Le Phoenix Lights compaiono inoltre en passant in altre produzioni: ad esempio in una scena del film “Men in Black International” (2019) vengono menzionate tra i casi di attività aliena; nella serie TV “X-Files” (che aveva già trattato simili avvistamenti di “triangoli volanti”) alcuni fan vedono riferimenti ispirati a Phoenix in episodi sulle flotte UFO. Un episodio della serie canadese “Mysteries at the Museum” ha presentato oggetti legati all’evento (ad esempio una videocassetta delle riprese) discutendone il contesto. Nella cultura pop, le luci di Phoenix vengono talvolta citate in programmi di animazione o podcast come simbolo di avvistamento UFO per eccellenza.

Libri e altri media

Numerosi libri di ufologia trattano l’argomento. Oltre al citato libro di Lynne Kitei, vale la pena menzionare “The Phoenix Lights…Peterson” di C. B. Scott Jones e vari capitoli dedicati in antologie sugli UFO (ad es. Leslie Kean, giornalista investigativa, ne parla nel suo libro “UFO: Generals, Pilots, and Government Officials Go on the Record”). Dal lato scettico, autori come Robert Sheaffer (nel libro “Bad UFOs”) e il comitato CSI hanno analizzato in pubblicazioni le incongruenze delle teorie extraterrestri.
In Italia, l’evento è trattato nel libro “Ovni: dossier complesso” di Edoardo Russo e nelle pubblicazioni del CICAP (il comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale), spesso per spiegare come un insieme di avvistamenti reali possa dare adito a interpretazioni erronee.
Infine, internet e i social media hanno aiutato a mantenere viva la leggenda: su YouTube sono presenti dozzine di video, dai filmati originali del 1997 a ricostruzioni 3D dell’enorme UFO triangolare. Reddit ospita discussioni periodiche sul tema, e non mancano canali cospirazionisti che citano Phoenix come prova di cover-up governativo. Ogni volta che luci strane compaiono in cielo in qualunque parte del mondo, c’è chi le paragona alle Phoenix Lights, segno che l’evento è diventato un termine di paragone iconico per i misteri nei cieli.
Insomma, che si tratti di specie extraterrestri, esercitazioni militari o test psicologici di massa, difficilmente dimenticheremo la notte del 13 marzo 1997.

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